La terra di Napoli, sua città di nascita, nella Torino che ne vedrà le spoglie. In una giornata piovosa - «anche il cielo piange per la scomparsa di mio padre» aveva detto ieri Emanuele Filiberto- sono stati celebrati i funerali di Vittorio Emanuele, il mancato re d'Italia, morto a 86 anni. Rose rosse e gigli, i colori di Casa Savoia, hanno invaso il duomo a cui si è aggiunto il verde per comporre la bandiera italiana. Le note sono state quelle dell'Inno Sardo intonate dal Coro Francesco Veniero della chiesa Santuario Madonna del Pilone, «il coro dei Savoia!», dice fiero il maestro Franco Gabriele Turicchi. Nel duomo si fa silenzio quando entra Marina Doria, moglie amatissima di Vittorio Emanuele per settant'anni: occhiali scuri e capelli legati in una coda bassa, ha percorso la navata centrale con il capo chino.
Dopo di lei sono entrate la nuora Clotilde e le nipoti Vittoria e Luisa.
Anche papa Francesco ha mandato un messaggio di benedizione. Ma quella di oggi non è stata solo la giornata dei funerali di Vittorio Emanuele, è stato un cambio di passo in casa Savoia, la nuova generazione che traccia una linea all'insegna della concordia, giurano in molti. Aimone di Savoia Aosta - figlio di Amedeo d'Aosta in lite con Vittorio Emanuele per motivi dinastici - è arrivato davanti al duomo un'ora prima delle esequie e, particolare che non è sfuggito ai nostalgici, ha apposto il Drappo reale sulla bara. »È un gesto che mi commuove«, ha detto uno di loro asciugandosi le lacrime, e tanti lo hanno imitato. »Sono molto felice, ma tra Aimone e me ci sono sempre stati una forte amicizia e un grande affetto«, ha commentato Emanuele Filiberto dopo i funerali. Dopo la benedizione della bara la regina emerita di Spagna Sofia e poi Carlo Alberto di Monaco hanno abbracciato Marina Doria e Emanuele Filiberto. Madre e figlio, prima che l'auto portasse via le spoglie di Vittorio Emanuele, hanno dato un bacio e una carezza alla bara. Ultima destinazione sarà Superga. »Già da tanto tempo papà voleva essere sepolto a Superga - ha detto Emanuele Filiberto prima di andare via, sciogliendosi in un sorriso - Mio padre è nato a Napoli e sarà sepolto a Torino: è questa l'unità d'Italia, è questa la nostra Italia, è questa casa Savoia«.