Visita del presidente Mattarella al 38° parallelo, nella zona demilitarizzata tra la Corea del Sud e la Corea del Nord che regge il fragile equilibrio di una guerra mai ufficialmente terminata per volere di un regime dittatoriale come quello di Kim Jong-un che continua a rafforzare un arsenale che si teme sempre più vicino a disporre di armamenti nucleari e missili intercontinentali.
«Qui si è svolta una pagina cruciale della storia». Lo ha ricordato Sergio Mattarella riassumendo il senso di una sua visita a Panmujeon, il luogo simbolo dell'armistizio tra le due Coree. Ma ancor più di quell'incredibile fascia demilitarizzata che taglia completamente in due la penisola coreana, dividendo tutt'oggi un popolo che ancora cura le ferite di una guerra sanguinosa durata dal 1950 e 1953 e che ha provocato oltre due milioni di morti. Il presidente della Repubblica è stato all'interno del piccolo edificio di legno, dentro la zona della zona demilitarizzata che è l'unico punto di incontro tra le due nazioni.
«Qui si comprende come una guerra che non si è mai conclusa con il conseguimento della pace comporta il rischio costante di nuove violenze e quanto qui viene fatto ha il respiro della storia, è particolarmente importante per evitare esplosioni di violenza ulteriori».
Dopo la visita al presidio del 38° parallelo, dove la forze armate italiane costruirono un ospedale da campo per conto dell'Onu, Mattarella ha incontrato il presidente della Repubblica della Corea del Sud Yoon Suk-Yeol. Il capo dello Stato è stato accolto, nella parte più ufficiale della sua visita di tre giorni, con gli onori militari e l'inno d'Italia nel palazzo presidenziale della capitale coreana. Saranno firmate anche intese bilaterali con il colosso dell'economia asiatica.