Unioni civili, Serracchiani: «Nessuna equiparazione al matrimonio e più poteri ai giudici sulle adozioni»

Unioni civili, Serracchiani: «Nessuna equiparazione al matrimonio e più poteri ai giudici sulle adozioni»
di Diodato Pirone
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Domenica 24 Gennaio 2016, 00:01
«La legge sulle Unioni Civili non è più rinviabile. Questo dato è emerso con chiarezza dalla direzione Pd e andrà rispettato. Le modifiche al testo attuale, che è già ottimo essendo frutto di un lungo lavoro, avranno solo lo scopo di dettagliare meglio, se posso usare questo termine, alcuni articoli, per venire ulteriormente incontro ad alcune sensibilità. Queste modifiche aiuteranno a portare a casa un risultato che attendiamo da troppo tempo». Debora Serracchiani, vicesegretario del Pd e presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, non ha dubbi: per le Unioni Civili questa è la volta buona e tuttavia misura le parole, attenta a non incrinare nessuna possibile convergenza. «Vengo dalla mobilitazione di piazza di Udine - sottolinea - e devo dire che si respirava un’aria positiva: nessuna contrapposizione ma la volontà di uscire da un’impasse che dura da troppo tempo. Per questo dico che le modifiche in arrivo alla legge verranno incontro alla necessità di dialogare con tutti ma non impediranno, a mio giudizio, a quelle forze che hanno votato l’attuale testo, come i 5Stelle e Sel, di continuare ad appoggiarlo». <MC>

Presidente, partiamo dalle possibili modifiche in arrivo. <MC>«Sia il senatore Lumia che la stessa Cirinnà stanno lavorando ad una serie di puntualizzazioni che non stravolgono l’attuale testo». <MC>

Esempi? <MC>«C’è la volontà di sciogliere con chiarezza il nodo emerso dal monito di papa Francesco ovvero che la legge non equipara Unioni e matrimonio. Nell’attuale testo, che già è formulato in modo da rispettare questo dettato, si fanno dei riferimenti agli articoli del codice civile sul matrimonio per specificare diritti e doveri dei contraenti l’Unione in relazione al patrimonio comune e ad altri dettagli. Ebbene questi articoli saranno riscritti spiegando direttamente diritti e doveri di chi contrae l’Unione». <MC>

 

E sulla stepchild adoption cosa cambierà? <MC>«Verrà messo nero su bianco che ci sarà un passaggio determinante davanti al giudice. Questo non per una concessione ma perché tutti dobbiamo rispettare i bambini, che non vanno discriminati in alcun modo». <MC>

Qualcuno parla di una possibile incostituzionalità della legge a causa di una sentenza della Consulta del 2010. <MC>«Francamente già il testo attuale è formulato in modo tale da non correre alcun rischio rispettando non solo le indicazioni della Corte Costituzionale ma anche quelle della Corte di giustizia europea. Con gli emendamenti si elimineranno anche appigli puramente formali alle tesi sulla incostituzionalità della legge».

Sul piano del consenso politico pensa che i 5Stelle continueranno a votare a favore della legge? <MC>«Penso di si. Le modifiche in arrivo sono figlie di un lavoro certosino e hanno per la maggior parte un carattere formale che conferma nella sostanza un impianto figlio di una lunga fase di confronto. Non vedo perché i gruppi di 5Stelle e di Sel ma anche di altre formazioni dovrebbero votare contro dopo aver votato a favore in Commissione. Poi è chiaro che le nostre posizioni politiche rimarranno distinte». <MC1>

La legge ha portato anche lacerazioni nel Pd. <MC>«Nel Pd si è sviluppato un dibattito vero su questa legge ed è stato fatto un gran lavoro inclusivo fra diverse aree culturali del partito. Questo lavoro qualifica il Pd».

Non crede che il governo rischi un’ulteriore lacerazione con alcune fasce profonde del Paese? <MC>«No. Nel Paese c’è una notevole maturità sulla necessità di riformare e cambiare vecchie regole anche su temi delicati. Sul tema specifico delle Unioni Civili l’Italia è uno degli ultimi paesi europei a regolamentarle. Gli italiani lo sanno. Sono passati più di 10 anni da tentativi poi falliti come quello dei Dico. Ma poi la legge è equilibrata, viene incontro alle indicazioni espresse dallo stesso Papa. Al di là delle strumentalizzazioni politiche, come quella della Lega in Lombardia, gli italiani sanno che su questa materia c’è bisogno di regole anche per venire incontro a microesigenze come quella di consentire a persone che si vogliono bene di potersi vedere, ad esempio, in ospedale. E questa convinzione coinvolge anche persone attente alla religione». <MC>

Ma il ministro Galletti sarà in piazza per il Family Day. <MC>«Nessun problema.
Massimo rispetto per tutte le piazze. Ma ripeto che la legge tiene presente la sensibilità particolare sull’argomento espressa dal Pontefice. Sensibilità che magari alcuni possono non condividere ma di cui non si può non riconoscere qualità e portata».
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