Le Foche, l’aggressore arrestato: Renato Morandi si era barricato per 4 ore in casa. Intervento chirurgico per l’immunologo

Il pluri-pregiudicato è un ex pugile aveva avuto problemi con la droga

Le Foche, l’aggressore arrestato: si era barricato per 4 ore in casa. Intervento chirurgico per l’immunologo
di Karen Leonardi e Camilla Mozzetti
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Sabato 7 Ottobre 2023, 23:40 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 10:00

Quando la polizia, ieri mattina, è andato a prenderlo per accompagnarlo all’interrogatorio di garanzia di fronte al gip, l’uomo si è barricato in casa ed è stato necessario inviare dalla Questura di Roma delle volanti in supporto agli agenti del commissariato di Marino. Per quattro ore almeno, Renato Mauro Morandi, classe 1987, pluri-pregiudicato, ha opposto resistenza da quella villetta ereditata dal nonno che si trova a Rocca Priora (zona dei Castelli). Qui Morandi vive da tempo, seppur saltuariamente, e qui, dopo il pestaggio dell’immunologo Francesco Le Foche, avvenuto giovedì pomeriggio nello studio romano del medico in via Po, erano stati disposti i domiciliari in attesa, appunto, della convalida. Che, come fa sapere la polizia, è comunque arrivata anche in sua assenza. 

LA VIOLENZA

Così, alla fine quando gli agenti sono riusciti ad entrare nell’abitazione, Morandi è stato prelevato e accompagnato nel carcere di Velletri.

La misura cautelare è cambiata anche in ragione del comportamento mostrato dall’indagato. «Sono arrivate diverse auto, non riuscivamo a capire cosa fosse successo», racconta una vicina che ieri ha assistito alla scena. La donna racconta di quell’uomo «sempre schivo ma palestratissimo, sapevamo che faceva il pugile o qualcosa del genere». In questo piccolo comprensorio di villette uni e bifamiliari, con i giardini curati e le siepi sempre potate, i problemi c’erano stati anche in passato. Un altro vicino ricordava di quanto accaduto anni fa quando Morandi avrebbe picchiato un altro residente per una lite familiare.

Francesco Le Foche picchiato da un paziente: «Voleva che curassi il suo cane, quando è morto se l’è presa con me»

Nei trascorsi di Morandi, in base a quanto ha potuto accertare la polizia, risultano esserci stati anche dei maltrattamenti familiari e solo un paio di giorni fa, un altro vicino lo aveva sentito urlare al telefono, litigando con qualcuno per degli scontrini: «sembrava un indemoniato, non la smetteva di gridare». «Sapevo che aveva avuto dei problemi con la droga - ricorda ancora la vicina - ma nessuno di noi ha mai avuto un rapporto stretto, ci intimoriva». Ieri pomeriggio di fronte al cancello c’era ancora una volante: dopo che l’uomo è stato portato via, l’abitazione è rimasta aperta ed è dovuta arrivare la madre a chiuderla. La stessa che, stando anche al racconto dell’immunologo, lo accompagnava spesso in visita. Morandi aveva conosciuto Le Foche tempo fa e a lui si era rivolto per un problema alla schiena, un’infezione che negli ultimi mesi gli aveva comportato molteplici problemi. 

 

LA DINAMICA

Giovedì, senza che fosse stato concordato un appuntamento, l’uomo si è presentato nell’ambulatorio del professionista. La segretaria ha raccontato agli agenti: «è entrato come una furia senza dire nulla e si è gettato contro il professore». Nello studio c’erano anche altri due clienti che hanno chiamato i soccorsi mentre il primo ad intervenire è stato un poliziotto fuori dal servizio che, sentendo le urla della strada, è entrato trovando Morandi sopra Le Foche che gli sbatteva la testa in terra. Il pestaggio sarebbe avvenuto così: a mani nude. Resta da cristallizzare il movente. Il professor Le Foche ha parlato di un’insistenza mostrata da Morandi perché visitasse anche il suo cane, molto malato, ma che non avrebbe potuto mai farlo poiché serviva un veterinario. Nelle scorse settimane avrebbe ricevuto numerosi messaggi con le foto dell’animale. Alla polizia, in base a quanto finora è stato possibile ricostruire, sentendo i testimoni ma non potendo ancora ascoltare l’immunologo, non risulta la presenza di un cane nella dinamica del pestaggio. Morandi, durante le fasi del fermo, mentre cercava di divincolarsi dagli agenti che lo stavano fermando giovedì in via Po, avrebbe parlato di una diagnosi errata.

Per ora il professor Le Foche è stato operato. A seguito dell’aggressione ha riportato diverse fratture al «distretto maxillofacciale e in particolare ha delle brutte fratture nasali e del complesso orbito-zigomatico», spiegava il professor Valentino Valentini, direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia Oncologica, Ricostruttiva Maxillo – Facciale, del policlinico universitario Umberto I. Al momento l’équipe di Valentini ha sistemato le fratture nasali «c’è una frattura dell’orbita importante che però - ha concluso il primario - andrà ridotta e contenuta non appena le condizioni del globo oculare saranno stabili». Ieri è stata suturata anche la rottura del bulbo e nei prossimi sette-dieci giorni saranno valutate eventuali complicanze a livello retinico. 

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