Fabrizio Corona indagato per diffamazione a mezzo stampa dopo le querele di El Shaarawy e Casale sul caso scommesse

Dopo le querele presentate dai legali dei due calciatori di Roma e Lazio, l'ex fotografo dei vip è stato iscritto nel registro degli indagati

Fabrizio Corona indagato per diffamazione a mezzo stampa dopo le querele di El Shaarawy e Casale sul caso scommesse
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Lunedì 23 Ottobre 2023, 16:59 - Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 00:00

Tornato alla ribalta per quella che lui definisce la sua «inchiesta parallela» sul caso delle scommesse nel mondo del calcio, Fabrizio Corona dovrà fare i conti ancora con problemi giudiziari, proprio legati ad alcuni di quei nomi di calciatori che in queste ultime settimane ha sciorinato, a più riprese, via social, sul suo sito Dillingernews.it o in interviste televisive.

Il procuratore di Milano Marcello Viola e l'aggiunto Letizia Mannella, infatti, hanno iscritto oggi l'ex agente fotografico nel registro degli indagati con l'accusa di diffamazione aggravata «dal mezzo stampa» sulla base delle querele presentate dall'attaccante della Roma Stephan El Shaarawy e da Nicolò Casale, difensore della Lazio, entrambi tirati in ballo nella vicenda delle puntate su piattaforme illegali dall'ex re dei paparazzi su Striscia la Notizia, lo scorso 18 ottobre.

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Gli attacchi di Corona ai calciatori

Corona, dopo aver parlato già ad agosto del centrocampista della Juve Nicolò Fagioli (ha patteggiato davanti alla giustizia sportiva ed è indagato a Torino), si era preso completamente la scena il 12 ottobre, quando era stato sentito come persona informata sui fatti nell'inchiesta torinese. Poco dopo l'audizione, infatti, aveva pubblicato anche i nomi di Sandro Tonali (anche lui punta a patteggiare in ambito sportivo) e Nicolò Zaniolo, pure loro indagati nel capoluogo piemontese.

I due avevano ricevuto, qualche ora dopo, la visita degli investigatori che avevano sequestrato i loro telefoni mentre erano in ritiro con la Nazionale a Coverciano. Da quel momento in avanti l'ex fotografo dei vip, che a fine settembre ha finito di scontare le condanne definitive, ha continuato senza sosta a lanciare le sue «bombe», così le ha ribattezzate, in un diluvio di post sui social e di ospitate tv. 

 

 

La reazione dei legali di El Shaarawy e Casale 

E cinque giorni fa su Striscia ha citato El Shaarawy, Casale e Federico Gatti, difensore della Juve. «Benché sia poco incline a espormi pubblicamente, la mia reazione non può che essere fermissima. Quella che è avvenuta è stata, senza mezzi termini, un'operazione infamante e, cosa ancora peggiore, chirurgicamente orchestrata», ha scritto El Shaarawy nella querela per diffamazione aggravata depositata venerdì scorso alla Procura di Milano dagli avvocati Matteo Uslenghi e Federico Venturi Ferriolo. Un giorno prima era arrivata pure la denuncia di Casale. «Nicolò - ha spiegato l'avvocato Guido Furgiuele - non ha mai scommesso su un evento sportivo ed è inaccettabile la gogna a cui è sottoposto sulla base della parola di un delinquente conclamato, pronto a tutto pur di avere visibilità mediatica». Corona ha replicato, sempre attraverso la sua «banda Dillinger», che non ha affatto «paura delle querele» e che «aspetta in Tribunale con tutte le prove». Al suo fianco, come al solito, il suo legale Ivano Chiesa: «Le querele per diffamazione - chiarisce - sono sempre un'arma a doppio taglio, perché se il querelato dimostra che è vero ciò che ha detto il problema, poi, c'è per il querelante». Fabrizio, conclude il difensore, «su sei processi per diffamazione è stato assolto sei volte». Al momento sono due le denunce arrivate a Milano, ma l'elenco potrebbe allungarsi. Nei giorni scorsi, infatti, pure Nicola Zalewski, terzino polacco della Roma, anche lui nominato da Corona, ha annunciato azioni legali, così come il centrocampista dell'Inter e della Nazionale Nicolò Barella. Di lui, secondo un articolo de "La Verità" dei giorni scorsi, si parlerebbe in un file audio, stando alla versione di Maurizio Petra, lo zio del calciatore Antonio Esposito e presunto «informatore» di Corona. Intanto, il presidente del Coni Giovanni Malagò evidenzia come «la giustizia sportiva sia intervenuta con grandissima urgenza e determinazione» e ciò «al di là dell'anomalia di come tutto questo è stato denunciato».

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