Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia termina il mandato: «Orgoglioso del ruolo conquistato dall'Italia, così l'uomo tornerà sulla Luna»

Forte aumento del budget e del coinvolgimento in missioni internazionali, già impiegati fondi del Pnrr

Asi, Giorgio Saccoccia termina il mandato: «Orgoglioso del ruolo conquistato dall'Italia, così l'uomo tornerà sulla Luna»
di Paolo Ricci Bitti
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Venerdì 28 Aprile 2023, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 09:25

Giorgio Saccoccia lascia la presidenza dell'Agenzia spaziale italiana terminando il suo mandato di quattro anni. Il sessantenne ingegnere aerospaziale bellunese alla fine del suo cammino in Asi non ha nascosto due cose: l'emozione (sì, occhi lucidi, voce incrinata e pure giustificato orgoglio) per il viaggio ben oltre il sistema solare con i dipendenti dell'agenzia e la speranza che goda della necessaria stabilità l'ente destinato a coordinare le attività aerospaziali italiane in tumultuoso aumento e che si sviluppano, per i programmi più importanti, anche nell'arco di vent'anni e più. Ecco, la stabilità: Saccoccia in quattro anni di presidenza Asi ha avuto a che fare con quattro governi a Palazzo Chigi. Quattro. 

Stabilità

«In effetti - dice Saccoccia una volta recuperato il tono delle voce dopo l'applauso ricevuto nell'auditorium della sede a Tor Vergata - i responsabili di altre agenzie, soprattutto i tedeschi o gli americani, ma non solo, chiedono come facciamo a non perdere il filo con tutti questi cambiamenti, con tutte queste relazioni da costruire e ricostruire ogni volta. Il tentativo è allora di vedere anche queste variazioni di assetto come opportunità, come quando un corpo celeste si presenta sulla traiettoria di una  sonda: non è più un ostacolo, ma l'occasione di un fly by con effetto fionda, di un passaggio ravvicinato che permette di acquisire energia e proseguire con più slancio il percorso nello spazio. Serve anche un altro componente tutto italiano che ci viene riconosciuto all'unanimità all'estero: la creatività, la capacità di trovare vie nuove per risolvere, con i mezzi disponibili e anche senza, i quesiti che si presentano in ogni momento delle nostre attività. Ed è indubbio, l'ho constatato ogni giorno, il rispetto che il comparto aerospaziale italiano ha conquistato nel mondo».

La domanda che ha preceduto questa risposta era stata: Che cosa ha l'Italia in più rispetto alle altre nazioni che sono impegnate nello spazio, magari a compensare la mancanza di stabilità di cui godono altre agenzie?

   

La stabilità dell'Asi serve in particolare a far fruttare al massimo i fondi destinati al comparto aerospaziale: «Le risorse finanziarie istituzionali sono quasi triplicate rispetto all'inizio del quadriennio, con 10,3 miliardi di euro destinati dal governo al settore spaziale» ha detto Saccoccia. «Si tratta - ha spiegato - di una crescita di circa il 250%, che si predispone su valori similari anche per il prossimo biennio 2024-2025». Già "messi a terra", anzi nello spazio, anche fondi del Pnrr che in altri settori si fatica a impiegare.

Durante i quattro anni del suo mandato, Saccoccia, che tornerà all'Agenzia spaziale europea il 2 maggio quando probabilmente ancora non si conoscerà il nome del suo successore perché pare sempre sia impossibile per la politica preparare per tempo questi avvicendamenti ben cerchiati sul calendario, ha visto incrementare in maniera vistosa non solo il budget e i programmi dell'Asi, ma anche il ruolo diplomatico dell'agenzia che in nome dell'Italia siede al tavolo delle grandi potenze ma che ha millanta rapporti con sempre più nazioni che vogliono affacciarsi allo spazio.

«Ci è stato chiesto più volte di "andare in avanscoperta" con questo o quel paese - ha detto Saccoccia - con il quale avevamo già in corso programmi o stavamo per allacciarne. Un ruolo di collegamento e di alleanze che continua  a caratterizzare il settore aerospaziale anche in tempi difficili».

