L’economia italiana corre ad un ritmo più veloce della media europea, facendo meglio in particolare di Francia e Germania. Ma anche all’interno dei confini nazionali l’Istat registra andamenti differenziati, con il Centro e il Nord-Est che sopravanzano gli altri territori. Le stesse due macro-aree sono quelle in cui c’è stato un più vistoso aumento dell’occupazione. E le quattro Regioni centrali, prese insieme, sono le uniche ad evidenziare un andamento positivo del settore industriale, che risulta invece stagnante nella media del Paese. Guardiamo più da vicino i dati territoriali diffusi dell’istituto di statistica, partendo proprio dal Pil. Il Nord-Est fa segnare un +4,2 per cento, seguito a ruota dal Centro con il 4,1. Vanno decisamente più piano il Mezzogiorno (+3,5%) e soprattutto il Nord-Ovest (+3,1%), area quest’ultima che comprende la Lombardia e che nel 2021 aveva dato il maggior impulso alla vigorosa ripresa post-pandemica. Ora invece il risultato è oltre mezzo punto al di sotto della media nazionale.
LA CLASSIFICA
La classifica risulta sostanzialmente confermata se consideriamo la variazione del numero degli occupati.
I dati si riferiscono al 2022: non ci sono ancora quelli dettagliati sulle singole Regioni, ma è possibile individuare i settori che hanno maggiormente trainato la crescita. Nel complesso sono ancora le costruzioni la realtà più dinamica, sia per quanto riguarda l’andamento produttivo che quello occupazionale. Il Centro-Italia evidenzia alcune particolarità. L’aggregato che comprende commercio, pubblici esercizi trasporti e telecomunicazioni (influenzato positivamente anche della straordinaria vivacità del turismo) è quello che dà il contributo maggiore (+10,4%) seguito appunto dalle costruzioni con un rotondo +8%. Spicca però il dato dell’industria in senso stretto che da queste parti fa decisamente meglio che altrove. Anzi: le Regioni centrali (Lazio, Marche, Toscana e Umbria) considerate nel loro complesso sono le uniche in cui l’industria ha il segno positivo: +3% contro una media nazionale leggermente negativa (-0,1%), condizionata soprattutto dal Nord-Ovest (-1,4%) mentre il Mezzogiorno registra un -1,2% e il Nord-Est evidenzia un andamento piatto.
Anche nel Nord-Est sono commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni a tirare con più forza la ripresa (+11,9%). Ma vanno bene, con percentuali di crescita superiori alla media nazionale, anche le costruzioni e i servizi finanziari immobiliari e professionali. Nord-Est e Centro sono poi le due aree in cui si trova un valore positivo per l’agricoltura (rispettivamente +2% e +0,5%). A livello nazionale questo settore, che ha un peso molto limitato nel Pil complessivo, presenta una tendenza negativa (-1,8%).
Sia nel Mezzogiorno che nel Nord-Ovest la parte del leone in termini di Pil la fanno le costruzioni, mentre il secondo settore è quello del commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni.
IL CONTRIBUTO
É possibile poi valutare anche il contributo dei singoli settori all’andamento dell’occupazione, nelle varie aree territoriali. Anche sotto questo profilo le costruzioni si confermano le più dinamiche a livello nazionale, con una crescita che raggiunge l’8,4% nel Mezzogiorno e fa segnare variazioni più contenute nelle restanti aree. Altri settori caratterizzati da buone performance dell’occupazione - sottolinea l’istituto di statistica - sono quello del commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni, con percentuali molto positive nelle regioni del Centro e del Nord-est (rispettivamente +4,8% e +4,6%) e quello dei servizi finanziari, immobiliari e professionali, con una crescita degli occupati nel Nord-ovest e nel Nord-est, rispettivamente, del 3,9% e del 3,3%.