Il crollo della natalità, famiglie con e senza figli in pareggio nel 2050: ecco il rapporto dell’Istat

Tra meno di trent’anni un italiano su tre sarà over 65. Forte diminuzione della popolazione: dagli attuali 59 milioni di abitanti a 54,4

Il crollo della natalità, famiglie con e senza figli in pareggio nel 2050: ecco il rapporto dell’Istat
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 29 Settembre 2023, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 11:20

Facciamo un salto nel futuro, nel 2050: passeggiando in Italia troveremo meno persone perché la popolazione è destinata a diminuire dagli attuali 59 milioni a 54,4 (con la prospettiva, nel 2080, di scendere sotto i 46 milioni). Le famiglie senza figli saranno quanto quelle che invece ne hanno. Negli anni Cinquanta del futuro, guardandoci intorno vedremo molti capelli bianchi o tinti perché un italiano su tre avrà più di 65 anni, per la precisione sarà il 34,5 per cento con tutti i problemi che ne conseguiranno nella tenuta dell’economia e dei servizi sanitari e sociali. E faticheremo, al contrario, a trovare dei bambini o degli adolescenti, perché coloro che avranno 14 anni nel 2050 saranno solo l’11,2 per cento della popolazione. Detta in un altro modo: ci saranno tre anziani per ogni under 14. Il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) passerà da circa tre a due nel 2022 a circa uno a uno nel 2050.

Solitudine

Gli ultra sessantacinquenni saranno sempre più spesso soli perché avranno una rete familiare molto più sguarnita.

Detta in altri termini: molti non avranno figli. Prendiamo un ultimo dato su un futuro più vicino per capire perché nel 2050 un’alta percentuale di anziani (coloro che oggi hanno 35-40 anni) sarà sola. Nel 2022 le coppie con figli rappresentavano la maggioranza: erano 8,1 milioni mentre quelle senza figli erano 5,2 milioni con uno scarto di quasi 3 milioni. Bene, tra vent’anni quella differenza si assottiglierà, scenderà a 900 mila, con la prospettiva nei periodi successivi, magari già negli anni Cinquanta in cui abbiamo iniziato questo viaggio, del sorpasso. Le coppie senza figli saranno più numerose di quelle con figli. Tutti questi numeri sono tratti dall’ultimo report dell’Istat sulla Previsioni della popolazione residente e delle famiglie dal titolo: “Il Paese domani: una popolazione più piccola, più eterogenea e con più differenze”. Marco Marsili, dirigente di Istat: «Più passeranno gli anni, più diminuirà la popolazione in Italia. C’è un grado di incertezza sulle cifre, ma comunque il declino è confermato. Abbiamo dinamiche demografiche contrapposte che non si compensano. Abbiamo previsioni di nascite attorno alle 400mila unità annue. Questo dipende dal fatto che il numero medio di figli per ogni donna è di 1,24. Prevediamo una crescita di questo valore nel lungo termine, fino a 1,5, ma ci sarà comunque una riduzione delle nascite perché il bacino delle potenziali mamme nel futuro è destinato a declinare. Inoltre, oggi i figli si fanno sempre più tardi e questo continuerà in futuro». Ma l’immigrazione non potrà compensare queste cifre? «Noi prevediamo nei prossimi sei-sette anni 200mila ingressi netti annui, per poi scendere alle 165mila unità. Nel complesso dovremmo avere all’incirca 18 milioni di immigrati dal 2022 al 2080». L’emigrazione - coloro che lasceranno l’Italia nello stesso periodo - si attesterà sopra gli 8 milioni. Dunque, il saldo sarà comunque positivo, ma non sarà sufficiente a compensare la diminuzione dei bambini che nascono e per questo motivo si prevede che il numero di abitanti del nostro Paese andrà a calare, anche tenendo conto del fatto che, pur aumentando l’aspettativa di vita, con una quota di anziani sempre più rilevante sarà elevato il totale dei decessi annui.

Verso sud

Il report dell’Istat racconta anche che le famiglie formate da una sola persona crescerà così come quelle con un solo genitore a causa delle separazioni (con conseguente incremento delle vendite delle pesche se vogliamo fare un riferimento al dibattito sulle scelte dei pubblicitari di questi giorni): «Tra vent’anni sarà composto da una persona sola il 37,5% delle famiglie». E una parte d’Italia che attualmente ha più giovani è destinata a perdere questo primato. Spiega ancora l’Istat nel report: «Tra le future trasformazioni demografiche va evidenziato il marcato processo di invecchiamento del Mezzogiorno. Per quanto tale ripartizione geografica presenti ancora oggi un profilo per età più giovane, l’età media dei suoi residenti transita da 45,3 anni nel 2022 a 49,9 anni nel 2040, sopravanzando il Nord che nel medesimo anno raggiunge un’età media di 49,2 anni, partendo nell’anno base da un livello più alto, ossia 46,6 anni. Guardando alle prospettive di lungo termine, il Mezzogiorno rallenterebbe ma non fermerebbe il suo percorso, raggiungendo un’età media della popolazione prossima ai 52 anni. Invece sia il Nord (50,2 anni) sia il Centro (50,8) avrebbero già avviato un percorso di rallentamento del processo di invecchiamento».

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