Autonomia, FdI e FI: 30 emendamenti per cambiarla

Gli obiettivi: risorse garantite per il Sud e maggior coinvolgimento del Parlamento. Chiesto anche un fondo di perequazione, valanga di modifiche (400) da Pd e M5S

Autonomia, FdI e FI: 30 emendamenti per cambiarla
di Luca Cifoni
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Venerdì 7 Luglio 2023, 07:29 - Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 08:16

Una trentina di emendamenti, pochi formali, molti di sostanza. Con un obiettivo nemmeno tanto sottotraccia: intervenire sui nodi più delicati del disegno di legge sull’autonomia differenziata, per scongiurare derive pericolose. Sono le proposte di modifica provenienti da Fratelli d’Italia e Forza Italia, che fanno parte di quelle presentate ieri dai gruppi parlamentari, alla scadenza prevista per le forze politiche in quanto tali; resta la possibilità per relatore e governo di mettere nero su bianco ulteriori emendamenti più avanti.


Autonomia, per quanto riguarda Fratelli d’Italia, la direzione di marcia è stata sintetizzata dal presidente dei senatori Lucio Malan, dal capogruppo in Commissione Affari Costituzionali Marco Lisei e da Andrea De Priamo, componente della Commissione Affari Costituzionali.

La premessa è che si vuole «rafforzare il disegno di legge» il quale «rappresenta uno dei punti del programma della coalizione vincente alle elezioni». Le finalità dichiarate delle modifiche sono però rilevanti. Si tratta di «garantire l’unità, la coesione e la solidarietà nazionale, rafforzare il ruolo del Parlamento attraverso un maggior coinvolgimento nella determinazione dei Lep, tutelare le Regioni meno forti che dovessero decidere di non accedere all’autonomia differenziata».


IL PRINCIPIO
Vediamo allora come questi obiettivi dovrebbero essere concretizzati. Ci sono riferimenti più espliciti al principio dell’unità nazionale e a quello di coesione sociale economica e territoriale. Altri interventi riguardano i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni che dovrebbero essere garantiti a tutti i cittadini italiani anche dopo il passaggio di ulteriori competenze ad alcune Regioni. Oltre all’ulteriore sottolineatura della necessità di un rapporto equo tra i diversi territori, c’è l’indicazione che per alcune particolari materie il trasferimento possa avvenire solo dopo la determinazione dei Lep. Inoltre per materie come commercio estero, salute, istruzione, reti di trasporto ed energetiche le intese preliminari tra Regioni e governo potranno essere stipulate solo con un atto di indirizzo di entrambe le Camere. Altri correttivi richiedono che le Regioni possano chiedere il trasferimento solo di una funzione alla volta e che le proposte di intesa riguardino materie per cui c’è un effettivo interesse locale. Insomma si punta ad evitare che tutte e 23 le materie teoricamente disponibili siano trasferite in blocco.
Altri emendamenti vanno nella direzione di rafforzare il ruolo del Parlamento: con la previsione di stabilire i Lep con decreto legislativo invece che con Dpcm. E dovrà essere una legge, non un Dpcm che è un atto amministrativo, a definire quali siano le materi trasferibili in assenza di Lep. C’è poi una sorta di clausola di salvaguardia a tutela delle Regioni che non accedono all’autonomia differenziata e potrebbero nel tempo risultare penalizzate in termini di risorse pubbliche disponibili per i servizi ai cittadini. Nella stessa direzione va il riferimento più esplicito alla perequazione territoriale, ovvero alla necessità di “compensare” in particolare i territori meno accessibili. A tal proposito, FI ha depositato un ordine del giorno (a prima firma di Mario Occhiuto) che punta tra le altre cose a istituire un fondo perequativo. L’obiettivo della tutela delle Regioni che non sottoscrivono le intese con il governo, che devono quindi vedersi riconoscere adeguate risorse, è presente anche negli emendamenti di Forza Italia.
In tutto le proposte di modifica presentate da tutti i gruppi sono 557. I pacchetti più abbondanti di Pd e M5S (circa 400 emendamenti complessivi) puntano ad una revisione ancora più drastica del disegno di legge messo a punto dal ministro Calderoli.
 

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