Riccardo Zebro, muore un altro chef italiano a New York: aveva 34 anni ed era stato lodato anche da Robert De Niro

Sarà effettuata l'autopsia

Riccardo Zebro, muore un altro chef italiano a New York: Aveva 34 anni ed era stato lodato anche da Robert De Niro
di Anna Guaita
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Sabato 19 Agosto 2023, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 13:11

NEW YORK Lo hanno trovato sdraiato, supino, sembrava dormisse. Ma ai richiami dei due poliziotti, non è venuta nessuna risposta. Il 34enne Riccardo Zebro era morto. L'allarme lanciato da un collega che aveva chiamato la polizia preoccupato del suo silenzio si è rivelato purtroppo fondato. Nell'appartamento di Riccardo, in un tranquillo quartiere di Queens, non c'erano segni di effrazione o violenza. Tutto era in ordine. Cosa abbia ucciso il giovane italiano rimane dunque per ora un mistero.

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Ma sembra esserci una maledizione che insegue gli chef a New York e nel resto del mondo.

Incidenti, overdosi, suicidi, a voler fare un elenco se ne potrebbe dedurre che il mestiere di chef è davvero difficile e stressante, come ce lo dipingono in tv e al cinema. Eppure questo non sembrerebbe il caso di Riccardo, la cui immagine sui social è quella di un giovane popolare, felice, creativo, e soprattutto realizzato nella sua carriera. Era originario di Cassina de' Pecchi, una cittadina vicino a Milano, il cui sindaco, Elisa Balconi, ha reagito ieri proprio citando il vuoto che la sua scomparsa lascia e il cordoglio di «tanti amici che lo piangono». Sulle sue pagine Instagram si può constatare l'abilità anche artistica di Renato, le cui creazioni erano un trionfo di colore ed eleganza.

Su Facebook si leggono le parole di ammirazione di amici e clienti, le foto dei vip che hanno mangiato e lodato i suoi piatti, incluso Robert De Niro. Sugli altri social si accumulano le testimonianze di colleghi che lo raccomandavano per la sua abilità culinaria unita a una capacità di lavorare gioiosamente in gruppo. Niente a che vedere dunque con le immagini degli chef sotto stress, che gridano e maltrattano i colleghi e i sottoposti. Riccardo aveva capito subito che voleva lavorare nel mondo della ristorazione e dopo il diploma all'istituto alberghiero Carlo Porta, nel 2008, era stato stagista e poi assunto all'Hotel Sheraton Diana Majestic di Milano.

Dopo cinque anni milanesi, ha spiccato il volo verso le Bermuda, e da lì verso New York, dove ha esordito al San Carlo Osteria Piemonte, per poi conquistare un posto da chef de cuisine al Sant'Ambroeus West Village dove nel 2021 era diventato executive chef. Una carriera brillante, se si tiene presente che Sant'Ambroeus a New York è forse la catena italiana più nota e amata. Nulla nella sua vita fa pensare a stress o tensioni particolari, come è stato il caso nel passato di altri giovani chef che nella Grande Mela hanno perso la vita, come il 33enne Andrea Zamperoni, di Lodi, chef di Cipriani Dolci, che nel 2021 rimase vittima di un'overdose passatagli da una escort durante quello che doveva essere un pomeriggio di relax.

O come Mario Ferrari, 31 anni, originario di Chieti, che l'anno scorso è morto cadendo dalle scale antincendio del ristorante Harry's Table by Cipriani in cui lavorava a New York. Giovani chef italiani sono morti anche in altre città, alcuni in situazioni inspiegabili come quelle di Riccardo. La morte di Matteo Padovano a Berlino ad esempio sembra ricalcare quella di Zebro a New York: 31enne con esperienza lavorativa simile, il giovane era stato ritrovato sdraiato sul letto, come addormentato.

TENSIONE

La tv invece ci offre figure di chef nevrotici, stressati, iracondi. Chi segue la serie del cuoco Gordon Ramsay sarà abituato che nelle sue cucine regna spesso il terrore, con lui che bestemmia, sminuisce e deride il suo personale. Talvolta, le sue parole pesano troppo. Uno dei ristoratori che era andato a ispezionare e giudicare rimase così scioccato dal suo rude stroncamento che finì per suicidarsi. Non era italiano, ma quasi: Joseph Cerniglia, un 39ennne proprietario del ristorante Campania, nel New Jersey.
 

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