Tempi difficili, in questo quadriennio, per la pandemia e poi per la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, paesi entrambi partner di parecchie iniziative spaziali con l'Italia, con l'Europa, con la Nasa.  E ancora una volta si è riusciti a tenere in vita molti di questi accordi, a stringerne di nuovi, a trovare un punto di incontro quando altre vie diplomatiche sono sbarrate. Senza dimenticare che, in fatto di diplomazia, altissima diplomazia, quello di Saccoccia è stato anche il mandato che permetterà di portare nello spazio le parole di pace e di speranza direttamente di Papa Francesco grazie al piccolo cubesat della missione Spei Satelles, in orbita dal 10 giugno.  

Lo scenario

Dal ritorno dell'uomo sulla Luna all'esplorazione dello spazio profondo, dallo sviluppo di nanosatelliti a quello di moduli abitativi destinati alla superficie lunare.  Tra le tappe del mandato di Saccoccia l'impegno ottenuto alla Ministeriale dell'Agenzia Spaziale Europea di Parigi 2022 a far volare un astronauta italiano sulla stazione cislunare  Lunar Gateway nel periodo 2025-2030. Tra i nuovi programmi di particolare rilevanza strategica per l'Italia c'è Alcor, che punta allo sviluppo di 20 nanosatelliti iniziali con l'obiettivo di dotare il Paese di uno strumento agile e a basso costo di innovazione tecnologica, ed il programma Artemis della Nasa per il ritorno dell'uomo sulla Luna, al quale l'Italia ha subito aderito come uno dei maggiori partner internazionali, finanziando contributi sia attraverso l'Esa sia tramite accordi bilaterali con la Nasa.

L'Asi, inoltre, sta valutando la possibilità di contribuire a questo programma anche tramite collaborazioni con altri firmatari, in particolare Giappone e Canada. Iniziative che potranno avere importanti ricadute sul settore spaziale italiano: dal centro di controllo per missioni robotiche lunari a nuove infrastrutture per la produzione dei satelliti, dalla piattaforma per missioni nello spazio profondo fino allo sviluppo di un modulo abitativo per la Luna, candidato a diventare una delle prime architetture abitative e logistiche sulla superficie del nostro satellite come parte del programma Artemis.

«Sono cresciuti la collaborazione ed i legami dell'Asi con le Istituzioni Nazionali: Difesa, Pubblica Sicurezza, Protezione Civile, Ministeri, sempre più interessate all'utilizzo dei servizi spaziali per l'efficacia della loro azione e per la realizzazione di strumenti maggiormente rispondenti ai loro requisiti di utilizzo».

Intanto il budget dell'Asi «ha superato quota due miliardi di euro nel 2023», ha detto ancora Saccoccia che ha anche ricordato l'incremento, in questi ultimi quattro anni, del 47% dei dipendenti dell'Agenzia che a fine anno saranno 465. 

«Il mondo dello spazio sta evolvendo anche a livello commerciale e ci sono anche importanti discussioni, non semplici, che devono esserci, col mondo industriale. Poi ci sono gli interessi del governo, l'Agenzia sta in mezzo. L'Asi ha la «funzione fondamentale di amalgamare tutti questi interessi, con gli strumenti e i vincoli a disposizione, visto che operiamo su fondi pubblici. Abbiamo il dovere-diritto di dire la nostra, di stimolare una politica industriale. È una cosa che facciamo con impegno, passione». Saccoccia sul fronte dei finanziamenti, ha ricordato ad esempio che Asi, con Pnrr, gestisce «880 milioni di euro». In generale «il supporto allo spazio non è mai mancato, anche l'attuazione della governance è in una fase di ulteriore definizione, è importante lavorare per eliminare qualunque forma di inefficienza proprio per servire al meglio gli interessi del Paese».

«Il mio mandato finisce il 2 maggio ed è stato un periodo di lavoro straordinario. Questi risultati che ho raccontato non potevano avvenire senza un impegno simile a quello di tutti in Asi. Non ho mai visto un'organizzazione come quella dell'Asi, qui ci sono persone che, non contattate da me, anzi tutt'altro, lavorano 24 ore su 24, un attività che va oltre, che solo la passione può spingere. E' molto importante per me, l'affetto che ho ricevuto e che rimarrà per sempre. Non c'è ancora il mio successore, ma i cambi di gestione non devono rallentare il lavoro dell'Asi e ho voluto preparare questo dossier riassuntivo del quadriennio perché ci sono capitoli che certo dovranno essere approvati dal prossimo Cda e che non dovranno fermarsi. E' mio interesse, e davvero mio piacere, essere a totale disposizione quando ci sarà un successore alla direzione dell'Agenzia. Mi auguro che questi anni siano serviti a far comprendere quanto sia importante avere un'Agenzia di questo livello ed esperienza che non tutti possono vantare. Mi auguro venga sempre più riconosciuto il ruolo dei colleghi dell' Agenzia come necessario trait d'union tra le necessità del settore, gli indirizzi strategici e le capacità della nostra industria e della nostra ricerca di poter tradurre in azioni e crescita, un processo che dovrà essere più virtuoso possibile».

