Luca Favarin, il prete pro coppie gay e fine vita non è più "don" dopo 25 anni: «Nulla di cui vergognarmi»

Dopo la sospensione a divinis della diocesi è arrivata l'ufficialità

Luca Favarin, il prete favorevole alle coppie gay e al fine vita non è più "don" dopo 25 anni: «Nulla di cui vergognarmi»
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Mercoledì 23 Agosto 2023, 13:51 - Ultimo aggiornamento: 13:56

Era considerato il prete degli ultimi, il prete di strada. Ma non in linea con alcuni capi saldi della Chiesa. Si professava favorevole alle unioni tra omosessuali, era d'accordo con una legge per il fine vita. Dopo una travagliata riflessione e un annuncio a dicembre scorso, ora (don) Luca Favarin non è più prete. Ha dismesso la tonaca e torna ad essere un "normale" cittadino di Padova.

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Luca Favarin non è più prete

Lo annuncia lui stesso con un post sui social: «Sono profondamente orgoglioso di quello che sto/stiamo facendo e di come esattamente lo facciamo - scrive - Ancora per un pochino ogni volta che guarderò una chiesa mi ricorderò di ciò che mi è stato detto: "Quello che tu fai non c'entra niente con noi non c'entra niente con la chiesa".

Così saprò ogni volta da che parte girarmi, dove sta la gente. Ma poi anche questo passerà perché non voglio aver tempo se non per il futuro. Ma in coscienza non voglio avere nulla a che fare con chi, senza essere mai venuto a conoscere e capire, giudica le cose che facciamo come attività imprenditoriali. Questo per rispetto delle centinaia e centinaia di notti passate per strada ad incontrare disgraziati e sfruttati. Tutto questo in Italia si chiamerebbe mobbing e diffamazione. Magari poi chissà un giorno avrò pure voglia di un figlio accanto ai tanti arrivati dal mare...».

La decisione

Era la metà di dicembre dello scorso anno quando, sempre attraverso i social, Favarin aveva detto di voler lasciare la Chiesa. Lo fece usando parole molto forti e sottolineando due concetti fondamentali e quanto mai attuali: è favorevole sia alle unioni tra persone omosessuali sia ad una legge per il fine vita.

Lui, il prete degli ultimi, il prete di strada, diceva addio. La vicenda non si era chiusa a quel punto. La Diocesi, in una nota, aveva scritto: «La scelta di Luca Favarin si è, invece, indirizzata diversamente, in forma autonoma e personale, sfociando in attività imprenditoriali su cui più volte la Diocesi ha chiesto informazioni, condivisione e trasparenza», parole percepite come un'accusa da parte dell'ex parroco che infatti parla di mobbing e diffamazione. Dopo la sospensione a divinis ecco che arriva l'ufficialità: Luca Favarin è un cittadino come gli altri. Ma, assicura, «vivrò sempre nel Vangelo».

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