Regina Elisabetta, le battute di un mito che resiste: «Non posso vestirmi di beige, nessuno saprebbe chi sono». E gli ombrelli sempre trasparenti

La venticinquenne Elisabetta diventò regina all'improvviso: «Mio padre mi disse: ricorda, qualunque cosa tu possa fare o dire a qualcuno, sarà ricordata per sempre»

Regina Elisabetta, le battute di un mito che resiste: «Non posso vestirmi di beige, nessuno saprebbe chi sono». E gli ombrelli sempre trasparenti
di Laura Pranzetti Lombardini
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Sabato 22 Luglio 2023, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 14:10

Esistono personalità che segnano epoche, ineguagliabili per fascino e carisma. Elisabetta II, regina del Regno Unito per settant'anni - e per molti "la regina" - è una di queste. Abbiamo metabolizzato la scomparsa ma comunque la regina Elisabetta, che ci ha accompagnato per una vita, ci manca. Molto è stato scritto su di lei, descrivendola storicamente, umanamente e simpaticamente, ma nessuno ne aveva creato una sorta di raccolta di aforismi, corredato da numeri, abitudini, possedimenti e parenti (a volte serpenti e non di Bulgari) come ha fatto la giornalista e Royal Watcher, Federica Brunini, firmando per Gribaudo La regina mi ha detto.

Un libro elegante e viola, come il colore che il Regno Unito adotta in segno di lutto. All'interno pagine gialle e grintose. Nel manuale dalla forma quadrata, viene sottolineata una Elisabetta II che, con i suoi golfini "normali" e i tre fili di perle (negli ultimi anni scesi a due), ha incarnato l'esempio della contemporaneità che va oltre le mode.

I cappelli indossati sono 5000, 200 e più le sue borse con un codice di gestione ben noto: se appoggiava la borsa a terra, si materializzava un maggiordomo che accompagnava l'ospite all'uscita.

CHE SHOW

Soprannominata nel libro QE (Queen Elizabeth), è trattata dall'autrice come un'amica che è stata in grado di adattarsi alle situazioni di vita personale e di regno. Entrambe spesso ingombranti, come nelle migliori famiglie. «I soprannomi di Carlo e Camilla? I due hanno scelto Gladys e Fred, quando, poco più che ventenni, si ispirarono ai personaggi di uno show radiofonico». Il resto è storia. E regno.
«Inevitabilmente, una lunga vita può passare attraverso molte pietre miliari; la mia non fa eccezione». Ancora numeri: 150 milioni di sudditi nel mondo, zero passaporti, due compleanni l'anno. È stata anche il primo e più longevo esempio di intraprendenza e abilità femminile: «Sono da sempre le donne a infondere cura e dolcezza nel difficile cammino dell'umanità», disse nel 1966.

I disegni di Valentina Biasetti enfatizzano le parole che nel libro partono con un albero genealogico stilizzato, proseguono con i nomignoli dei discendenti più prossimi a Sua Maestà, sempre raffigurati con cenni accennati, talvolta un po' severi o irriverenti di cui Lei avrebbe sorriso, e termina con una cronistoria degli anni più significativi. «Anche quando la tua vita sembra la più monotona, quello che fai ha sempre importanza e valore per te e chi ti sta accanto» (1954). Quindici i premier del Regno Unito durante la sua monarchia e 4 milioni le strette di mano. La venticinquenne Elisabetta diventò regina all'improvviso: «Mio padre mi disse: ricorda, qualunque cosa tu possa fare o dire a qualcuno, sarà ricordata per sempre». Sono 78 i Royal Tour, 250 le visite ufficiali, 5 i papi che ha incontrato. E poi, con lo stoicismo muliebre che tutti hanno colto riguardo al principe Filippo (i ben informati e vicini alla casa reale raccontano fosse spesso alla ricerca di conferme. Si dice così?), leggiamo: «È un uomo che non ama i complimenti ma, molto semplicemente è stato la mia forza, è il mio riferimento in tutti questi anni e io, la sua famiglia, questo e molti altri Paesi siamo in debito con lui, un debito più grande di quanto lui stesso possa reclamare e noi immaginare».
Da queste parole del 1997, le tributiamo un fantomatico "Nobel di marketing in virtù dell'amore" in occasione del 56º anniversario di nozze.

L'IMMAGINE

Gli anni di matrimonio sono 73. Si sa, la sua immagine ha avuto un trascorso impresso nel mondo: «Non posso vestirmi di beige, nessuno saprebbe chi sono». Tutti dovevano vederla. Da lontano, nella pioggia - motivo per cui usava ombrelli trasparenti -, tra le persone, ognuno deve portarsi via l'impressione di aver avvistato un "pezzettino" di regina, fosse anche solo l'estremità di una manica. Colorata, ovvio. 300 gioielli, 98 spille. In chiusura di libro, vengono svelati anche alcuni segreti del guardaroba di una real-realtà senza tempo, per arrivare a sprazzi di menu sovrano. L'aperitivo? Gin e Dubonnet o flûte di champagne, spesso sorseggiato anche a pranzo e cena. Il "mito in progress", come lo definisce Brunini, non accenna a svanire.

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