Biblioteche 2.0 e prof blogger, così la scuola diventa digitale

Biblioteche 2.0 e prof blogger, così la scuola diventa digitale
di Lorena Loiacono
3 Minuti di Lettura
Lunedì 28 Novembre 2016, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 09:09
Coding, tinkering, making. Termini incomprensibili per molti ma non per quelle scuole in cui è iniziata la rivoluzione digitale. Docenti e studenti alle prese con la tecnologia per innovare le lezioni, divertendosi. Il ministero dell’istruzione ha lanciato una tre giorni di eventi, alla Reggia di Caserta, per chiudere il primo anno del Piano nazionale di scuola digitale. La suggestiva residenza reale si è trasformata un immenso laboratorio digitale in cui i 5.000 partecipanti tra studenti, insegnanti, presidi e animatori digitali mettono in mostra e, soprattutto, in rete quel che sono riusciti a realizzare. 

I FONDI
Per il Pnsd sono stati stanziati 1,1 miliardi di euro e, di questi, sono già stati spesi 500 milioni per incrementare le competenze digitali degli studenti, il potenziamento degli strumenti didattici e laboratoriali e la formazione dei docenti. In questo primo anno in oltre 6600 scuole si è provveduto al cablaggio interno, per la connessione e la messa in rete degli istituti, sono stati realizzati ambienti digitali per la didattica integrata e laboratori territoriali per l’occupabilità. In tutto, sono stati realizzati 1.800 atelier creativi dove poter allestire un ambiente ideale per la creatività digitale, il tinkering e il making che, “armeggiando” strumenti tecnologici, rendono la didattica più accattivante e innovativa. 

Nelle scuole sono arrivate le biblioteche in chiave digitale, ed è stata avviata la formazione di oltre 140.000 dipendenti della scuola. Il ministro Stefania Giannini ha annunciato un piano specifico per la programmazione: «Ogni studente imparerà a programmare: dal prossimo anno tutte le scuole primarie avranno la possibilità di fare 60 ore all’anno di coding. Per questo obiettivo abbiamo destinato 100 milioni di euro». Ma il Piano nazionale della scuola digitale non è solo fatto di numeri e fondi stanziati, ad attivarlo è la creatività dei docenti che si sono messi in gioco. E alla Reggia di Caserta, in questi tre giorni, c’è stato spazio soprattutto per loro e per i loro studenti. 
Per capire che cos’è un animatore digitale basta ascoltare le parole di Stefania Bassi, maestra di terza elementare dell’istituto comprensivo Carlo Alberto dalla Chiesa di Roma e animatrice digitale: «I nostri ragazzi, dalla scuola dell’infanzia alla scuola media, giocano a pac man con i joystick in plastilina e suonano la frutta e la verdura grazie a dei sensori speciali. Abbiamo pensato di far circolare nei vari plessi la strumentazione che abbiamo grazie a dei trolley lab: uno con i tablet, uno con i robottini da programmare e uno per il tinkering con cui i ragazzi realizzano oggetti con materiale tecnologico e riciclato». 

I TWEET
Durante le lezioni si twitta, tramite i profili social della scuola, citando i brani di letteratura. «Quello del momento - spiega la Bassi - è l’Orlando Furioso». Non solo, i ragazzi hanno realizzato delle foto tramite un ingranditore e le immagini spettacolari, condivise sui social, hanno colto l’attenzione del compositore Michele Sganga che ha realizzato una musica per accompagnarle. Tutto rigorosamente online. Così come sono online, ad esempio, le lezioni di arte della prima docente blogger. Emanuela Pulvirenti, professoressa di storia dell’arte del liceo Falcone di Barrafranca, vicino Enna, condivide tutto il suo materiale e le lezioni sul suo blog “Didatticarte.it”: «In questo modo - racconta - sono l’insegnante di tutti: ho 3 milioni di visitatori, 10mila ogni giorno e da tutto il mondo. Una sola lezione sul capitello nell’architettura, ad esempio, ha raggiunto 40mila visioni. Anche la lezione in classe diventa più interattiva: consento ai ragazzi di usare lo smartphone, ad esempio, per realizzare foto caravaggesche o futuriste. E così la fantasia realizza quel che vuole». 

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA