Agenzie, scippo Roma: Palazzo Chigi appoggia l’asse del Nord-Ovest

Agenzie, scippo Roma: Palazzo Chigi appoggia l’asse del Nord-Ovest
di Andrea Bassi
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Sabato 5 Settembre 2020, 00:57 - Ultimo aggiornamento: 17:38

Le vane promesse di un rilancio del Mezzogiorno sono state seppellite in sole tre righe della nota con la quale il governo ha candidato Milano a sede Ue del Tribunale unificato dei Brevetti, e Torino quale sede dell’Istituto italiano di intelligenza artificiale. Una decisione definita «strategica» e il cui obiettivo, sostiene Palazzo Chigi, «è creare una sinergia tra le due città e il governo e allo stesso tempo consolidare l’asse Nord-Ovest del Paese: una strategia che renderebbe ancora più forti Milano e Torino e, con esse, l’Italia». Insomma, la vecchia idea, ormai stantìa, che alimentando i serbatoi della presunta “locomotiva d’Italia”, anche i vagoni del resto del Paese possano venire trasportati. Peccato che, ad oggi, questa idea si sia rivelata completamente fallimentare.


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Roma e Mezzogiorno traditi

Lo ha spiegato in modo chiaro, nell’intervista pubblicata ieri dal Messaggero, il presidente della Svimez, Adriano Giannola. Negli ultimi dieci anni, come certificato dai conti territoriali della pubblica amministrazione, il Mezzogiorno ha ricevuto meno investimenti del dovuto per 60 miliardi l’anno, che hanno condannato il Sud all’arretratezza. Ma alimentare la “locomotiva del Nord” non ha aiutato nemmeno il settentrione, anzi ha prosciugato il mercato interno di quelle stesse imprese che oggi soffrono come non mai. Una strategia suicida che il governo, per motivi ignoti, pare voler continuare a perseguire. 

Interventi mancati/Il disinteresse di Raggi per la città che governa

LA STRATEGIA
La stessa strategia utilizzata quando si è deciso di candidare sempre Milano a sede dell’Agenzia europea del farmaco, nonostante il Lazio sia la prima regione esportatrice di farmaci con il 42% del totale nazionale. Le sedi decentrate delle istituzioni europee portano con sé grande sviluppo ai territori che le ospitano. È per questo che la battaglia tra le grandi città per ottenerle è spesso cruenta. Basta ricordare come lo scontro tra Milano e Amsterdam sull’Agenzia del farmaco, alla fine sia stato deciso a testa o croce con strascichi e accuse violente. Oppure come Torino e Milano si sono scontrate per ottenere la candidatura per il Tribunale dei brevetti. 



Per l’Italia poi, c’è una ulteriore peculiarità: non solo viene completamente ignorata qualsiasi città meridionale, ma la capitale, Roma, è del tutto esclusa dalle competizioni per le Agenzie europee. È come se dopo il «no» della giunta Raggi alla candidatura per le Olimpiadi la città fosse stata eliminata da ogni competizione. Mentre le città del Nord si contendono le sedi europee foriere di sviluppo e di benessere per i propri cittadini, a Roma si festeggia una scalinata ripulita dalle erbacce. L’ordinario diventa straordinario. 

LE REAZIONI
Ieri il segretario del Pd del Lazio, Bruno Astorre, ha accusato la sindaca. «Virginia Raggi - ha detto - non muove un dito per portare a Roma la sede del Tribunale europeo dei Brevetti e ancora una volta la Capitale subisce i danni del malgoverno della giunta. Un’assenza gravissima e una rinuncia incredibile nelle candidature per una istituzione prestigiosa e strategica per l’Italia e l’Europa», ha detto. Eppure la Regione Lazio è guidata dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che non ha battuto colpo. Invece ieri il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, ha reclamato il suo ruolo. «Grazie al nostro pressing e al contributo di tutti gli altri attori interessati alla vicenda - ha detto - abbiamo raggiunto il risultato auspicato. Se il governo si è mosso in questa direzione, consentitemi di sottolinearlo, è anche e soprattutto per la presa di posizione che nei giorni scorsi ha assunto la Regione Lombardia sollecitando l’esecutivo, dopo un periodo di preoccupante silenzio nei nostri confronti».

A preoccupare, soprattutto il Mezzogiorno, invece, dovrebbe essere la stesura dei progetti italiani per il Recovery Fund. Il governo promette che i 209 miliardi saranno impegnati per ridurre le distanze territoriali. Cosa che del resto chiede la stessa Europa. Per ora, però, quelle stesse distanze territoriali che il governo sostiene a parole di voler accorciare quanto prima, nei fatti le sta alimentando. 
 

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