Insomma, l’Onestà non può che peggiorare nel Paese dei Disonesti, agli occhi di questa toga super-combat per il quale la guerra non finisce mai e guai a togliersi la mimetica: «È giusto che ci sia tensione tra potere politico e giudiziario». Se gli si dice che è un pessimista, Davigo - che vede la “devianza” in ogni anfratto e in ogni posto di potere - condivide la definizione: «Il pessimista - così ha spiegato - è quello che pensa che peggio non possa andare, mentre l’ottimista è convinto che possa andare peggio». A un tipo così, guai a parlargli di riformismo: «L’unica riforma non inutile della giustizia è che lo Stato smetta di favorire i colpevoli». Le manette dovrebbero tintinnare di più: «Ma purtroppo la politica da più di 20 anni è più impegnata a contenere l’attività degli organi preposti alla repressione piuttosto che a colpire le devianze delle classi dirigenti». Quanto alla presunzione d’innocenza, la pensa così: «I politici che delinquono vanno mandati a casa senza il bisogno di attendere il giudizio definitivo di un giudice».
IL MITO
Come eliminare la mafia? «La Sicilia ha bisogno di funzionari di lingua tedesca presi dal Brennero e mandati a Palermo, così non possono capire le minacce». Troppe carcerazioni preventive in Mani Pulite? «Macché. Si è esagerato con le scarcerazioni». I giudici fanno politica? «Dal parlamento escono leggi spesso pessime. E che non rispondono al nodo politico alla base delle norme. Quindi la decisione politica deve prenderla il giudice». Che può anche presentarsi alle elezioni: «In tutti i Paesi del mondo i diritti politici vengono tolti ai delinquenti e non ai giudici». Davigo è fatto così. Quando si parla di indulto, commenta: «Messaggio negativissimo». E si fa vanto di questa massima: «All’estero ci vuole coraggio per commettere un reato, in Italia ci vuole coraggio a rimanere onesti».
Spesso pronuncia la parola “galera”, che non è una bella parola, e sembra farlo con una soddisfazione riscontrabile per esempio in questa frase: «Negli altri Paesi, se uno non si presenta davanti a un giudice, tanto per cominciare lo buttano in galera». Evviva? Si potrebbe dire di lui che ha una visione un po’ fumettistica delle cose, e il neo-presidente dell’Anm non s’offenderebbe: «All’inizio della mia carriera, credevo che i corrotti avessero la lingua verde, come i Visitors». E i magistrati? «Siamo cani da guardia che devono abbaiare quando ci sono i ladri. Ma i politici, cioè i padroni di casa, invece di prendere a calci i ladri prendono a calci i cani da guardia». O ancora, darwinianamente parlando: «Noi di Mani pulite siamo serviti alla selezione della specie. Perché, come fanno i predatori, abbiamo preso le prede più lente e quelle più veloci l’hanno fatta franca». E siccome le prede ancora circolano, anzi dominano nel mondo secondo Piercamillo, il cacciatore è tornato. E il richiamo della foresta è più forte che mai.
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