Sconti di pena, l’ultimo scontro Lega-FI

Sconti di pena, l’ultimo scontro Lega-FI
di Emilio Pucci
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Mercoledì 29 Novembre 2017, 00:32 - Ultimo aggiornamento: 15:20
Rivolta delle donne di FI per la posizione assunta dal partito sulla proposta del Carroccio di dire no a sconti di pena per chi si macchia di reati che prevedono l’ergastolo. La norma firmata dal leghista Molteni (relatrice anche la dem Giuliana) prevede che non si possa più ricorrere al rito abbreviato per crimini efferati come l’omicidio e lo stupro. Il partito azzurro si è schierato contro l’accordo del Carroccio con il Pd sancito in Commissione alla Camera e ha preferito astenersi. Contrari anche Mdp e Sinistra italiana, a favore M5S. Il ddl che modifica il codice di procedura penale è passato a Montecitorio con 318 sì e 33 voti contrari e va ora al Senato. 

PROTESTA AZZURRA
Raccontano in FI che Mara Carfagna dopo un litigio con l’esponente azzurro Sisto che aveva presentato un emendamento soppressivo della legge ha abbandonato la Camera. A protestare anche altre deputate come De Girolamo, Biancofiore, Giammanco, Santanchè. «Che cosa andiamo a raccontare alla gente in tv? Così M5s e Lega hanno vita facile», lo sfogo di una parlamentare. Ma la linea del partito è stata decisa direttamente ad Arcore. I malpancisti riferiscono che si è mossa la lobby degli avvocati guidata da Ghedini. Il braccio di ferro perà è tutto politico. «La giustizia – ha sottolineato Berlusconi con i suoi – non può essere un tema da campagna elettorale, non si possono fare calcoli di convenienza su questioni simili», l’alt imposto dal Cavaliere. 

Il provvedimento in realtà era già stato votato nei mesi scorsi alla Camera con soli 6 voti contrari. Al Senato lo avevano abbinato al provvedimento sul processo penale ma non era stato recepito. Da qui l’affossamento e la necessità di riavviare l’iter. «Ci sono perplessità di carattere costituzionale e c’è il rischio che tecnicamente la soluzione non sia la più giusta per raggiungere l’obiettivo prefissato», ha sottolineato Sisto. Il Pd ha messo subito il dito nella piaga attaccando il centrodestra: «L’alleanza frana subito», attaccano i dem Verini ed Ermini. Salvini è andato su tutte le furie quando gli hanno comunicato lo smarcamento di FI: «Se non c’è accordo su questo non si è d’accordo su nulla. Non si può parlare di garantismo quando trovi l’assassino con il coltello in mano o i pantaloni abbassati». Il Carroccio mette dunque in dubbio l’unità della coalizione: «Patti chiari e amicizia lunga, notaio o non notaio. Sia chiaro. L’alleanza la fai se hai una visione comune del futuro, della famiglia, della giustizia. Ma se mancano i minimi fondamentali, di che stiamo parlando?». 

Il partito di via Bellerio è irritato anche per il trattamento riservato dal governatore della Sicilia: «Senza un posto in giunta la Lega è pronta a lasciare la maggioranza targata Musumeci», la protesta di Attaguile, deputato del Carroccio. Ma lo scontro tra Berlusconi e Salvini ormai è su tutto. Il giovane Matteo non concepisce che il Cavaliere continui a parlare di ministri e candidati premier: «Basta sparate elettorali. Se Berlusconi lancia un presidente del Consiglio al mese non è serio. Non stiamo facendo la squadra del Milan». «Siamo noi che non ne possiamo più delle sparate di Salvini», replicano i big azzurri. FI fibrilla, una parte del partito vorrebbe seguire la linea della Lega. Ma l’ex premier tira dritto. Punta a far emergere che il Carroccio preferisce seguire M5S. Il Cavaliere domani sarà a Roma per incontrare degli imprenditori da candidare alle politiche e ritornare in tv, anche sulla sicurezza. «Sono temi che non lasceremo certamente alla Lega», la strategia del Cavaliere. 
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