Coronavirus, tasse e contributi: nuova sospensione di due mesi. Imprese, oggi il decreto liquidità

di Andrea Bassi
7 Minuti di Lettura
Lunedì 6 Aprile 2020, 01:49 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 16:17

Il decreto arriverà oggi. Ma l’iniezione di liquidità per le imprese promessa dal governo potrebbe non essere, nonostante le promesse, immediata. O almeno non per tutte le aziende alle prese con l'emergenza coronavirus. Il provvedimento stanzierà dieci miliardi di euro.

La quota dello Stato/Così si rischia di favorire i soliti furbi - di Osvaldo De Paolini
Coronavirus, il decreto salva-imprese: prestiti sprint sino a 25.000 euro, fondo di 7 miliardi
Decreto Liquidità, garanzie al 100% su prestiti fino a 800 mila euro


Il Fondo centrale di garanzia, gestito dal Mediocredito centrale, vedrà le proprie risorse lievitare durante l’anno fino a 7 miliardi di euro per garantire alle imprese fino a 499 dipendenti (e questa è una novità), garanzie in grado di mobilitare 100 miliardi di euro di crediti. Ieri è stato il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, a spiegare come queste garanzie opereranno, promettendo che saranno attive entro «qualche giorno».

Fino a 25 mila euro di prestito non ci sarà nessuna istruttoria, né da parte della banca e nemmeno da parte del Fondo. Siccome i fidi verranno erogati in base al fatturato coprendo al massimo il 25%. Fino a 800 mila euro, invece, il Fondo centrale presterà una garanzia del 100% sul fido. Ma prima di concederla dovrà effettuare una valutazione sull’impresa. Ci sarà, insomma, una «condizionalità», che servirà ad escludere quelle imprese che, a giudizio del fondo, potrebbero non essere in grado di restituire i soldi alla banca. Un meccanismo che, tuttavia, potrebbe rallentare l’erogazione dei soldi, visto che è prevedibile che la richiesta di assistenza possa arrivare dalle centinaia di migliaia di imprese chiuse dalle ordinanze del governo e che si trovano a corto di liquidità. Anche la più rapida delle istruttorie (così come promette il governo), insomma potrebbe rallentare il processo di erogazione del credito. Oltre gli 800 mila euro, e fino a 5 milioni di euro, poi, la garanzia pubblica sarà del 90% (potrebbe salire fino al 100% solo grazie alla controgaranzia dei confidi). 


IL MECCANISMO
In questo caso non sarà il Fondo ad effettuare la valutazione. Toccherà invece alle banche decidere in base al merito creditizio dell’impresa richiedente. Ma questa valutazione non sarà fatta sull’andamento dell’ultimo trimestre, verrà presa in considerazione la fotografia scattata al 31 dicembre dello scorso anno, in modo da non tener conto degli effetti del coronavirus sui conti. La liquidità garantita dallo Stato, dunque, non sarà a pioggia, ma escluderà un certo numero di aziende ritenute non in grado di restituire i prestiti.

La garanzia concessa dallo Stato sarà a prima richiesta, i prestiti saranno a tasso “quasi” zero (lo 0,5% massimo) e dovranno essere restituiti in sei anni. Chi riceverà i prestiti non potrà distribuire dividendi. Nel provvedimento ci sarà anche il rafforzamento dei poteri speciali del Tesoro per tutelare le imprese nazionali considerate strategiche. Queste imprese, tra le quali saranno annoverata anche quelle agricole, medicali, bancarie e assicurative, saranno protette anche da tentativi di scalata provenienti dall’Ue. Per le grandi aziende del Paese ci sarà un fondo di garanzia gestito dalla Sace che erogherà prestiti che verrebbero sottoscritti anche dalla Cdp e potrebbero essere trasformati in capitale. Ricco anche il capitolo fiscale, con la sospensione dei versamenti di tasse e contributi dei prossimi due mesi.


«In questo momento»; ha detto ieri il premier Giuseppe Conte alla tv Usa Nbc, «non posso dire quando il lockdown avrà fine. Noi stiamo seguendo le indicazioni del comitato scientifico ma l’Italia è stata la prima nazione ad affrontare l’emergenza». Il segretario del Pd Zingaretti ha invece confermato l’impegno « non lasciare solo nessuno nella crisi». Oggi il Consiglio dei ministro dovrebbe approvare anche lo slittamento delle elezioni comunali e regionali.

