Chas Newby, chi era il bassista “dimenticato” dei Beatles: lasciò la band per l'università e diventò prof di matematica

È morto a 81 anni: fu il primo bassista nei concerti di Lennon e compagni

Chas Newby, chi era il bassista “dimenticato” dei Beatles: lasciò la band per l'università e diventò prof di chimica
di Chiara Bruschi
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 24 Maggio 2023, 22:40 - Ultimo aggiornamento: 22:57

 «Le persone non mi credono quando dico che non ho rimpianti. Ma davvero non ne ho. Ho goduto della mia vita immensamente». Chas Newby queste parole le ha pronunciate tempo fa e ora che se ne è andato all’età di 81 anni, suonano quasi come un epitaffio, un’eredità generosa anche se involontaria, nella sua semplicità. Sì, perché questo bassista sconosciuto, che ha vissuto lavorando per un’azienda che produceva parabrezza e quando è andato in pensione si è messo a insegnare matematica ai ragazzi delle superiori, avrebbe potuto diventare invece una rock star, negli anni Sessanta. Lui, il quinto Beatle mancato, è stato il primo bassista mancino della band. E quando la storia gli ha dato la possibilità che in molti avrebbero fatto carte false per avere, ha semplicemente fatto i conti con se stesso, con le sue ambizioni più sincere, e ha detto «no, grazie». «La musica non sarebbe mai stata la mia fonte primaria di vita. Tutti noi in quel tempo pensavamo a quello che avremmo voluto fare da grandi. Alcuni volevano insegnare, altri lavorare nella scienza. Io volevo diventare chimico. John, Paul e George, volevano fare i musicisti», confiderà negli anni Novanta in una lunga intervista. 

I FAB FOUR
Per raccontare questa incredibile storia occorre tornare nel 1960, quando il fenomeno dei Fab Four ancora non esisteva ma la band era formata da tre giovani ragazzi di Liverpool più uno, con tanta voglia di sfondare nel mondo della musica. Durante le vacanze di Natale, l’allora batterista Pete Best - più avanti sostituito con Ringo Starr - fa il nome di Chas a John Lennon, Paul McCartney e George Harrison.

Di ritorno da Amburgo, dove avevano suonato nei locali le cover di Buffy Holly e Chuck Berry, erano in cerca di un bassista che sostituisse il loro, Stuart Sutcliffe, rimasto nella città tedesca. E così, per una sterlina a serata, Chas accetta di esibirsi con gli altri musicisti ma alla fine delle gig, ovvero delle serate concordate, decide di tornare al college. E quando Lennon gli chiede di seguirli in tour nella Germania dell’Ovest, dove stavano per tornare visto il successo delle settimane precedenti, Chas rifiuta.

Il “no” di Chas ha cambiato per sempre la storia dei Beatles perché ha portato Paul McCartney a imbracciare lo strumento. Ma soprattutto non ha cambiato il corso della sua, che è rimasta diretta altrove. «Devi capire - aveva detto Chas a Birmingham Live che lo aveva intervistato alcuni anni fa - che le probabilità di farcela erano minuscole a quel tempo. Da quando io li ho lasciati al successo di Love me do sono passati due anni. A Liverpool non c’erano studi di registrazione, non c’era produzione musicale. Era tutto a Londra. Ce l’hanno fatta solo grazie al duro lavoro di Brian Epstein, il loro incredibile talento e il tempismo». Ma nella vita di Chas non c’è mai stato spazio per i ripensamenti e la musica è rimasta nei concerti di beneficenza coi Racketts, o quando nel 2016 è entrato nei Quarrymen, la band fondata originariamente da John Lennon prima dei Beatles. 

L’INSEGNAMENTO
Nato a Liverpool nel 1941, Chas ha 19 anni quando rifiuta la richiesta di Lennon. Si laurea e ottiene un master in Ingegneria chimica alla Manchester University. Dieci anni dopo, con la moglie Margaret – con cui avrà due figli e quattro nipoti - si trasferisce ad Alcester e comincia a lavorare per la Triplex, azienda che produce finestrini per treni e aerei, inclusi i jet della RAF o della flotta Concorde. Nel 1990 va in pensione e decide di studiare per insegnare matematica alla Warwick University. Poco dopo, viene assunto dalla Droitwich High School. «Cercavo qualcos’altro da fare e ho pensato che insegnare mi sarebbe piaciuto - aveva raccontato - ho amato ogni minuto di questo lavoro. È stata una bellissima esperienza, bello poter restituire qualcosa dopo aver ricevuto tanto», ha spiegato, ricordando lo sguardo divertito dei colleghi che lo vedevano arrivare sulla Harley Davidson, «come una vecchia rock star». I suoi alunni ascoltavano Spice Girls e Take That, ignari del fatto che davanti a loro c’era un pezzo - mancato - di storia della musica, un Beatle che poteva essere ma che non fu, dal quale tuttavia potevano imparare molto di più di un giro di accordi o di un teorema matematico. La felicità, ha dimostrato Chas, è da cercare dentro di sé. Fuori, con il riverbero incessante oggi amplificato da reel e social media, si rischia di andare solo fuori tempo. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA