«Avanti con 2 miliardi di risparmi» E Matteo mette gli scandali on line

«Avanti con 2 miliardi di risparmi» E Matteo mette gli scandali on line
2 Minuti di Lettura
Venerdì 17 Ottobre 2014, 06:05
IL RETROSCENA
ROMA «Non hanno capito o non hanno voluto capire e da loro proprio non me l'aspettavo. Siamo o non siamo nella stessa squadra? Andiamo o non andiamo nelle stessa direzione? Lavoriamo o no allo stesso progetto?!». Una furia. Matteo Renzi ha reagito come una furia quando gli sono state recapitate le dichiarazioni di Sergio Chiamparino e degli altri esponenti delle Regioni. Tutti o quasi del Pd, «il mio partito».
Il premier non parla di tradimento, ma poco ci manca. Si sicuro non si aspettava l'alzata di scudi dei “suoi” governatori e soprattutto trova «provocatoria» la minaccia di aumentare le tasse locali o di sforbiciare i servizi sanitari. «E' qualcosa di ammissibile», si è sfogato con i collaboratori, «ma come?! Io taglio, primo nella storia repubblicana, tasse per 18 miliardi in modo da stimolare la crescita e l'occupazione e loro vogliono alzarle?! C'è qualcosa che non torna. Qui c'è chi rema contro, pur di non colpire gli sprechi». E palazzo Chigi è corso a blindare la legge di stabilità: «Siamo pronti a incontrarli, ma il taglio di 2 miliardi a carico delle Regioni resta e resterà. Non ci sono margini per ridurlo. E poi di cosa parlano?! Di cosa si lamentano?! Di 2 miliardi di risparmi su una dotazione di 140 miliardi! Incredibile».
«LA REAZIONE DI UNA CASTA»

Per Renzi la reazione dei governatori è una specie di deja vu. E' la Casta che mostra gli artigli per difendere sprechi e privilegi. Ed è intenzionato perciò a trattare sindaci e presidenti di Regione come ha già trattato politici, magistrati e alti burocrati. «Da gennaio metteremo tutto on line. Metteremo a confronto le spese di Comuni e Regioni, i servizi offerti e le tasse imposte», spiega uno dei consiglieri economici più ascoltati di palazzo Chigi, «così i cittadini potranno vedere chi spende bene e chi spende male i loro soldi, chi aumenta le tasse e chi migliora l'offerta di servizi». In poche parole: «E' ora di finirla con questo balletto e con questo piagnisteo».
La gogna degli sprechi e del fisco ingiusto, insomma. E un altolà netto a tagliare la Sanità. Renzi ha detto ha suoi che farà di tutto pur di evitare che le Regioni «pur di non mandare a casa, baroni, primari e dirigenti sanitari, pur di continuare a fare pasticci sui costi di acquisto di macchinari e medicinali, scarichino il peso dei 2 miliardi di risparmi richiesti sulle spalle di famiglie, pensionati e cittadini». E Renzi alzerà un muro anche per scongiurare che vengano aumentare le tasse: il timore è che il giro di vite del fisco regionale possa ridurre l'impatto, a favore della crescita, della sforbiciata di 18 miliardi inserita nella legge di stabilità. Un rischio che il premier, che si gioca tutto in questa partita, non vuole assolutamente correre. Soprattutto adesso che il barometro dei mercati finanziari è tornato a segnare burrasca: «Senza crescita stavolta si affonda davvero...».
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA