Scuola, da settembre la pagella ai presidi con premi e punizioni

Scuola, da settembre la pagella ai presidi con premi e punizioni
di Lorena Loiacono
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 29 Giugno 2016, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 00:40
Esaminati nelle varie competenze e poi, proprio come accade agli studenti, valutati. Con tanto di promozione, a cui farà seguito il premio, o bocciatura che nei casi più gravi comporterà anche l’allontanamento dalla scuola. D’ora in poi sarà così per i presidi che, in piena applicazione della valutazione prevista per legge, avranno veri e propri voti oltre ai giudizi espressi da tutti i collaboratori. Altro che preside sceriffo, da settembre i dirigenti scolastici saranno giudicati prima ancora di giudicare i loro docenti. 

LA DIRETTIVA
La norma, prevista dalla legge della Buona Scuola, in realtà mette in atto una valutazione vecchia di 15 anni: il decreto legislativo 165 del 2001. Da quel momento sono trascorsi tanti anni e sono succeduti ben 7 ministri diversi che nulla hanno potuto in termini di valutazione e premialità. Ora invece la legge c’è e, con essa, sono arrivate anche le risorse per applicarla. A presentare la direttiva ministeriale, ieri, è stata il ministro Stefania Giannini di fronte a una platea di direttori generali degli uffici scolastici regionali che poi dovranno applicarla. Si tratta di una rivoluzione che interesserà 7.030 dirigenti che al momento di firmare l’incarico, solitamente nel mese di agosto, troveranno per la prima volta gli obiettivi di miglioramento da raggiungere. 

Gli obiettivi saranno di carattere generale, individuati dal ministero, specifici del territorio, individuati quindi dagli Uffici scolastici regionali, e collegati alla singola scuola di appartenenza e stabiliti quindi dal Rapporto di autovalutazione dell’istituto. A stilare la valutazione del dirigente sarà un nucleo composto da un dirigente, amministrativo o scolastico, e da due esperti. Per questo sono stati già assunti 60 ispettori che andranno ad aggiungersi ai “vecchi” per un totale di 120 unità. 

Il nucleo, durante l’anno scolastico, potrà far visita al dirigente sul posto di lavoro e, a fine anno, darà il suo responso. Peserà sulla valutazione finale, per il 60%, la capacità di gestione del preside, per il 30% la capacità di valorizzare le risorse umane di tutto il personale della scuola e per il 10% conterà l’apprezzamento del suo lavoro da parte dell’intera comunità scolastica. 

Sono 4 i giudizi previsti dalla direttiva: mancato raggiungimento degli obiettivi, buon raggiungimento degli obiettivi, avanzato raggiungimento degli obiettivi e pieno raggiungimento degli obiettivi. In base agli esiti, i premi non saranno più distribuiti a pioggia ma con un criterio di meritocrazia a partire da giugno 2017. 

LE RISORSE
Il ministero dispone oggi di oltre 150 milioni di euro da distribuire ai più bravi. «Si tratta di uno strumento in più - ha spiegato Stefania Giannini - per ottenere un obiettivo importante: il miglioramento del sistema scolastico». Premi a parte, che cosa accadrà a coloro che non raggiungeranno l’obiettivo preposto? «Chi dovesse avere una valutazione pienamente negativa - spiega - ha due possibilità: o cambia scuola o cambia mestiere».

Di fronte a un fallimento si andrà a capire le motivazioni: se si tratta di un’incompatibilità con il contesto, il preside potrà essere trasferito in un’altra scuola, ma se il parere negativo dovesse ripetersi più volte o se fosse legato a una reale incapacità a dirigere, il preside sarà rimosso dall’incarico scolastico e messo a disposizione dell’Usr con un’altra mansione.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA