Tony Colombo e Tina Rispoli al telefono col boss: «Portaci quei soldi, servono a Corleone»

Il Ros: l’ex vedova “nera” ha finanziato la carriera del coniuge con 500mila euro

Tony Colombo e Tina Rispoli
di Leandro Del Gaudio
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Mercoledì 18 Ottobre 2023, 12:06

Quando interviene al telefono, lo fa per urlare. E per scandire bene le parole: «Devi portarmi i soldi. Ora! Sono soldi miei, soldi che ti ho prestato, altrimenti vado a casa di tua madre e butto tutti dal balcone».

A parlare è Tina Rispoli, ex vedova nera della camorra, per anni devota consorte del marito Gaetano Marino, ucciso a Terracina nell’estate del 2012. Da allora, la donna ha mostrato un volto meno remissivo, almeno a leggere la ricostruzione dei carabinieri del Ros guidati dal colonnello Andrea Manti: la donna ha gestito e foraggiato la carriera di un «cavalluccio», come vengono definiti i cantanti neomelodici a Secondigliano. Un giovane artista nato a Palermo, con aspirazioni alte e modi spendaccioni, che aveva chiesto a Gaetano Marino dei soldi. Un prestito che la donna ha fatto lievitare. In tutto - scrivono i militari - 500mila euro dati a Tony Colombo, in un rapporto che si evolve, dal momento che Tina e Tony si fidanzano e si sposano. A monte, però, ci sono soldi che puzzano di camorra, di piazze di spaccio, di morti innocenti nelle interminabili faide di camorra per la droga. In dote, l’ex vedova nera porta sull’altare i soldi del marito ucciso dagli ex alleati del clan Abete, ma anche una parte di soldi della famiglia Rispoli, pusher storici delle case celesti di Scampia. 

E non è tutto. Siamo nel 2015, lascia la cella Vincenzo Di Lauro, rimasto indenne durante la faida in quanto detenuto. E si dà agli affari. Il boss recupera soldi da antichi prestanome e si lega a Tony e Tina. Assieme puntano al contrabbando di sigarette, con l’affitto di un capannone alle porte di Napoli per stoccare il tabacco e venderlo in mezza Europa (verrà sequestrato dalla Finanza). Poi Vincenzo Di Lauro diventa socio occulto nella realizzazione del marchio Corleone e del drink “9millimetri”, ma anche nella gestione di supermercati nei locali di Tina Rispoli e di una boutique di Secondigliano dove vengono venduti i capi griffati Corleone. 

Una boutique gestita da parenti dei Di Lauro, dove Tony Colombo si fa immortalare con volti più o meno patinati, come Lele Mora (estraneo alle accuse) con tanto di maglia dedicata al padrino siciliano e qualche dj radiofonico locale.

Ma sentiamo le richieste di Tony Colombo al boss Di Lauro: «Vincenzo mi serve un assegno a sessanta giorni, mi serve per la stamperia di Palma Campania». Immediata la risposta, con l’ok del boss che, secondo un pentito, «ha interesse a sfruttare mediaticamente il successo di Tony Colombo». Ma ci sono altre telefonate di questo tipo, specie quando Tony chiede a Enzo (parliamo sempre del boss in carica) versamenti di soldi a stretto giro. A monte ci sono 35mila euro che i due coniugi avrebbero messo nel capannone da affittare, mentre sui brand ci sarebbe stato il tentativo di riciclare da parte del boss. 

Ebbene? Tony è diplomatico. E dice: «Ti saluta Tina (facendo leva sullo spessore della vedova Marino), servono quei soldi», mentre il discorso si addolcisce di gran lunga quando si fa prossimo il matrimonio tra la lady delle case celesti e il neomelodico: «Mi raccomando al matrimonio. Sia io che Tina ci teniamo tantissimo, più di ogni altra cosa, devi venire tu e la tua famiglia, il tuo tavolo deve stare accanto al nostro, ho già prenotato alla Sonrisa». Un rapporto tra la camorra e Tony Colombo che va avanti da tempo, come raccontano i pentiti Gianluca Giuliano, Gennaro Carra, Salvatore Tamburrino, che - a loro volta - svelano anche altri particolari come gli spari contro i vetri della casa discografica di Colombo.

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«Fu una levata di testa da parte di un esponente del malaffare di Secondigliano contro i Rispoli», hanno spiegato. Eppure, in quella casa di produzione, Vincenzo Di Lauro era di casa, come commentano due affiliati intercettati, che fanno addirittura riferimento a un incontro all’interno dello studio tra Vincenzo Di Lauro e il figlio del boss di Torre Annunziata Valentino Gionta. Ci fu un blitz, ma i due soggetti riuscirono a scappare. Una storia criminale che esplode mediaticamente con il matrimonio in piazza Plebiscito tra Tina e Tony, che catapulta la strana coppia al centro di popolari talk. È in una di queste occasioni, che Tony Colombo si scaglia contro il parlamentare dei Verdi Francesco Borrelli, che ha avuto il coraggio di puntare l’indice contro le nozze trash di piazza Plebiscito. «Borrelli? A Napoli va ad alzare i mozziconi dalle spiagge», disse in modo sprezzante. In cella per camorra, oggi Colombo avrà modo di rivedere la propria scala di valori: a partire dalla differenza tra chi pulisce le strade e chi ripulisce soldi sporchi.

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