Signorini, debutto da regista con la Turandot: «Preferisco Puccini agli amori di Belen»

Signorini, debutto da regista con la Turandot: «Preferisco Puccini agli amori di Belen»
di Mario Ajello
3 Minuti di Lettura
Martedì 11 Luglio 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 20:41
Alfonso Signorini, dalla direzione di Chi alla regia della Turandot è un bel salto, no?
«Può sembrare un salto nel buio, ma mi sento più a mio agio nel campo della musica che in quello del gossip. Sono diplomato in pianoforte, ho sempre sentito e praticato la musica. Suono due o tre ore ogni giorno».

E il tempo dove lo trovi?
«Lo trovo perché bisogna trovarlo. Basta perdere meno tempo in cose inutili».

Stai per pubblicare un romanzo su Chopin, ma intanto il melodramma. Perché?
«Perché questa è forse l’espressione musicale più diretta e passionale».

Rinneghi il gossip per la musica?
«La musica presuppone conoscenza tecnica, il gossip è più aleatorio. Non lo sto rinnegando, dico solo che preferisco perdermi nei notturni di Chopin che inseguire gli amori di Belen».

Che cos’è Turandot per te?
«È l’archetipo delle passioni umane e di una grandissima trasformazione personale. Nella mia regia sono voluto partire dalla musica. Il regista deve mettere qualche cosa di suo, arrivando a scoprire determinate pieghe e sfumature, dentro la partitura, che altri prima di te non hanno scoperto».

In Turandot alberga lo spirito di una antenata violentata e uccisa. Incarna la violenza che subiscono molte donne?
«Questo si può dire se vuoi dare una lettura attuale al dramma. Io non ho dato un’interpretazione di questo tipo. Ma il blocco passionale, fisico e anche vocale di Turandot, che a volte è proprio un monolite, deriva dal ricordo della violenza. Poi abbandona la sua corazza, per trasformarsi in una donna passionale. Anche la schiava Liù ha questo tipo di trasformazione. Tutto questo non è che lo dico io, lo dice Puccini nella sua musica».

Una Turandot classica o rivoluzionaria?
«Se rivoluzionario significa cercare aspetti inediti, ho provato ad esserlo. Se vuol dire invece fare sedere la protagonista sul wc, la mia Turandot è l’opposto: iper-tradizionale. Comunque, io non ho scelto la strada di far dominare tutto dal mio Io di regista».

Con il tuo immaginario berlusconiano la musica si concilia bene?
«Non lo so. Il berlusconismo l’ho sempre guardato come un’epopea a volte divertente e a volte drammatica, ma sempre degna di essere raccontata. Così come il renzismo. Ma ora è cambiata la fase».

Berlusconi per la nuova campagna elettorale punta su una donna come figura centrale al suo fianco. Turandot andrebbe bene?
«Sarebbe un bell’acchiappo per il Cavaliere. Perché è una donna poco sensibile alle seduzioni del mondo maschile. Ed è una donna molto sicura del fatto suo e che sa anche mettersi in discussione, cosa che nel Palazzo non accade quasi mai, tanto è vero che abbandona la sua corazza».

Tu, sentimentalmente, ti senti un po’ Turandot?
«Purtroppo, sì. E stai toccando una nota molto dolente. Mi innamoro difficilmente. Finora non ho mai conosciuto l’amore vero».

Se dovessi mettere in copertina su Chi una Turandot, chi metteresti?
«Forse, la Boschi. È molto Turandot. Non s’innamora mai o almeno non sappiamo chi è il Calaf di Maria Elena. Il suo mistero è chiuso in lei, e il nome suo nessun saprà».

Hai scelto lo stilista delle star, Puglisi. Turandot come Madonna o come Jennifer Lopez?
«Ho voluto fortemente Puglisi per i costumi, perché è il più vicino al rapporto tra musica e teatro. Ha lavorato con Rihanna, con Michael Jackson. E la nostra Turandot avrà un impatto visivo molto forte. Una Turandot tanto rock. Androgina e un po’ Grace Jones, specie nei primi atti».

Non credi che oggi l’Italia avrebbe bisogno di figure come Calaf?
«Lui è un personaggio molto attuale. Un anarchico. Nel mondo della politica non vedo suoi simili e comunque l’anarchia oggi può essere pericolosa. Però dobbiamo essere tutti un po’ più Calaf, cioè dobbiamo avere il coraggio di pensare con estrema libertà e non sempre lo possiamo fare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA