Governo sorpreso dai rilievi di Mattarella: Palazzo Chigi sceglie il silenzio, Lega e Fi fanno muro sulla legge

Esecutivo convinto: il pressing è dovuto alla scadenza dei termini sui balneari il 16

Governo sorpreso dai rilievi di Mattarella: Palazzo Chigi sceglie il silenzio, Lega e Fi fanno muro sulla legge
di Francesco Malfetano
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Mercoledì 3 Gennaio 2024, 00:17 - Ultimo aggiornamento: 11:30

A stupire il centrodestra, più di tutto, sono stati toni e tempi scelti dal Quirinale. Il sospiro di sollievo che qualcuno, ai vertici del governo, aveva tirato dopo il discorso di Capodanno di Sergio Mattarella, è stato infatti archiviato da «una lettera che evidentemente il Presidente aveva già in tasca senza che nessuno sospettasse alcunché». Al punto che si racconta di un Alfredo Mantovano, il sottosegretario che tiene le fila dei rapporti con il Colle per conto di Giorgia Meloni, molto amareggiato per l’assenza di un coordinamento che invece di norma è molto rodato. Il silenzio di Palazzo Chigi fino a sera ne sarebbe di fatto il primo sintomo. 

Anche perché, si ragiona, se il governo fosse stato preavvisato si sarebbe data la possibilità «ai più concilianti» rispetto alle varie recriminazioni avanzate da Mattarella - su tutti, il ministro degli Affari Ue Raffaele Fitto - di lavorare in anticipo su coloro che invece non fanno alcuna fatica a lanciarsi in dichiarazioni belligeranti. E cioè, magari, di arginare sia uscite come quelle delle associazioni di categoria come Assobalneari, che ha contestato al Quirinale l’essersi occupato della questione con «tutti i problemi che attanagliano il Paese», sia - soprattutto - quella della Lega che ha tuonato contro «chi, nel nome dell’Europa, ha provato a svendere lavoro e sacrifici di migliaia di italiani». Più pacata invece la reazione di Forza Italia i cui esponenti, pur rimarcando «la situazione caotica tra sentenze del Consiglio di Stato e della Cassazione che si smentiscono a vicenda», restano saldamente su una posizione molto vicina a quella del Carroccio: «la norma non va ritoccata».

Possibilità che invece in Fratelli d’Italia - ai cui vertici sono tutti convinti che quello degli ambulanti sia stato un pretesto per richiamare l’attenzione sui balneari - sono convinti andrebbe esplorata. Anche perché o «si contratta la migliore soluzione possibile con Bruxelles» oppure «si condanna i balneari a perdere tutto».

In altri termini se per gli alleati la procedura d’infrazione è uno spauracchio che sarebbe sempre meglio evitare - «ma ricordiamoci che non è una condanna, piuttosto va considerato come una sorta di avviso di garanzia» spiegano tra gli azzurri - per FdI non è esattamente così. Il 16 di gennaio infatti, si attende la risposta italiana al parere motivato sull’infrazione per i balneari. La consapevolezza è che «il giorno dopo» la Commissione si rivolgerà alla Corte di Giustizia europea.

LE ELEZIONI
D’altro canto FdI non ha intenzione di mettersi contro Lega o FI e insistere per aprire una nuova trattativa. Al netto del sospetto che quella di Mattarella sia una staffilata che affonda le sue origini nella ferita lasciata dalla mancata ratifica del Mes, il lungo silenzio di Meloni sulla faccenda è utile a marcare sì la distanza dalla Lega, ma anche da Bruxelles. Un modo come un altro, si ragiona tra gli strateghi del partito di via della Scrofa, «per mantenere l’equilibrio mentre si cammina» verso le elezioni europee di giugno. Una strategia in buona sostanza, utile a disinnescare il tentativo del vicepremier Matteo Salvini di guadagnare consensi a destra facendo passare la premier come troppo sedotta dalle ragioni di governo. Anche perché nell’esecutivo sono un po’ tutti convinti che i balneari finiranno con l’essere «una sorta di nuovo Mes» in cui i partiti italiani, a prescindere dai contenuti, vorranno definire il proprio rapporto con l’Unione europea. In pratica, lo spettacolo è solo cominciato.
 

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