Di Maio e l'inesorabile declino sui social: su Facebook persi 10mila fan in 2 mesi

Di Maio e l'inesorabile declino sui social: su Facebook persi 10mila fan in 2 mesi
di Simone Canettieri
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Domenica 12 Gennaio 2020, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 08:48

Il pollice è verso. Ma quello di Facebook. A raccontare la crisi della leadership di Luigi Di Maio ci sono, più delle dichiarazioni al vetriolo e i retroscena smentiti il giorno dopo, i dati analitici dei suoi profili social. E cioè il giardino che tutti i politici curano con devozione, con tanto di schiere di addetti e attenzione maniacale al messaggio da inviare. Ma il sentiment della rete è spietato e sembra sempre più somigliare a quello del paese reale.
Nel caso del capo politico del M5S, prodotto sopraffino ed enfant prodige della politica 2.0 inventata dalla Casaleggio e associati, parlano i numeri. O meglio: il segno negativo che li accompagna. Su Facebook, dove conta 2.206.920 di fans ed è secondo in Italia solo dietro a Matteo Salvini, da mesi ormai si trova a che fare con la fuga dei like. Molto banalmente flotte di utenti a cui piaceva e che da settimane hanno deciso di non seguirlo più: da quando è partito il governo giallorosso ha perso 31.071 followers.
Un picco, va detto, che accomuna un po' tutti i big pentastellati (da Beppe Grillo ad Alessandro Di Battista) ma non con dimensioni così vaste, se si fa il rapporto con le persone virtuali che li seguono.

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IL CALO
Lo scorso dicembre in un mese Di Maio - che praticamente come tutti i leader politici vive su Facebook - ha perso circa 7.600 amici. Discorso simile anche su Instagram, piattaforma in forte espansione che usa per dirette e rimbalzi su Fb, con -1500.
Flussi a dir poco preoccupanti. L' eclissi del suo consenso passa dunque da qui: una diminuzione drastica della «fanbase» e, cosa mai successa prima, delle interazioni. In poche parole sta franando il sistema di mi piace/commenti/condivisioni (chiamato engagement). Addirittura attualmente su 220 profili di politici italiani (con più di 30mila seguaci monitorati su Facebook) è penultimo.
Scorrendo il suo profilo, infatti, sempre più raramente un post di Di Maio riesce a superare i 10mila like. Al contrario, sulla sua bacheca sono sempre di più i commenti negativi. Possibile che sia solo tutta opera della Bestia di Matteo Salvini?

Il paragone con gli altri leader parlano chiaro: crescono (quasi) tutti. Nei mesi di novembre e dicembre, mentre Di Maio perdeva la base su Facebook, il resto dei big della coalizione se la passavano più che bene. Dal premier Giuseppe Conte (+4021) al segretario del Pd Nicola Zingaretti (+1841) fino a Roberto Speranza, capo di Leu (+2337). In controtendenza, insieme al capo dei grillini, risultava (ed è così tuttora) Matteo Renzi, fondatore di Italia Viva (-1.615). Nel centrodestra, invece, arriva la conferma di Giorgia Meloni che continua a crescere a vista di mi piace e seguaci, di pari passo con i sondaggi che danno Fratelli d'Italia in doppia cifra abbondante. Nel periodo preso in esame per i big del governo giallorosso, la presidente di FdI ha staccato tutto allargando la sua base sul social di Zuckerberg con un + 30.302, seguita da Matteo Salvini (+9.225).
Lo scorso mese Di Maio provò una svolta social o, come si disse allora, «un ritorno alle origini»: le dirette-selfie con le risposte in diretta agli utenti. Ma anche questo tentativo è stato abbandonato o comunque molto ridimensionato. Un andazzo pessimo che non è passato inosservato allo staff del titolare della Farnesina. E nemmeno tra tutti coloro che un giorno sì e l'altro pure gli consigliano un passo di lato. Te lo chiede l'Europa? No Facebook.

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