 

I programmi

Dal telescopio spaziale James Webb alla sonda Juice ora diretta verso Giove, negli ultimi quattro anni l'Italia ha svolto un ruolo chiave in almeno sei missioni dell'Agenzia Spaziale Europea. Tra le principali, la missione Cheops partita a dicembre 2019: un telescopio spaziale per lo studio di pianeti extrasolari, i cui sofisticati occhi sono stati progettati e costruiti in Italia da Leonardo, con il contributo dell'Asi e dell'Istituto Nazionale di Astrofisica. Risale a dicembre 2021 il lancio del telescopio James Webb per l'astronomia a raggi infrarossi, frutto di una collaborazione internazionale tra Esa, Nasa e Agenzia Spaziale Canadese, mentre il satellite Meteosat di terza generazione (di Esa e Eumetsat) è partito a novembre 2022: è uno strumento per previsioni meteorologiche superveloci, che permetterà di individuare in anticipo l'arrivo di fenomeni estremi come le inondazioni, e quindi di avvertire tempestivamente i cittadini e le aree a rischio. E' il primo di una costellazione di sei satelliti che fornirà dati critici per le previsioni meteorologiche per i prossimi vent'anni, grazie ad osservazioni all'avanguardia dell'atmosfera terrestre e monitoraggio in tempo reale dei fulmini. Infine, Juice (Jupiter Icy Moon Explorer), la missione Esa partita poche settimane fa in cui l'Italia gioca un ruolo di primo piano. La sonda è diretta a Giove e alle sue lune Europa, Ganimede e Callisto, che sotto la superficie ghiacciata nascondono oceani che potrebbero ospitare la vita: sono italiani sia un terzo degli strumenti destinati a studiare da vicino mondi così lontani, sia i pannelli solari, i più grandi mai andati nello spazio.

Il sottosegretario Valentini

Lo spazio è un settore chiave per lo sviluppo dell'Italia e il Governo si impegna a proseguire questo lavoro: lo ha detto, intervenendo dopo Saccoccia, il viceministro delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini. «L'Italia può e deve giocare un ruolo importante in questa partita - aggiunge Valentini - e per fare questo serve un chiaro indirizzo di politica industriale per raggiungere un'efficace autonomia strategica. Dobbiamo concentrare gli investimenti in grandi infrastrutture spaziali comuni che permettono di abbattere i costi - dice ancora il Viceministro - come, ad esempio, un sistema efficiente di accesso allo spazio». «Negli ultimi anni le attività spaziali sono cresciute in modo tumultuoso», commenta Valentini, «fino ad arrivare alla cosiddetta 'space economy': dalla nuova frontiera delle comunicazioni satellitari basate su mega-costellazioni in orbita bassa, al monitoraggio ambientale, fino all'apertura delle dimensione commerciale per il volo spaziale». Il Viceministro delle Imprese e del Made in Italy ha colto l'occasione, in questa giornata di bilanci e riflessioni, per ringraziare il Presidente uscente dell'Asi per il lavoro svolto e per il contributo che continuerà a dare. «Le organizzazioni come l'Asi camminano sulle gambe delle persone che lo compongono e vivono nel cuore di coloro che mettono ogni giorno passione e impegno nel proprio lavoro: sono certo che la sua passione e la sua dedizione abbia stimolato ancora di più tutte le persone che hanno lavorato con lei».

Space Factory

Firmato da Thales Alenia Space con l'Agenzia Spaziale Italiana un contratto per lo sviluppo della Space Factory 4.0, nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). La firma del contratto è stata resa nota ieri, nel quartier generale dell'Agenzia dopo la presentazione del presidente Saccoccia del bilancio 2019-2023. In qualità di mandataria, la joint venture tra Thales 67% e Leonardo 33% guida un Raggruppamento Temporaneo di imprese che include Argotec, Cira e Sitael, per la realizzazione di un sistema di fabbriche spaziali interconnesse locate in Italia che sarà operativo entro il 2026.

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