Scamarcio e Porcaroli travolti dalla passione. «Sul set un amore oltre il copione»

I due attori, 42 anni lui e 23 lei, hanno presentato a Roma “L’ombra del giorno”

Scamarcio e Porcaroli travolti dalla passione. «Sul set un amore oltre il copione»
di Gloria Satta
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Mercoledì 23 Febbraio 2022, 06:52 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 07:38

Un uomo, una donna, un grande storia d'amore tanto sullo schermo quanto nella vita, un bel film nella migliore tradizione italiana tutto giocato fra dramma e speranza, ritratto d'epoca e passione. Riccardo Scamarcio, 42, e Benedetta Porcaroli, 23, la nuova coppia d'oro del cinema, sono i protagonisti di L'ombra del giorno, regia di Giuseppe Piccioni, in sala dal 24 febbraio. È il film che, girato l'anno scorso ad Ascoli Piceno in pieno lockdown, li ha fatti innamorare.

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E ora, dopo mesi vissuti nel massimo riserbo infranto solo da qualche paparazzata, i due attori fanno la prima uscita pubblica proprio per presentare, bellissimi e complici tra sorrisi, abiti glamour (lei risplendente in camicia rinascimentale Gucci) e gesti d'intesa, L'ombra del giorno di cui Riccardo ha voluto essere anche produttore con RaiCinema rilevando il progetto in corsa.

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INNAMORATO
«Il cinema si fa lanciando il cuore in avanti», s'infervora l'attore, «e io mi sono letteralmente innamorato del copione che racconta una grande storia d'amore. Ma parla anche della paura: è un sentimento che oggi, tra pandemia e conflitti, ci è purtroppo familiare». Siamo negli Anni Trenta alla vigilia della guerra, il fascismo diffonde l'immagine di un falso benessere che nella realtà cela sospetti, delazioni, violenza. Scamarcio, presenza sempre carismatica sullo schermo, interpreta con serena compostezza («mi sono ispirato a mio padre») il personaggio di Luciano, proprietario di un ristorante e simpatizzante del regime, brav'uomo, claudicante, generoso. «Io non sarei capace di soffrire in silenzio come lui», rivela l'attore. Un giorno assume in cucina Anna che ha un disperato bisogno di lavorare ma nasconde non solo un marito ma anche un drammatico segreto. I due s'innamorano perdutamente e, per aiutare la ragazza, Luciano rischierà tutto.

E anche se il loro amore è destinato a non avere un futuro, grazie a lei imparerà a vedere la realtà con occhi diversi. E a cambiare.


Nel ruolo di Anna, un'interpretazione intensa ma al tempo stesso misurata che passa dallo sguardo, Benedetta dà prova di aver raggiunto una sorprendente maturazione artistica: lanciata dalla serie Baby sulle giovanissime squillo dei Parioli e già convincente nei panni di Donatella Colasanti in La scuola cattolica, l'attrice romana conferma di possedere un talento in crescita. «Anna appartiene al secolo scorso ma l'ho sentita vicina», spiega, «anch'io sogno un mondo migliore e tendo a fidarmi delle persone. Mi è stato più difficile calarmi negli Anni Trenta, quando una donna sposata che si innamorava di un altro era tenuta a rinunciare al suo sentimento, sia pure con dolore, in nome del dovere. A una femmina si chiedeva di reprimere la propria emotività... Mi sono accostata a quell'epoca per me lontana con grande rispetto. La lavorazione del film si è svolta all'insegna dello scambio umano tra noi tutti. Vivevamo nell'ansia del Covid, uno stato d'animo che ci riportava alle paure del fascismo. Essere sul set ha rappresentato un viaggio bello e intenso».

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E ha contribuito a consolidare il sentimento sbocciato tra Scamarcio, che dopo la lunga storia con Valeria Golino nel 2020 aveva avuto una bambina dalla manager inglese Angharad Wood, e Porcaroli che era stata legata al regista Michele Alhaique.
STATO DI GRAZIA
I due attori hanno scelto di non parlare della loro vita privata, lasciando al lavoro il compito di testimoniare lo stato di grazia che stanno attraversando. La carriera di entrambi procede infatti a passo di carica. Prossimamente vedremo Riccardo nei panni del pittore maledetto nel film di Michele Placido L'ombra di Caravaggio, poi nella commedia di Umberto Carteni Quasi orfano, quindi nel film francese Face à toi. Benedetta apparirà invece accanto a Pierfrancesco Favino in Il colibrì, tratto dall'omonimo romanzo di Sandro Veronesi e diretto da Francesca Archibugi. Intanto, i due accompagnano con entusiasmo l'uscita di L'ombra del giorno.
FINESTRE
«I miei film sono finestre aperte sulla vita», dice Piccioni, 68, «e quest'ultimo non pretende di essere un trattato sul fascismo né un atto di accusa politico. Vuole ripercorrere una pagina di storia italiana, finora relegata ai libri scolastici, raccontando come il regime abbia avuto ripercussioni sulle esistenze di tutti. Non dà risposte, ma spero suggerisca degli spunti di riflessione soprattutto sulla libertà di espressione, un bene a cui non potremo mai rinunciare».
 

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