La principessa Mako ha detto sì al compagno Kei Komuro, abbandonando di fatto la famiglia reale. La nipote primogenita dell'Imperatore del Giappone Naruhito si è sposata registrando il proprio matrimonio al comune di Tokyo con il suo ex compagno di università e "cittadino borghese". L'agenzia della casa reale aveva presentato i documenti ufficiali la scorsa settimana per celebrare le nozze dei due giovani, entrambi 30enni, evitando così la celebrazione di una cerimonia solenne, a distanza di quattro anni dall'annuncio ufficiale della coppia. Dopo il matrimonio Mako seguirà il suo consorte negli Stati Uniti.
Principessa Mako, stress da insulti: ma la sposa ribelle dirà sì al fidanzato il 26 ottobre
Stress posst-traumatico
La coppia di sposi avrebbe dovuto tenere una conferenza stampa nel primo pomeriggio di oggi, subito dopo il matrimonio, ma i due giovani hanno optato per una breve presentazione, per poi distribuire le risposte già scritte a cinque domande formulate in anticipo dalla stampa.
L'addio alla famiglia
Prima di lasciare la sua residenza, intorno alle 10 del mattino, si è congedata con una serie di inchini dai genitori - il principe della Corona Fumihito e la principessa Kiko, mentre ha riservato un lungo abbraccio alla sorella più giovane Kako, prima di salire sulla vettura di rappresentanza che l'ha portata al comune. Altre dieci persone dell'agenzia imperiale erano presenti per il commiato finale, riferiscono i media nipponici. Da questo momento Mako sarà privata del titolo regale e andrà a vivere in un condominio al centro della capitale, in attesa del suo trasferimento a New York con il marito, probabilmente già dal mese prossimo. In base alle norme del Trono del Crisantemo - la più antica monarchia ereditaria al mondo senza aver subito interruzioni, le donne sono escluse dalla linea di successione, e se sposano un borghese perdono ogni legame di appartenenza alla casa imperiale. Mako ha inoltre deciso di non ricevere l'indennizzo governativo che le spettava di diritto dopo il matrimonio, valutato intorno ai 152 milioni di yen (1,17 milioni di euro) - pensato per garantire 'il mantenimento di una vita dignitosà dopo l'allontanamento dalla famiglia. Si tratta della prima volta dal termine della Seconda guerra mondiale che il compenso non viene corrisposto.