Libia, stretta per decreto
su interventi
delle navi delle Ong

Libia, stretta per decreto su interventi delle navi delle Ong
2 Minuti di Lettura
Martedì 29 Ottobre 2019, 15:22
ROMA Le navi delle ong che intendono svolgere attività di ricerca e soccorso in acque sar libiche devono essere autorizzate dalle autorità di Tripoli, fornire tutte le informazioni richieste al Centro di coordinamento marittimo libico, impegnarsi a non ostacolare le operazioni della locale guardia costiera e a «lasciargli la precedenza d'intervento». I naufraghi salvati dalle ong «non vengono rimandati allo Stato Libico tranne nei rari casi eccezionali e di emergenza». Sequestro per le navi che non rispettano le norme. È quanto prevede un decreto emesso dal Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale libico lo scorso 15 settembre e tradotto dall'ufficio Immigrazione dell'Arci. Il provvedimento prevede anche che le ong debbano far salire a bordo - se richiesto - il personale della guardia costiera libica. Quest'ultima, dopo il completamento del salvataggio, prenderà inoltre in carico le barche ed i motori usati «nelle operazioni di contrabbando». Duro il commento di Filippo Miraglia, dell'Arci. «Il 'codice Minniti libicò per le ong - sostiene - è, come quello dell'ex ministro italiano, un atto che punta ad ostacolare e criminalizzare i salvataggi in mare. Per di più è illegittimo, essendo stato emanato non da uno stato sovrano, ma da una delle parti in causa nella guerra civile in atto. L'argomento - spiega - viene utilizzato ancora una volta come arma di ricatto, uno strumento per accreditarsi come interlocutori sul piano internazionale e dare credibilità alla cosiddetta guardia costiera libica. Ma i rapporti delle Nazioni Unite e le coraggiose inchieste giornalistiche hanno ampiamente dimostrato come quest'ultima non sia altro che un miscuglio di milizie e trafficanti, interessati solo ai propri affari».
© RIPRODUZIONE RISERVATA