Buffagni "diffamò" Salvini: il sottosegretario M5S e il ministro leghista verso un accordo

Stefano Buffagni
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Lunedì 17 Dicembre 2018, 16:30
Sono in «fase avanzata» le «trattative» per arrivare ad un «accordo transattivo» tra il ministro dell'Interno Matteo Salvini, parte civile, e Stefano Buffagni, sottosegretario agli Affari Regionali ed esponente del Movimento 5 Stelle, imputato per diffamazione per via di alcune frasi sul leader della Lega postate sul suo blog e su Facebook nel 2016, ai tempi in cui Buffagni era consigliere regionale e il suo partito era avversario e non ancora alleato di governo del Carroccio. È emerso nel corso dell'udienza davanti al giudice della quarta sezione penale di Milano, Stefania Donadeo, in quanto i legali delle parti (parte civile oltre a Salvini è anche il suo spin doctor Luca Morisi) hanno chiesto un ulteriore rinvio del processo, in corso da mesi, «per perfezionare l'accordo» che, come ha spiegato il legale Antonio Marturano dello studio Malavenda, che assiste Buffagni, potrebbe arrivare a febbraio. Così il giudice ha deciso di aggiornare il processo proprio all'11 febbraio.

Al centro del processo, che in caso di accordo extragiudiziale verrebbe di fatto annullato con l'estinzione del reato, ci sono delle frasi scritte più di due anni fa da Buffagni sul suo blog e su Facebook.
L'allora consigliere lombardo aveva paragonato il metodo di governo della Lombardia da parte del Carroccio a quello del «Pd, mafia capitale» e aveva parlato di «ragnatela leghista» fatta di un «sistema marcio che sta infettando le istituzioni», in quanto sarebbero stati piazzati degli «yes men» per «aprire porte e stendere tappeti rossi». Parole che all'epoca avevano mandato su tutte le furie l'attuale ministro dell'Interno che decise di sporgere querela ritenendo, come poi risulta dall'imputazione, la Lega parte offesa (non è parte civile) assieme allo stesso Morici e ad Andrea Paganella (non è parte civile), capo della segreteria di Salvini. Poi, però, con la nascita dell'alleanza di governo giallo-verde, il processo non è mai di fatto iniziato ed è stato rinviato più volte in attesa che i due politici formalizzassero la "pace", che ora sembra davvero vicina. I legali ( Salvini è rappresentato dal legale Claudia Eccher) hanno, infatti, spiegato al giudice che le «trattative conciliative» sono in stato avanzato e il magistrato ha, quindi, concesso un rinvio di due mesi per perfezionare l'accordo. 
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