Atreju e Forum Europa, dagli ospiti alla location: il "derby" delle kermesse del weekend tra FdI e Pd

Al via i due appuntamenti dei due principali antagonisti della scena politica italiana

Atreju e Forum Europa, dagli ospiti alla location: il "derby" delle kermesse del weekend tra FdI e Pd
di Mario Ajello
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Giovedì 14 Dicembre 2023, 10:31 - Ultimo aggiornamento: 17:32

C’è chi implora gli amici alla guida del Nazareno, quartier generale del Pd: «Ma non potete chiamare come brava presentatrice, progressista, di sinistra e pop, Serena Dandini? O Francesca Reggiani? O Paola Cortellesi che è dei nostri anche se il suo film ha successo trasversale? Non si rimedia qualcuno che possa rivaleggiare con Spalletti e con Briatore che vanno ad Atreju?». Macchè. Ai vertici  del Pd dicono che un derby è un derby e nella partitissima del weekend - che si apre oggi pomeriggio con la festa meloniana di Atreju mentre domani c’è la kermesse dem e sarà destra contro sinistra e viceversa - vanno esaltate  le differenze  come quelle tra Dybala e Luis Alberto o tra Lukaku e Immobile.

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Atreju, chi ci sarà

E allora, mentre stanno per aprirsi i battenti dell’evento di FdI intitolato all”orgoglio italiano” e che domenica si concluderà con il comizio di Giorgia, i fratelli ve le sorelle d’Italia così raccontano il match destra-sinistra: «Noi abbiamo il presepe vivente e loro il presepe morente della vecchia Europa tecnocratica e non dei popoli, noi abbiamo all’ingresso della festa la stella cometa e dentro è tutto un Christmas World con l’Albero e con le casette natalizie e la pista di ghiaccio e i cibi italianissimi, e loro hanno dibattiti noiosissimi e magari qualche scrittore woke mentre qui arriverà Spalletti».

Che però è di sinistra o almeno lo era.

Ma questo questo in FdI, che si considera  togliattianamente il Partito della Nazione, non è un problema: anche lo chef Vissani è sempre stato dalemiano e di sinistra eppure sarà star ad Atreju, così come Paola Concia, a sua volta alternativa e progr, per non dire del socialista Edi Rama, capo del govreno albanese, e tutti parteciperanno allegramente alla festa meloniana. Del resto il rubabandiera  (do you remember, solo per dirne uno, Lionello Mafredonia, da biancazzurro  a giallorosso?) fa parte del derby.

Il "derby"

Che è geopolitico anche in questo  senso: da una parte Castel Sant’Angelo, il set di Atreju e (vedi l’incipit del «Castello dei destini incrociati» di Italo Calvino) «in mezzo a un fitto bosco un castello dava rifugio a quanti la notte aveva sopreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti», e dall’altra parte, domani e dopodomani con tanto di assembela programmatica dem, gli ex studios cinematografici di via Tiburtina, che fanno tanto arceholoigia industriale e retorica delle periferie  da riscoproire. Come  se non fosse chirissimo, lo era almeno ai comunisti di un tempo (a proposito: weekend di celebrazioni di Berlinguer all’ex Mattaoio di Testaccio con la mostra sul mito di Enrico), che quella parte di Roma ormai è da anni gentrificata e il disagio urbano si svolge altrove  o dappertutto (quartieri centrali inclusi). E quanto a Roma, a unire le due feste c’è solo il sindaco: Gualtieri oggi  pomeriggio ospite degli avversari  ad Atreju e sabato con i suoi compagni all’evento dem. 

Schlein: «Noi siamo agli antipodi rispetto a Meloni»

E comunque, parola di Elly Schlein: «Noi siamo agli antipodi rispetto a Meloni». Si era capito e le due feste sono appunto  lo specchio di questa alterità politico-culturale e, verrebbe da dire, antropologica. Avrebbero mai invitato i dem il riccone-ricchissimo Elon Musk per festeggiarlo e festeggiarsi affiancandolo magari ai baffoni vetero-comunisti di Sandro Ruotolo, guru di Elly, o ai ragionamenti profondi e sensati di Romano Prodi - sabato sarà in scena a alla festa Pd- che probabilmente non è mai salito a bordo di una  Tesla ma sa tutto dell’industrializzazione del passato e del futuro? C’è Rishi Sunak, premier britannico, ad Atreju - e prima di andare alla festa sarà sabato con Meloni e Rama a Palazzo Chigi - e c’è anche Santigo Abascal di Vox che ha appena detto in maniera poco  woke che prima o poi il premier spagnolo e socialista Sanchez finirà appeso a testa in giù.

Questi e tanti altri nella squadra di Castel Sant’Angelo mentre nell’altra metà del campo europeo e intanto romanissimo sono  schierati oltre al tridente Prodi-Gentiloni-Enrico Letta, la capogruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo Iratxe García Pérez, il commissario Nicolas Schmit, lo scrittore Antonio Scurati, la giornalista Lucia Annunziata. Sulla loro maglia c’è scritto il titolo dell’evento dem: «Verde, solidale, giusta. L’Europa che vogliamo». La divisa degli avversari dice invece Italia uber alles. Europeismo contro nazionalismo? Non proprio, ma quasi. E soprattutto: la festa della destra è più orientata allora vado e al pop, quella della sinistra più seriosa  e tecnico-politica. Due stili, due mondi. E ci sarà da divertirsi, ma anche no, in questo fine settimana pre-natalizio.

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