Poteri speciali
anche contro
le scalate Ue


A difesa delle imprese italiane è in arrivo un rafforzamento dei “poteri speciali” per evitare che, con il calo dei titoli borsistici, le imprese italiane di settori strategici possano essere acquistate all’estero a prezzi di saldo. È prevista un’estensione del golden power, che già esiste sui settori della difesa, telecomunicazioni, energia, anche per alimentare, sanità, banche e assicurazioni. Il governo potrebbe utilizzarlo anche per tutelare le imprese medio-piccole, con meccanismi preventivi senza attendere la notifica di un take-over, proteggendo le società anche da eventuali mosse provienienti dalla stessa Unione europea.


Entra lo Stato
tramite la Cdp
in caso di crisi


Tra le misure per la protezione delle imprese strategiche italiane, ci sarà anche la possibile nazionalizzazione attraverso l’intervento della Cassa depositi e prestiti. L’ingresso avverrebbe inizialmente attraverso la concessione di prestiti garantiti dalla Sace (che dovrebbe tornare sotto il cappello del ministero dell’Economia). I finanziamenti effettuati per fronteggiare le situazioni di crisi di liquidità, poi, potrebbero essere trasformati in quote del capitale in modo da permettere l’ingresso della Cassa nel libro dei soci. Si tratterebbe in qualche modo di un nuovo interventismo dello Stato nell’economia simile a quello dell’Iri

Le scadenze 
fiscali rinviate
per due mesi


Nel decreto già in vigore le scadenze per i pagamenti fiscali fino al 31 marzo fino  sono sospese per le imprese fino a 2 milioni di ricavi. Con il nuovo provvedimento è previsto un nuovo rinvio di due mesi per Irpef , Iva e altri tributi, con l’ ampliamento della platea anche a chi abbia registrato perdite consistenti di fatturato (fino a 50 milioni la sospensione opera per il -33%, sopra i 50 milioni con -50%). Contemporaneamente è prevista la creazione di un fondo per i futuri ristori. E, accanto a questo è prevista una riduzione degli acconti. Le imprese in autoliquidazione potranno applicare il metodo previsionale senza sanzioni se l’importo versato è inferiore dell’80% al dovuto.


Prima casa,
termini sospesi
per il bonus


In uno dei provvedimenti allo studio del governo ci sarà una sospensione generalizzata dei termini per non perdere i benefici per chi ha acquistato un prima casa con l’obbligo di rivendere un altro immobile entro 12 mesi; per chi ha venduto l’appartamento prima dei 5 anni con l’obbligo di acquistarne un altro entro 18 mesi; e l’obbligo di trasferire la residenza nella nuova casa acquistata con le agevolazioni fiscali sempre entro 18 mesi. In questo modo si potrà porre rimedio al fortissimo rallentamento delle attività di compravendita e al quasi totale blocco delle attività di ristrutturazione, fattori che rendono difficile il rispetto delle scadenze di legge.

Prestiti fino
al 25 per cento
del fatturato


I prestiti con la garanzia dello Stato potranno avere un importo massimo del 25 per cento del fatturato dell’impresa. Il loro tasso dovrebbe essere zero o prossimo allo zero. La restituzione del finanziamento dovrebbe avvenire in sei anni (il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli aveva chiesto rate trentennali). Fino a 25 mila euro di capitale il prestito non avrà nessuna formalità e sarà concesso immediatamente. Fino a 800 mila euro sarà il Fondo di garanzia a effettuare una istruttoria sulla domanda dell’impresa. Oltre gli 800 mila euro l’istruttoria sarà fatta dalla banca che eroga il finanziamento

I Comuni
potranno far
slittare l’Imu


Con il prossimo rinvio delle scadenze fiscali si arriverà così in prossimità di quelle fissate nel mese di giugno, tra cui il pagamento dell’Imu. Questo però è un tributo che non affluisce al bilancio statale ma a quello dei Comuni. L’orientamento del governo è lasciare la scelta agli enti locali, dando loro la facoltà di prevedere un rinvio dei versamenti; resta però il problema di compensare il loro bilancio per i mancati incassi. Da quest’anno entrano comunque in vigore le nuove regole approvate con l’ultima legge di Bilancio, che prevedono tra l’altro l’unificazione dei tributi precedenti con conseguente soppressione della Tasi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA