Elezioni Molise, Forza Italia supera il primo test senza Berlusconi: tiene l'asse Meloni-Tajani

Gli azzurri in doppia cifra alle prime elezioni senza il traino del Cav

Elezioni Molise, Forza Italia supera il primo test senza Berlusconi: tiene l'asse Meloni-Tajani
di Francesco Bechis
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Martedì 27 Giugno 2023, 06:27

Il primo trofeo è dedicato a lui. «Questa vittoria è per Silvio». Il Molise è di nuovo del centrodestra. Vince, anzi stra-vince con il 63 per cento Francesco Roberti, il sindaco di Termoli scelto da Forza Italia e da Antonio Tajani. Ed è del leader e reggente azzurro il primo sospiro di sollievo, a spoglio in corso.

 

IL SOLLIEVO DI FI

FI sfiora il 13 per cento, guadagna due punti in più rispetto al 2018, inverte il trend nazionale. «Dedichiamo questa straordinaria vittoria a Berlusconi» sorride serafico Tajani sul pratone di Villa Taverna, alla festa nazionale americana.

In serata, quello stesso sospiro si può sentire al terzo piano di Palazzo Chigi. Giorgia Meloni ha di che rallegrarsi. Numeri alla mano, il centrodestra conferma anche in Molise la "scia" del voto nazionale a ottobre. Il centrodestra, escluse le liste civiche, supera la soglia del 50 per cento, FdI sale al 19 per cento. Deludente invece il risultato della Lega, ferma al 5 per cento nonostante i molti blitz elettorali in Molise del leader Matteo Salvini e dei ministri leghisti, ben quattro nell'ultimo mese.

Ma è su un dato che si sofferma compiaciuto lo sguardo di Meloni e dei suoi parlamentari. Quell'exploit in doppia cifra di Forza Italia che almeno per il momento racconta un partito in salute, integro e intero nonostante il terremoto scatenato dalla scomparsa del fondatore. L'incubo - la dissoluzione forzista tra scissioni, cambi-casacca e fuga di consensi - sembra già più lontano dal quartier generale di Roberti, nel Molise che si tinge di azzurro un'altra volta dopo cinque anni di Donato Toma. Tajani la mette così: il successo nel test regionale «conferma la fiducia nei confronti del governo». Nel 2018, a un passo dal governo gialloverde, ci fu chi ribattezzò il Molise "l'Ohio d'Italia", l'elezione chiave per decidere chi avrebbe abitato le stanze di Palazzo Chigi.

Oggi, con i dovuti distinguo, l'affermazione del centrodestra nella regione da poco meno di 300mila abitanti è una garanzia in più per il percorso del governo Meloni. Due i dati che stampano un sorriso ai piani alti del governo e soprattutto nel quartier generale meloniano a Via della Scrofa. Il primo: a un anno dalle elezioni europee che nelle intenzioni della premier dovrebbero siglare per la prima volta l'alleanza tra Popolari e conservatori - ieri Meloni è stata confermata presidente del partito conservatore europeo Ecr - la tenuta di Forza Italia al primo test locale è un segnale incoraggiante. Da prendere ovviamente con le dovute cautele: la navigazione fino al voto europeo è ancora lunga e l' "effetto Silvio" fotografato nei sondaggi potrebbe non durare a lungo. Ad ogni modo il test molisano è un assist per Tajani che nel primo Consiglio nazionale di FI nell'era post- Berlusconi a metà luglio prenderà in mano la reggenza del partito fino alle europee. A questo si aggiunge il risultato oltre le aspettative del partito di Maurizio Lupi Noi Moderati, oltre il 5 per cento (supera la Lega) con cui i forzisti meditano una lista unica dei "Popolari italiani" al voto europeo del 2024.

L'ASSE CON RENZI

Il secondo dato guarda invece al di fuori della coalizione. In Molise infatti sono andate in scena le prime prove tecniche di "campo largo" del governo con il sostegno a Roberti (senza simbolo) di Italia-Viva. Un assist di Matteo Renzi che, a dispetto delle smentite dell'ex premier, qualcuno a Palazzo Chigi spera possa ripetersi altrove. Magari in Parlamento dove tra ratifica del Mes e il caso Santanché giorni difficili attendono la maggioranza. Riflessioni a caldo su una prova elettorale locale, certamente modesta se paragonata al grande traguardo delle europee tra un anno. Bastano però, insieme alle istantanee di caos dal campo progressista Pd-Cinque Stelle, a regalare un po' di sollievo al governo dei patrioti.
 

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