«Se andiamo senza Calenda? Veramente è Calenda che va senza di noi...». Sono quasi le tre del pomeriggio, Emma Bonino, senatrice, figura storica dei Radicali, è davanti alla televisione – come quasi tutti quelli che si interessano di politica – e il leader di Azione ha appena detto di «sentirsi a disagio» e quindi di aver rotto il patto, sottoscritto il 2 agosto, con il Pd. Bonino è di poche parole: «Guardi, mi ritrovo pienamente con la nota che abbiamo diffuso oggi dopo la segreteria di +Europa». Quella in cui, Bonino, Riccardo Magi e gli altri ribadivano «il forte apprezzamento per il patto sottoscritto con il Pd». In particolare, è il ragionamento di Bonino espresso anche nella nota «Letta ha ribadito che il patto con noi è un accordo di governo, basato sull’Agenda Draghi e sulla collocazione atlantica dell’Italia», mentre quello con Sinistra e Verdi «sono accordi elettorali, finalizzati a non consegnare la vittoria a tavolino a Meloni e Salvini». Oltre a questo, Bonino sottolinea come «non ci fosse nessuna tentazione di riapertura del dialogo tra Pd e M5S».
Alla luce della rottura di Calenda, la linea sembra abbastanza chiara: «Avanti con l’alleanza con il Pd». E quindi niente più simbolo con Calenda che a questo punto potrebbe essere costretto a raccogliere le firme per presentarsi alle elezioni.
LE RIUNIONI
Il motivo è semplice, e Bonino lo spiega così: «I patti sono patti – la posizione della senatrice – e come tali vanno rispettati.
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L’EFFETTO SUI COLLEGI
Che invece adesso passa da essere il grande favorito ad essere la coalizione che può fare “il cappotto” ai suoi avversari. Il tutto per una scelta che Bonino e gli altri non capiscono visto che, parole ancora della senatrice, «Letta aveva anche riconosciuto Calenda come front runner vicino a lui», fa sapere ancora la senatrice.
E ora? Secondo Bonino «la scelta è inevitabile. Perchè alla fine non siamo noi che molliamo lui, ma lui che non viene più con noi dopo che abbiamo sottoscritto un patto». Per ratificare definitivamente la linea di +Europa manca però ancora un passaggio: la riunione della Direzione, già oggi. «Perché noi – è l’idea di Bonino e Magi – le decisioni le prendiamo collegialmente, passando per gli organi di partito, e non a colpi di tweet». E ogni riferimento è puramente voluto.