Scuola, un alunno su tre non si è ancora vaccinato. E il 2% dirà no all’obbligo

Scuola, un alunno su tre non si è ancora vaccinato. E il 2% dirà no all’obbligo
di Lorena Loiacono
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Martedì 7 Novembre 2017, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 08:33
Un ragazzo su tre non è ancora vaccinato. O, meglio, non ha tutti i 10 vaccini richiesti per la scuola dell’obbligo. Entro il 31 ottobre tutti gli studenti erano obbligati a presentare la documentazione relativa allo stato vaccinale: certificati veri e propri o, in mancanza di questi, le autocertificazioni in attesa di riscontri effettivi da presentare entro il 10 marzo prossimo. Con l’autocertificazione era prevista anche la possibilità per le famiglie di dichiarare l’avvenuta prenotazione del vaccino per mettersi in regola. 

L’AUTOCERTIFICAZIONE
Per il momento, stando ai primi dati che arrivano dalle aziende sanitarie, il 30% degli studenti ha presentato l’autocertificazione con l’impegno di sottoporsi ai vaccini mancanti, come previsto dalla legge. Il restante 70% sarebbe invece già idoneo.

In questi giorni infatti le Asl stanno raccogliendo i documenti che le famiglie hanno presentato alle singole scuole. A Roma, ad esempio, nella Asl 1 per il primo municipio su 3.815 alunni gli idonei sono 2.644, gli altri hanno per lo più la certificazione di appuntamento vaccinale, quindi sono in via di regolarizzazione. 

Nel distretto 2, su 4.719 alunni, sono idonei 3.352, quindi circa il 71%. Nel distretto 15 su 5.326 alunni gli idonei sono 3.610, gli altri hanno la certificazione di appuntamento vaccinale. Anche nei distretti 3, 13 e 14 la percentuale di idoneità arriva al 70%. 

I CONTATTI
Tante le richieste di informazione: nella Asl 1 sono 152.729 i ragazzi interessati dall’obbligo e il call center attivato per aiutare le famiglie ha ricevuto 85mila telefonate, 21mila email; 33mila gli appuntamenti concordati. 
È ancora presto per dire quanti saranno coloro che comunque non si sottoporranno al vaccino. «Stimiamo una quota del 2-3% di ragazzi che non lo faranno per scelta personale - spiega Antonio Palma, medico della Confederazione italiana di pediatria - anche se lo hanno prenotato: possono sempre dire che in quel giorno avevano la febbre ed è saltato. Per il resto devo dire che l’affluenza sta aumentando rispetto al passato, vediamo risultati positivi». 

Anche per l’Istituto superiore di sanità i risultati si vedono. «In pochissimi mesi - ha spiegato il presidente Walter Ricciardi - abbiamo avuto in alcune regioni risultati che ci aspettavamo in due anni: in Toscana ed Emilia Romagna è stato superato il 96% di copertura». 

I DATI
In Lombardia, secondo i primi dati forniti dalle Ats, sono 11mila le prenotazioni registrate e 4mila i casi già recuperati per le fasce d’età interessate. «Tra i 1.149.474 ragazzi nati dal 2001 al 2011 - spiega l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera - sono circa 95mila quelli che risultano inadempienti». 

LA PROCEDURA
In Umbria, dove in due mesi sono state inviate circa 120mila lettere alle famiglie con informazioni e gli eventuali appuntamenti per sottoporsi al vaccino, sono stati numerosi i genitori che si sono presentati nei centri vaccinali. «Ora - spiega l’assessore regionale alla Salute, Luca Barberini - inizia la fase del recupero degli inadempienti: in tutte le Usl stanno partendo lettere raccomandate, attraverso le quali verrà proposto un appuntamento per l’iter vaccinale obbligatorio. Altrimenti scatteranno le sanzioni previste dalla nuova legge».

TEST PRE-VACCINALI
Ma non aumentano solo i vaccini, sono in crescita infatti anche le richieste di test pre-vaccinali per avere rassicurazioni sull’esito della somministrazione. Sulla questione è recentemente intervenuta la Federazione degli Ordini dei medici e degli odontoiatri: «Sono test senza alcuna giustificazione tecnica e scientifica».
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