Amatrice, sette anni dopo il terremoto, Meloni alle famiglie sfollate: «Acceleriamo la rinascita»

Meloni alle 14mila famiglie sfollate: «Sosterremo il percorso di rinascita»

Amatrice, sette anni dopo il terremoto Meloni alle famiglie sfollate: «Acceleriamo la rinascita»
di Francesco Malfetano
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Venerdì 25 Agosto 2023, 00:20

Duecenovantanove vittime: 237 ad Amatrice, 51 ad Arquata (quasi tutte nella frazione di Pescara del Tronto) e 11 ad Accumoli. Sette anni dopo il sisma che sconvolse il Centro Italia, il bilancio di quel 24 agosto 2016 mette sempre i brividi. Specie se, a fronte di 28 miliardi di euro di danni e 41mila sfollati, la ricostruzione di quei «meravigliosi luoghi dell’anima» resta ancora un’«incompiuta». «Una ferita non chiusa che fa male». Una sofferenza di cui, nel giorno dell’anniversario del terremoto, è la premier Giorgia Meloni a provare a farsi carico almeno in parte: «Oltre 14mila famiglie vivono tuttora lontane dalle loro case, molti territori faticano a tornare alla normalità, diversi i ritardi da colmare e le criticità che rimangono da affrontare». Anzi, nel suo messaggio di cordoglio inviato ai cittadini delle quattro regioni colpite, la presidente del Consiglio rivendica la svolta impressa dal suo arrivo a palazzo Chigi. «Il Governo sta operando per imprimere un cambio di passo, dalle norme ai cantieri» ha scritto, per poi aggiungere: «L’Appennino centrale è il cuore d’Italia e chi lo vive è un popolo orgoglioso e capace di rialzarsi. Il nostro dovere è sostenere questo percorso di rinascita sociale ed economica con risposte concrete e interventi efficaci». 

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I cantieri


Ad Amatrice come ad Arquata o negli altri 136 comuni colpiti oggi non c’è quella selva di impalcature che a colpo d’occhio certificherebbe il definitivo avvio della ricostruzione, l’accelerazione di cui parla la premier è però nei numeri con oltre 28mila richieste di contributo presentate (su circa 50mila attese) di cui 11mila già approvate per una spesa di 11 miliardi di euro. Si parla di 17mila cantieri aperti, di cui quasi 9.500 conclusi. Non senza fatica come ha spiegato il sindaco amatriciano Giorgio Cortellesi che, a fronte «ditte che prima si aggiudicano gli appalti e poi non riescono a portare avanti le opere», vanta oggi più di 500 cantieri aperti. «In questi mesi - ha spiegato ancora Meloni - dopo gli anni della pandemia e lo shock dei prezzi dovuto all’inflazione, si è dato un nuovo impulso alla ricostruzione privata e sono state poste le basi per velocizzare quella pubblica, snellendo le procedure e sostenendo concretamente i soggetti attuatori nelle attività di progettazione e sviluppo delle opere pubbliche».

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Il rilancio


Un primo tassello importante ma non definitivo, come ieri hanno provato a sottolineare chi ha perso parenti, amici e case. «La nostra fiducia nelle istituzioni diminuisce, si faccia un fondo per i familiari delle vittime» è l’appello stampato sulle t-shirt arancioni indossate durante la cerimonia di Amatrice da alcuni abitanti. «Meno armi, più ricostruzione» quello che invece campeggia dall’alba di ieri su uno striscione esposto su un viadotto della Salaria che porta al borgo laziale.
A loro si è rivolto ieri il commissario alla ricostruzione post sisma del 2016, Guido Castelli quando sottolineando come «Non è tempo di promesse, ne di generici propositi», ha spiegato come l’obiettivo sia ora «ricostruire le case ma anche la fiducia, che è la malta di tutto quello che dobbiamo fare». Una fiducia che Castelli stesso ha provato a rilanciare ribadendo quanto annunciato al Messaggero giovedì. Ovvero l’avvio per ottobre del «super cantiere» che permetterà il recupero del centro storico di Amatrice. Tasselli appunto, a cui si aggiungerà presto un nuovo decreto. Ad presentarlo è stavolta il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci che ha assicurato come «nei prossimi giorni delibereremo in Consiglio dei ministri un disegno di legge destinato esclusivamente a gestire le ricostruzioni dopo ogni calamità e non soltanto quelle sismiche, ma anche in caso di alluvioni frane e incendi boschivi».

 

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