Uomo sulla Luna, riparte la corsa: Russia ed Europa preparano una missione congiunta

Uomo sulla Luna, riparte la corsa: Russia ed Europa preparano una missione congiunta
di Riccardo De Palo
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Sabato 17 Ottobre 2015, 22:42 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 09:46
Sono passati 46 anni da quel famoso «piccolo passo» di Neil Armstrong, che, passeggiando per primo sulla Luna, fece compiere un «grande balzo in avanti» all’umanità tutta intera. Dopo l’ultima missione, nel 1972, con tanto di geologo a bordo, il programma Apollo fu cancellato. Era l’epoca della Guerra Fredda, la sfida spaziale con l’Unione Sovietica era stata vinta. E la rivalità con Mosca si stava spostando, più prosaicamente, sui campi di battaglia. Dal Vietnam al Centro America, si combattevano conflitti indiretti o “per conto terzi”, mentre l’evoluzione tecnologica passava attraverso la corsa agli armamenti. Oggi, però, altri esseri umani potrebbero tornare a calcare il polveroso suolo lunare. E forse saranno proprio dei russi a tornare, per primi, sul “luogo del delitto”.



Le agenzie spaziali di Mosca e Ue, Roscosmos ed Esa, stanno infatti progettando una nuova missione congiunta, denominata (in italiano) Luna 27 che porrà le basi per una futura base permanente. «Dobbiamo andarci - ha detto Igor Mitrofanov, dell’Istituto per la ricerca spaziale di Mosca, alla Bbc - nel ventunesimo secolo sarà l’avamposto permanente della civiltà umana, e il nostro Paese deve partecipare a questo processo». Ma, questa volta, «lavoreremo insieme con i nostri colleghi stranieri». Bérangère Houdou, capo del gruppo di “esplorazione” dell’Agenzia spaziale europea, ha parlato di «discussioni in corso a livello internazionale» su come «tornare sulla Luna». L’idea è di costruire una base permanente sul Polo Sud lunare, come ha annunciato il nuovo direttore generale dell’Esa, Johann-Dietrich Wörner.



La scelta non è casuale. Un luogo «diverso da qualsiasi altro», secondo il capo del progetto Esa, James Carpenter: qui si trovano grandi quantità di «acqua ghiacciata e altri composti chimici» accessibili e utilizzabili come combustibile e riserve per la futura colonia. Il primo passo sarà inviare un robot sulla superficie.



Luna 27 atterrerà proprio in questo territorio inesplorato, entro i prossimi cinque anni. L’Europa fornirà il laboratorio minaturizzato - denominato ProSPA - che potrà trivellare la superficie ed esaminare campioni di roccia. Eppure, con ogni probabilità, la prossima missione sulla Luna potrebbe essere cinese. Pechino, da sempre alla ricerca di fonti di materie prime in ogni parte del globo, sta infatti pensando - seriamente - alla creazione di vere e proprie miniere spaziali. Secondo Ouyang Ziyuan, dell’agenzia spaziale di Pechino, la Luna costituisce infatti una “bella risorsa” in termini di approvvigionamento di minerali e di energia.



Il suolo lunare infatti è ricco di elio-3, un isotopo abbondante nel Sole e utilizzato nella ricerca sulla fusione nucleare. Ma vi abbondano anche elementi rari come titanio e uranio che sulla Terra scarseggiano e che - nella visione dei cinesi - possono essere usati senza limitazione. Sempre che l’operazione divenga, con l’evolversi della tecnologia, economicamente conveniente.



BUROCRAZIA La missione euro-russa dovrà prima essere approvata a un vertice dell’Ue previsto per la fine dell’anno prossimo, ma l’appoggio al progetto di Esa e Roscosmos è forte. Indubbiamente, ammette Mitrofanov alla Bbc, la creazione di una base sulla Luna avrebbe innumerevoli ricadute scientifiche e commerciali. Si potranno compiere inedite osservazioni astronomiche, utilizzare le risorse disponibili e «creare un avamposto per le future missioni su Marte». Ma riuscirà l’Europa a battere sul tempo Pechino? La Cina ha già inviato sul satellite della Terra il rover Yutu, che - a quarant’anni dal definitivo spegnimento del robot sovietico Lunokhod 2 - è stato il primo robot a toccare il suolo lunare (ha inviato dati fino al marzo scorso).



Nel 2017, salvo intoppi, un altro rover sarà inviato ad affiancarlo. La sua missione: recuperare un campione di suolo e riportarlo sul nostro pianeta. Forse, un giorno, le rotte verso la Luna saranno frequentate da minatori e imprenditori alla ricerca di affari, un po’ come in Guida galattica per gli autostoppisti. Il viaggio sarà molto meno romantico di quello immaginato da Georges Méliès un secolo fa, nel suo pionieristico Le Voyage dans la lune.
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