Terremoto, i fedeli: «Chiese pericolanti, non possiamo pregare»

Terremoto, i fedeli: «Chiese pericolanti, non possiamo pregare»
di Italo Carmignani
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Domenica 11 Settembre 2016, 00:10
dal nostro inviato 
ARQUATA DEL TRONTO Preghiamo. Sotto i tendoni, in mezzo al fango, al riparo dei tetti di stoffa, immersi nel freddo naturale della stagione. Ma non più nelle chiese. Dove il tremore della terra ha colpito duro, nessuna casa del Signore è agibile. Nel computo degli edifici inghiottiti o danneggiati dalle oltre seimila scosse dopo quella della notte del 24 agosto, senza fierezza sono le chiese a tenere la testa della lista. Che siano del Trecento, ornate di affreschi e bassorilievi come in Valnerina, che siano esattamente cento come nella Amatrice dei tanti morti, sono loro a pagare strutturalmente il prezzo più alto, a contare le ferite più larghe. Oggi le messe saranno celebrate tutte nei campi o all’aperto, sperando nella clemenza del cielo e della sua pioggia. 

Nel rispetto della tragedia delle vittime, ma subito dopo la prima devastante scossa, l’arcivescovo di Spoleto, monsignor Renato Boccardo, lo disse subito all’amico di vecchia data Matteo Renzi: «Da queste parti nessuna chiesa è più agibile, nel rispetto di una tragedia immane, vi prego di non dimenticarci». Ieri Boccardo è stato affiancato da un altro vescovo, monsignor Giovanni D’Ercole, presule di Ascoli: «Le chiese pericolanti sono sempre più pericolanti. Se non si interviene subito con le prime piogge saranno irrecuperabili». L’appello sfiora il grido, parla dall’alto, ma è rivolto alla terra degli uomini: «Mettiamo in sicurezza almeno quelle che contengono preziose opere d’arte e vorrei essere ascoltato dai Beni Culturali. Oggi, intanto, metteremo un telo sulla chiesa di Santa Maria in Pantano a Montegallo». 

A TURNO
Atleti della fede, un gruppo di sacerdoti si darà il cambio sugli altari delle 69 frazioni di Amatrice, con turni ogni ora. Alcune hanno ancora una chiesa o una pieve in piedi, altre, come quella di Sommati, hanno una grande tenda a disposizione. Altre ancora, come quella di Poggio Vitellino, niente. Si passa all’Umbria e Norcia avrà a disposizione una tensostruttura della Caritas per le celebrazioni, ma tra poco il freddo non permetterà più messe all’aperto. Nonostante lo sforzo dei preti volontari, serve una soluzione diversa per il popolo dei fedeli. Atteso nelle prossime settimane nelle zone del terremoto, Papa Francesco al termine dell’udienza giubilare in piazza San Pietro ha rivolto il suo pensiero «al Servizio della Protezione Civile che ieri ha annullato la partecipazione per continuare la preziosa opera di soccorso e assistenza alle popolazioni bisognose». 

SUI BANCHI 
In attesa di un passo deciso verso la ricostruzione, prosegue l’inchiesta della procura di Rieti con 68 edifici sotto sequestro per accertare la responsabilità dei crolli. E va avanti il lavoro delle 103 squadre di tecnici impegnate nelle verifiche di agibilità: sono stati già fatti 756 sopralluoghi su edifici privati e 458 (il 60,5%) sono stati dichiarati agibili. Valutati anche 538 plessi scolastici, di cui 374 (il 70%) sono stati ritenuti agibili. Cifre sugli istituti scolastici che hanno fatto promettere molto al ministro Giannini: la campanella di inizio di scuola suonerà regolarmente e puntualmente anche nelle aree che sono state colpite dal sisma. Come per le chiese, molte aule saranno sotto i tendoni. Seguendo il più conosciuto dei motti benedettini: ora et labora. 
 
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