ROMA La Germania fa dietrofront sugli aiuti alle Ong. E così s’è raggiunto l’accordo tra i 27 Paesi europei sul testo chiave del regolamento delle crisi sui migranti. Il via libera si è avuto grazie al fatto che la Germania ha accettato di tornare al testo formulato a luglio che non conteneva alcun riferimento alle operazioni condotte in mare dalle Ong. Contro l’intesa raggiunta a Bruxelles si sono espresse Polonia e Ungheria, mentre Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia si sono astenute.
«Accolgo con favore l’intesa politica raggiunta dagli Stati membri sul regolamento sulle crisi. È un vera svolta, che permette di avanzare nei negoziati con il Parlamento Ue e il Consiglio. Uniti possiamo portare a compimento il Patto sulla migrazione prima della fine della legislatura». Così ha commentato Ursula von der Leyen, presidente della commissione Ue.
Per arrivare al compromesso, in particolare è stato rimosso il riferimento alle organizzazioni non governative che la Germania aveva inserito nel testo precedente e aveva anche dichiarato nel Consiglio Affari Interni del 28 settembre che quella clausola costituiva per Berlino una linea rossa.
GLI AFFONDI
Con tono meno grave, e quasi sorridente, Meloni a Sky affonda il colpo: «Al Pd piacciono così tanto i tecnici che metteranno un tecnico al posto della Schlein». Sul Mes: «Non ho cambiato idea, questo è un dibattito che non fa bene all’Italia». Sui magistrati: «Mi preoccupa la loro difesa corporativa». Ma il punto vero è quello europeo. Ed è significativo che la Faz (il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung) titoli così: «Berlino sbatte contro il granito» di Roma. Ovvero si è arresa, di fronte alla posizione italiana, nell’accordo sulla riforma del sistema comune di asilo europeo. L’esecutivo Meloni, scrive il giornale tedesco, è riuscito a far passare questa riforma che colpisce anche le Ong quando «nelle operazioni si salvataggio nel mar Mediterraneo promuovono ondate di migranti». Diversi Stati Ue - incalza la Faz - «felici che in Italia sia al potere Meloni», e non l’ex cancelliera Merkel, «hanno sostenuto Roma in questo dossier». Ma riecco Meloni, ancora nell’intervista a Sky. E su questo sembra preoccupata: l’appoggio all’Ucraina. Ne è arciconvinta e continuerà assolutamente. «Però - fa notare - la guerra genera delle conseguenze che impattano fortemente sulle nostre società, e se noi non siamo bravi ad affrontare quelle conseguenze le opinioni pubbliche continueranno a scricchiolare». Le verrebbe da aggiungere: purtroppo.