Quarant’anni di carriera ma in tv mi «chiamano solo per mostrare che sono malato. Sono stufo»: è lo sfogo di Rodolfo Laganà, uno dei volti più noti di teatro, tv e cinema tra anni ottanta e novanta. Gigi Proietti come nume tutelare e una carriera che lo vide protagonista di Al Paradise su piccolo schermo, in infinite riproposizioni di musical teatrali di Garinei e Giovannini (Alleluja brava gente e Rinaldo in campo) e al cinema con i grandi della commedia: i fratelli Vanzina, Corbucci, lo stesso Proietti.
Rodolfo Laganà malato, l'accusa
«Anni formidabili, irripetibili.
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Laganà ricorda, parlando con il Corriere della Sera, come fece all’epoca anche Bernardo Bertolucci, che girare per Roma in carrozzella è un disgraziata delirio, mai sanato da alcuna amministrazione, men che meno da quella attuale del PD. «Ho fatto anche una canzone su questo tema, “Carozzella romana” in cui denuncio in maniera ironica la presenza di barriere architettoniche, lo stato delle strade, le buche e la difficoltà per chi è disabile. Non c’è rispetto, nessuno se ne importa». L’attore romano ricorda la vicinanza con Proietti e un sogno: «Mi sarebbe piaciuto un ruolo alla Aldo Fabrizi». Poi l’impietoso rapporto con l’avida tv del dolore: Mi chiamano poco. O meglio non mi chiamano per quello che potrei fare o raccontare. Ultimamente ho preso una decisione: non mi potete chiamare solo per parlare della mia malattia, della sclerosi multipla. Sono stufo. Ho 40 anni di carriera, merito altro». Nudo proprietario va in scena ogni sera al Teatro degli Audaci di Roma.