Matteo Paolillo: «Mare Fuori mi ha fatto crescere. Sanremo? Ci andrò solo quando sarò pronto per quel palco»

Matteo Paolillo: «Mare Fuori mi ha fatto crescere. Sanremo? Ci andrò solo quando sarò pronto per quel palco»
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Venerdì 15 Dicembre 2023, 07:22

Per strada c'è ancora qualcuno che lo chiama Edoardo, il nome del personaggio che Matteo Paolillo interpreta nella popolarissima serie Rai Mare fuori, che racconta la voglia di riscatto dei giovani detenuti di un carcere minorile a picco sul mare di Napoli e il cui successo ha conquistato anche gli Usa (lo scorso settembre Variety, la "Bibbia" dello show biz d'oltreoceano, ha annunciato che la serie è stata acquistata dalla piattaforma di streaming statunitense MHz Choice per la diffusione in Nord America). A Roma c'è il rischio che qualcuno lo scambi per Paulo Dybala: sono due gocce d'acqua. «È vero, me lo dicono in tanti», sorride lui.
Domani sera il 28enne attore e cantautore salernitano arriva a Roma con il suo Come te tour, con il quale sta presentando dal vivo nei club italiani le canzoni contenute nell'omonimo album uscito in primavera: all'Atlantico sarà Mare fuori mania. In scaletta canzoni come Origami all'alba, Sangue nero, Uragano e il nuovo singolo A vuo frnì.


Che storia racconta sul palco?
«La mia.

Quella di un ragazzo cresciuto con la passione per il canto e per la recitazione, che sta provando a unire le due cose senza dover fare necessariamente una scelta».


Da chi è composto il pubblico dei suoi concerti?
«È trasversale. Ci sono bambini, adolescenti, ma anche adulti che mi hanno scoperto grazie alla serie».


Quanti vengono ai suoi show per Edoardo e quanti per Matteo?
«Non saprei. È una domanda che pretende una risposta troppo netta. Mare fuori mi ha fatto crescere. Ma oltre al personaggio che interpreto, e che mi appartiene, come testimonia il fatto che in scaletta non mancano canzoni della colonna sonora della serie come Edo freestyle, Origami all'alba e O mar for, c'è di più. La prima canzone l'ho scritta a vent'anni, nel 2015. Era un modo per dare forma ad alcuni pensieri, a degli sfoghi adolescenziali. Ora è diventato un lavoro».


L'adolescenza di Matteo come è stata?
«Semplice, normale. Ma avevo le idee chiare: volevo trasferirmi a Roma, partecipare ai casting, fare l'attore. Sono rimasto lo stesso di allora, comunque: il mio compagno di banco di scuola è ancora il mio migliore amico».


Quanto è legata a "Mare fuori" la moda delle canzoni in napoletano, che conquista anche chi napoletano non è, come Madame (vicentina, ha inciso una canzone in dialetto partenopeo, "Anema e notte", nel disco di Tropico) o Angelina Mango (lucana, sta scalando le classifiche con "Che t'o dico a fa'")?
«Meno di quanto si pensi. C'è da dire che Napoli, al di là di Mare fuori e del successo della serie, sta vivendo un'età d'oro tra musica, arte e calcio. La cultura partenopea ha cominciato ed emergere in tutti i campi artistici in modo meno stereotipato che negli ultimi anni».


Torna a Sanremo a febbraio dopo l'ospitata di quest'anno con il cast, magari per accompagnare la sua amica Clara, tra i finalisti di Sanremo Giovani?
«Non ne abbiamo ancora parlato: è presto, forse. Si vedrà nelle prossime settimane».


È vero che aveva presentato anche lei una canzone ad Amadeus, per partecipare al Festival direttamente tra i big dopo i cinque Dischi di platino e i due Dischi d'oro vinti quest'anno con le hit "Origami all'alba" e "O mar for"?
«Chi lo sa (ride)».


Che vuol dire?
«Mettiamola così: andrò a Sanremo solo quando sarò pronto per quel palco».


Cosa può anticipare sulla nuova stagione della serie, che uscirà proprio a febbraio?
«Il mio personaggio si è ritrovato faccia a faccia con la morte. Cambierà le sue prospettive davanti: si troverà costretto a fare una scelta. Ho già detto troppo, però».


Atlantico Live, viale dell'Oceano Atlantico 271/d. Domani, ore 21
Mattia Marzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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