Tasse troppo alte, fuorilegge un ateneo su due

Tasse troppo alte, fuorilegge un ateneo su due
di Lorena Loiacono
3 Minuti di Lettura
Lunedì 5 Marzo 2018, 02:57 - Ultimo aggiornamento: 22:35
Fuorilegge un’università italiana su due: le tasse sono troppo alte e mettono in difficoltà migliaia di studenti che, inevitabilmente, sono costretti a lasciare gli studi o a non avvicinarsi neanche al percorso universitario. La denuncia arriva dall’Unione degli Universitari che, con un dossier basato sui dati della Ragioneria dello Stato per la contribuzione studentesca, dimostra come il taglio ai fondi statali per l’università iniziato nel 2008 ha provocato un’impennata negli anni delle tasse per gli universitari. La contribuzione studentesca, infatti, oggi è pari al 22% del finanziamento statale ricevuto tramite Ffo, il Fondo di finanziamento ordinario, ma per legge non dovrebbe superare il 20%. 

LA LISTA
E partono i ricorsi, i primi sono stati già presentati sul bilancio previsionale del 2018 dei primi atenei che sforano il tetto massimo: l’Università degli Studi di Milano e l’Università Statale di Torino. Ma la lista è lunga: l’Udu infatti ha analizzato 59 atenei e in ben 33 di questi le tasse superano il 20% del Ffo. 

«Si registra una crescita sensibile delle tasse universitarie dopo i tagli dell’accoppiata Tremonti-Gelmini del 2008-2010 - spiega Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Udu - Il problema è il sottofinanziamento dell’università che ha condotto gli atenei ad innalzare le tasse: nel solo 2015 la somma richiesta oltre i limiti di legge ammonta infatti a ben 259 milioni di euro. Dal 2008 al 2016 la contribuzione studentesca in Italia è passata da 1 miliardo e 355 milioni di euro a 1 miliardo e 682 milioni di euro: 327 milioni di euro in più in appena 8 anni». 

IL MECCANISMO
L’aumento delle tasse è stato direttamente proporzionale al taglio dei fondi statali alle università: a fronte dei 327 milioni di euro in più chiesti agli studenti dal 2008, ci sono ben 369 milioni di euro spariti dal finanziamento statale che nel 2008 ammontava a quasi 7,4 miliardi e nel 2015 a 7 miliardi. Le università sono state costrette ad alzare le tasse per portare avanti le attività. Cosa è cambiato in questi anni? Nel 2008 gli atenei che superavano il limite del 20% erano 20: uno su tre, oggi invece sono uno su due. E la divisione geografica rileva come il fenomeno sia altissimo negli atenei del Nord dove 9 università su 10 sono “fuorilegge”. 

LA MAPPA
Proprio al Nord spetta infatti il triste podio del maggior aumento di tasse universitarie: in 8 anni sono cresciute di oltre 163 milioni di euro. Al Centro gli atenei che superano il tetto sono 6 su 16 mentre al Sud si è passati da 4 su 22 del 2008 a 9 su 22 del 2015. Al Sud quindi la percentuale degli atenei che sfora il tetto massimo di contribuzione studentesca è aumentata dal 18 al 41%. Le conseguenze? Le pagano pesantemente gli studenti e non solo in euro. Mano a mano che aumentano le tasse, infatti, diminuiscono gli iscritti: in 8 anni si sono persi 296.349 studenti. E non sono pochi, equivalgono agli studenti di 5 atenei grandi come la Statale di Milano. Al Centro invece è scomparso quasi uno studente su quattro: sono andati perduti 100mila iscritti. Solo la Sapienza di Roma ne ha persi 45mila dal 2008, passando da 140mila a 95mila, addirittura uno studente su tre in meno. Risulta invece contenuta la perdita degli iscritti dal 2008 ad oggi negli atenei del Nord, pari a circa 25mila studenti. Sembrano pochi rispetto alla perdita complessiva ma rappresentano comunque una popolazione studentesca pari a quella dell’intera Università di Pavia. 

LA NO-TAX AREA
Con la legge di bilancio 2017, quasi tutti gli atenei hanno introdotto una no-tax area per gli Isee di 13mila euro. «È necessario - spiega l’Udu - innalzare questa soglia a livello nazionale portandola almeno al pari di quella delle borse di studio che arriva a 23mila euro. Oltre alla necessità di diminuire le tasse a tutti gli studenti, eliminando i criteri di merito: la contribuzione deve semplicemente essere commisurata al reddito». Nell’anno accademico 2015-2016 negli atenei italiani la tassa universitaria media è stata di 1.250 euro, si tratta della terza più alta d’Europa. 
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA