Giorgia Meloni: «Italiani stufi degli inciuci: al Centro più partiti che voti»

Giorgia Meloni: «Italiani stufi degli inciuci: al Centro più partiti che voti»
di Diodato Pirone
4 Minuti di Lettura
Venerdì 20 Settembre 2019, 08:06 - Ultimo aggiornamento: 22:01

«Vedo un affollamento al centro dove però non sono più sicura che ci sia un elettorato. Anche perché per troppo tempo si è confuso il moderatismo con l'inciucismo. Come se per essere moderato uno dovesse per forza essere anche un voltagabbana. Gli italiani lo hanno capito e chiedono una proposta politica chiara, non urlata, basata su proposte concrete». Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, risponde al telefono sospendendo per qualche minuto la preparazione della tradizionale festa della destra italiana di Atreju, in programma da oggi e fino a domenica.

Di Battista agita M5S: «Dem ipocriti e pericolosi». Conte: «Io del Pd mi fido»
 



Onorevole Meloni, ammetterà che la scissione di Renzi modifica lo scenario politico.
«Quella di Renzi è una mossa di estremo interesse per il Palazzo ma a mio avviso nulla per i cittadini. Renzi è il politico che ha tradito più promesse in assoluto, è un campione mondiale di cinismo, non credo una sua creatura possa ancora godere di molta credibilità. Aspetto solo che arrivi la democrazia e gli elettori possano giudicarlo».

Quella scissione però potrebbe rendere più instabile la maggioranza magari non nell'immediato...
«Da questo punto di vista la sortita di Renzi potrebbe persino farmi simpatia perché spero per il bene degli italiani che il governo Conte vada a casa il più presto possibile. Ma il mio giudizio su Renzi non cambia anzi, rende ancora più valide le ragioni che hanno portato Fratelli d'talia a chiedere di andare subito alle urne».

Quali sarebbero le ragioni più valide?
«Questo governo non ha visione, non ha idee, non ha a cuore niente che non sia il tatticismo, il personalismo, le guerre tra bande nel partito. L'Italia non merita un governo così».

Non trova però che la proposta sovranista possa risultare in qualche modo respingente non solo verso un partito come Forza Italia che aderisce al Ppe, ma anche verso quote di elettorato moderato?
«No. Se la nostra proposta fosse respingente noi non cresceremmo nell'elettorato così come stiamo facendo al di là della nostra area. E quella crescita avviene anche grazie alla capacità di avvicinare realtà più ampie di quella tradizionale della destra italiana».

A cosa attribuisce questa tendenza?
«Conta certamente il fatto che siamo un partito con idee molto chiare, che se diamo una parola la manteniamo. Può essere che questi elementi creino poca suspence ma credo che gli italiani lo apprezzino. Così come apprezzano una nostra collocazione per un'idea di Europa confederale».

Nel parlamento europeo state con i conservatori...
«Siamo copresidenti del gruppo. Crediamo che l'Europa dovrebbe essere una confederazione di stati sovrani che cooperano sulle grandi materie ma lasciano alla competenza degli stati nazionali le questioni più prossime ai cittadini. Mentre l'attuale costruzione europea non essendo né federale né confederale è una specie di Frankenstein delle organizzazioni internazionali. In questa confusione i Paesi più forti finiscono per fare i loro interessi a scapito di tutti gli altri. E mi fa molto piacere che quest'anno ad Atreju saranno presenti esponenti di altri formazioni conservatrici europee come gli spagnoli di Vox, gli olandesi di Forum per la democrazia e i cechi. E poi sarà presente anche il premier ungherese Orban».

Che non sarà l'unico primo ministro col quale vi confronterete...
«Ci sarà anche Giuseppe Conte del quale, nella diversità di vedute, apprezzo molto il fatto che abbia accettato l'invito. Atreju è da sempre la piazza del confronto, perché chi ha identità definite non ha mai paura di confrontarsi con l'altro. Per questo abbiamo invitato Conte, ma anche Delrio, come facciamo da vent'anni a questa parte. Anche atreju lo dimosra: i veri democratici, da sempre, siamo noi».

Sarà una festa dedicata anche a temi economici.
«Sì. Ci sarà uno spazio di confronto fra i massimi rappresentanti di tutte le principali associazioni economiche. Mi permetto di sottolineare come questo sia frutto anche dell'attenzione verso le imprese, perché noi siamo un partito produttivista attento alle ragioni della piccola imprese, alla buona qualità delle nostre proposte, a partire dalla flat tax incrementale ovvero solo sulla parte relativa a quanto dichiarato in più rispetto all'anno precedente».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA