Andrea Augello, ai funerali Giorgia Meloni in lacrime: «Mi chiamò per dirmi che stava morendo»

Nella basilica di Santa Maria in Ara Coeli, i funerali del parlamentare di Fratelli d’Italia, appena scomparso dopo una malattia di due anni

Andrea Augello, il ricordo di Giorgia Meloni: «Mi chiamò per dirmi che stava morendo, rimasi senza parole»
di Mario Ajello
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Martedì 2 Maggio 2023, 13:59 - Ultimo aggiornamento: 19:58

Un homo ludens nel senso più profondo del significato. Così Giorgia Meloni descrive Andrea Augello, parlando ai funerali gremitissimi, nella basilica di Santa Maria in Ara Coeli, del parlamentare di Fratelli d’Italia, appena scomparso dopo una malattia di due anni, che è stato figura importantissima della comunità di destra a Roma e nel Lazio. «Andrea sapeva ridere di tutto - racconta Meloni, commossa - e farti ridere di tutto. Un giorno mio chiamò dicendomi che voleva parlarmi con urgenza. Ero sicura volesse confrontarsi con me su vicende elettorali. E appena lo vidi, essendo per me una giornata frenetica, gli dissi: "Ho solo 20 minuti di tempo". Lui mi guarda e senza muovere un muscolo mi dice: "Sto morendo". Io resto senza parole. E lui mi fa: “Non fare così, pensa a me che in 20 minuti devo dirti che sto morendo. Andrea era fatto così. Aveva quella ironia profonda che è tipica delle persone molto intelligenti».

I funerali di Andrea Augello

Dopo aver raccontato quell’aneddoto, la gente in chiesa è scoppiata in un applauso.

E ancora Meloni. Racconta dall’altare - e Andrea aveva chiesto all’amica e compagna di vita politica da sempre di parlare di lui al funerale quando non ci sarebbe stato più - che i medici durante la malattia avevano suggerito ad Augello di parlare con una psicologa, e lui ripose: «Guardate, a me va pure bene. Ma non credo di avere le competenze necessarie per aiutare questa signora». 

Esequie molto partecipate e molto simili a lui: senza retorica e piene di considerazione non solo per Augello, ma per ciò che egli ha rappresentato per molti - anche avversari, ci sono infatti tra gli altri i due big del Pd capitolino: il sindaco Gualtieri e il deputato Claudio Mancini - cioè la politica nella sua essenza come sfida per costruire, come visione e pragmatismo, come rispetto per tutti e dialogo anche culturale che è l’opposto del compromesso andante e politicante. In prima fila nella chiesa, oltre a Meloni, il presidente del Senato, La Russa, il ministro Lollobrigida, il sottosegretario Mantovano, Pier Ferdinando Casini, Maurizio Gasparri. E in familiari: le tre figlie di Andrea, la moglie Roberta Angelilli (vicepresidente della Regione Lazio) e il padre di Andrea, che già aveva perduto un altro figlio, Toni Augello, altro pezzo molto importante e tanto rimpianto della destra romana.

 

Il ricordo di Giorgia Meloni

Il ricordo di Giorgia è commovente: «Nell’ultimo discorso pubblico che fece Andrea, letteralmente scappato dall’ospedale, disse: “Da quanti anni combattiamo insieme ma sono i nostri anni, quelli della nostra vittoria e del nostro riscatto. Ma non dimenticatevi mai che le cose cambiano, arriveranno giorni amari e allora ricordatevi che abbiamo fatto la storia con S maiuscola. Siamo debitori a noi stessi, alla nostra storia e alla nostra schiena dritta. Era un testamento e lui lo sapeva». E ancora: «Saremo degni dei sacrifici che quella generazione ha fatto per consentirci di vivere questo tempo, delle aspettative che aveva e dei progetti che non ha potuto realizzare e che ora forse sono alla nostra portata. Ci saremo come ci sei stato tu Andrea per noi. E quando penseremo a te, useremo le stesse parole che hai usato per tuo fratello Toni, c’era una volta mio fratello».

C’era una volta mio fratello è infatti il titolo del libero che Andrea aveva scritto su Toni, prematuramente scomparso di cancro. «Ora si sono ritrovati in paradiso», dicono tutti i presenti - tra cui parlamentari e ministri - di Andrea e Toni. La bara sull’altare è avvolta in una bandiera italiana. Le musiche sacre sono toccanti come tutto il resto. I ministri Fitto, Lollobrigida, Roccella, il viceministro Leo e gli altri, autorità e colleghi di partito, amici e persone anche di sinistra che lo stimavano: un pezzo di Roma unita in onore di una persona che a Roma era affezionatissimo - «Era la sua grande preoccupazione», dicono un po’ tutti - ma la sua perdita priva tutta la politica di uno di quei personaggi che le hanno fatto onore. «Onore», dice non a caso la moglie Roberta, «era uno dei valori che più lo descrivevano». Ed è esattamente così.

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