Spese pazze per feste e tornei Ue: la Sicilia ridia 70 milioni

Spese pazze per feste e tornei Ue: la Sicilia ridia 70 milioni
di Antonio Calitri
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Domenica 29 Novembre 2015, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 08:34
Nella Regione Sicilia sempre a un passo dal default, spunta un nuovo buco in bilancio per i contributi pazzi dati al turismo. Che per ora ammonta a 70 milioni di fondi, contestati da Bruxelles ma già pagati per attività che non verranno riconosciute. E che, se non saranno restituiti da chi li ha ricevuti, toccherà alla Regione ripagare all'Unione Europea. Ma questo è solo l'inizio di quella che potrebbe essere una voragine miliardaria visto che si tratta di una piccola parte di quanto speso e che potrebbe moltiplicarsi a tutte le regioni, in vista della rendicontazione dei contributi 2006-2013 per la coesione e lo sviluppo regionale che verrà presentata da ogni regione entro marzo 2017.

LA VORAGINE Intanto è scoppiato il caso della Sicilia, regione con il bilancio sempre sul filo del default e che ora dovrà inserire 70 milioni di fondi da restituire all'Europa. Di cosa si tratta? La misura "turismo" dei fondi europei è nata per dotare di infrastrutture e iniziative stabili territori come il Mezzogiorno d'Italia. Tra i contributi elargiti dalla regione però, una fetta consistente è andata ai grandi eventi come i Mondiali di scherma di Catania, che hanno ricevuto un contributo di cinque milioni di euro, i Sicilian Open di golf ma anche il Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo. In particolare l'edizione sicuramente contestata, per un contributo di 1,3 milioni di euro sarebbe quella del 2010 che ha visto tra i principali protagonisti Vladimir Luxuria, protagonista anche l'anno successivo alla conduzione dei talk show dei Café le cous cous e dove è stato organizzato anche un master universitario di secondo livello in cultura e comunicazione del gusto dell'Università di Palermo.

E contributi europei sono stati elargiti anche per la festa di Santa Rosalia, patrona di Palermo. Il Circuito del Mito, un cartellone di spettacoli da 9 milioni di euro era finito sotto l'occhio della magistratura e probabilmente ha fatto scattare le indagini preventive dei tecnici di Bruxelles che avevano contestato che queste iniziative non centravano gli obiettivi dei fondi. E il capo dipartimento del turismo regionale, Alessandro Rais aveva dichiarato che «a un primo esame, c'è una conferma che spettacoli e manifestazioni non hanno prodotto un esito entusiasmante».

Tra gli eventi che hanno fatto sollevare dubbi all'Ue c'erano anche la Sagra del Taratatà, costata 43 mila euro, il Palio dei Normanni (67 mila euro), il presepe di Custonaci da 162 mila euro e il Raid dell'Etna da 146 mila euro. Mente gli stessi tecnici erano riusciti a bloccare 40 mila euro per il presepe vivente di Agira. Nel carnet delle spese pazze del turismo siciliano ci sono addirittura il servizio bar e ristorazione del teatro di Verdura di Palermo e la ristrutturazione di un bar in provincia di Messina. Spese pazze conosciute e denunciate dai media locali siciliani, e a volte entrate nelle inchieste nazionali.

CASO INSIDIOSO Il problema questa volta è che queste sperse ancora prima che si chiuda la rendicontazione, sono state contestate e non saranno pagate. E siccome i fondi sono stati anticipati dalla regione adesso si è creato un caso molto insidioso perché o i fondi tornano indietro, cosa molto difficile, oppure li dovrà pagare la regione ovvero tutti i siciliani, e siccome probabilmente ci sarà bisogno dell'aiuto del governo, tutti gli italiani.

Lo scorso luglio, capito l'andazzo, la giunta guidata da Rosario Crocetta che per queste spese sarebbe estranea ai fatti avendo ereditato la patata bollente, ha bloccato tutto. Però una parte di questi, che secondo le indiscrezioni dovrebbe risultare di 70 milioni di euro sarebbe già stata pagata e difficilmente ritornerà indietro. Ma sono solo indiscrezioni perché l'ex assessore al turismo Cleo Li Calzi ha detto questa settimana a Repubblica Palermo che «più volte ho sollecitato gli uffici preposti ad affrontare la questione».

LE POLEMICHE Non può essere chiamato in causa il neo assessore Anthony Barbagallo, che ha fatto sapere che «dal mio insediamento è passato meno di un mese ma sin dal primo giorno ho chiesto, e continuo a chiedere, delle dettagliate relazioni, sia sulle spese sia sulla gestione, agli uffici competenti; solo dopo potremo decidere come agire. Nessuno resterà impunito, questo dev'essere chiaro». Il capogruppo regionale del M5s Giancarlo Cancellieri spiega al Messaggero che «stiamo valutando se ci sono i presupposti per un esposto alla Corte dei conti, il cittadino non può pagare per la stoltaggine dei governi.

In Sicilia i fondi europei o li fanno tornare indietro o li sperperano.
In passato e nel presente. Il governo Crocetta in questo senso si sta dimostrando in perfetta continuità con i precedenti esecutivi, il filo rosso che li unisce sono l'incapacità di programmare e l'abnorme ricorso agli sprechi» e anticipa che «stiamo lavorando ad un libro bianco che raccoglierà i tantissimi sprechi che finora sono rimasti sotto traccia». Al di là della Sicilia però, vista la nuova severità di Bruxelles il problema si potrebbe moltiplicare al resto delle regioni che hanno speso con leggerezza i contributi EU riservandoci grosse sorprese nel 2017.
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