Petrillo sta ancora cercando di capire il motivo delle accuse mosse dai vertici dell'Usl e dai colleghi. «Il clima sul posto di lavoro, con alcuni colleghi, non era il massimo. Mi sembra fantasia dire che siano arrivati a mentire per accusarmi. Anche perché non so chi mi accusa». Il provvedimento disciplinare per le mancate prenotazioni dei richiami dei vaccini fanno ancora discutere. «Ma è stato tutto risolto e chiarito», dice Petrillo. Il motivo sembra legato a questioni politico sindacali, estranee all'indagine vaccini.
Petrillo parla poi di vaccinazioni. «Sono sempre stata favorevole. Una mia amica ostetrica non voleva vaccinare il figlio. Il bambino ha fatto regolarmente tutti i vaccini. L'ho convinta io». In tanti si chiedono perché i bambini vaccinati dalla 30enne non piangessero. Poi c'è il mistero delle fiale (una sola però riconducibile a Petrillo) piene. «Durante la vaccinazione l'infermiera non è mai sola. C'è sempre un adulto (la mamma) col bambino. Mi devono spiegare come ho fatto a buttare il siero sotto i loro occhi. Ho preso come un complimento chi mi diceva che il bimbo non piangeva dopo la puntura».
Per Petrillo, sebbene ci siano spiegazioni scientifiche, è un mistero perché non ci siano tracce del principio attivo del vaccino nell'80% dei bambini trattati da lei (20% nei colleghi). «Non ho le competenze per rispondere - precisa - ma posso tranquillizzare i genitori: i bambini che ho trattato io hanno ricevuto tutti il vaccino».
Petrillo non sente vittima di un complotto o di una partita di vaccini bacata, ma di domande alle quali, oggi, non sa rispondere. «In questo caso - conclude - ci sono questioni economiche e politiche più grandi di me. Mi chiedo come facciano a sapere che i vaccini trovati nei bidoni erano i miei. Le analisi fatte dall'Usl sono ripetibili in contraddittorio? E poi tante, tante altre domande. Ho però una certezza: ho sempre vaccinato tutti i pazienti, bimbi e adulti, seguendo le regole