Scandali e violenze, polveriera Francia

Scandali e violenze, polveriera Francia
di Marina Valensise
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Mercoledì 8 Febbraio 2017, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 08:17
Rien ne va plus. Forse è presto per dirlo, ma in Francia le cose non stanno andando proprio benissimo. A meno di tre mesi dal primo turno delle presidenziali, il paese è dilaniato da problemi interni, dal disagio sociale con le periferie sotto pressione, mentre l’assetto politico sinora stabile della Quinta repubblica sembra esposto a nuove scosse inattese. La cronaca aggiunge del suo. La settimana scorsa dopo una retata alle Cité des 3000, banlieue nord di Parigi, un giovane di 22 anni è rimasto ferito, malmenato e addirittura violentato da alcuni poliziotti nel corso dell’interrogatorio. Gli agenti sono sotto inchiesta. Intanto però, Aulnay-sous-Bois, già teatro degli scontri del 2005, è in balia della violenza. La popolazione in rivolta chiede giustizia e punta il dito contro le forze dell’ordine. 

IL PRESIDENTE E I CANDIDATI
Accorso al capezzale del giovane ferito, il presidente della Repubblica François Hollande ha cercato di placare gli animi. E mentre il candidato socialista alle presidenziali, Benoît Hamon, soffiava sul fuoco, condannando «gli atti inammissibili» della polizia, e il comunista Jean Mélenchon invocava soluzioni contro «la barbarie commessa da alcuni agenti», la candidata del Fronte nazionale, Marine Le Pen, ha preso tutti in contropiede, presentandosi in un commissariato dell’Essonne, per esprimere solidarietà ai poliziotti sotto accusa. 

Così, in un paese con sei milioni di disoccupati, esposto alla minaccia del terrorismo islamico, col rischio quotidiano di attentati imprevedibili, e in preda all’incertezza, si rischia di alimentare la voglia di rottura. I sondaggi danno ormai da tempo Marine Le Pen in testa al primo turno delle presidenziali. La candidata del Fronte nazionale ha aperto la campagna elettorale con un appello al popolo, cavalcando l’isteria del suo programma: uscire dall’euro, distruggere l’Unione europea. «Non è una proposta, ma una rinuncia», ha commentato il quotidiano Le Monde, spiegando in dettaglio l’assurdità oltreché il danno del progetto lepenista - speculazione fuori controllo, crollo delle esportazioni, imprese in crisi, disoccupazione alle stelle. 

Sul fronte moderato, le cose si complicano. François Fillon, candidato dei Repubblicani, ha stravinto le primarie del centro destro, ma è andato incontro a uno scandalo che ora rischia di travolgerlo. È sotto accusa per aver assunto come assistente parlamentare sua moglie, Penelope Clarke, una gallese dagli occhi tristi conosciuta a vent’anni, sposata da trenta e madre dei suoi cinque figli, e per averla fatta remunerare in modo esorbitante (100 mila euro lordi l’anno) per un lavoro fittizio da un amico finanziere, proprietario della “Revue des Deux Mondes”. Adesso spunta fuori anche l’indennità di fine rapporto con altri oboli pare ingiustificati. Incassato il colpo, Fillon è passato al contrattacco. Ha ammesso di non aver considerato i cambiamenti di mentalità, insofferente al familismo. Ma ha difeso la legalità del suo operato e l’autonomia del legislatore, unico arbitro dei suoi collaboratori, denunciando il linciaggio mediatico, ma alla fine è scivolato su una buccia di banana. Ha citato le scuse che gli avrebbe rivolto la giornalista inglese autrice dell’intervista a Penelope trasmessa in TV come prova a carico, dove Mme Fillon dichiarava di non aver mai lavorato col marito. Solo che la giornalista inglese l’ha subito smentito, facendolo passare per un bugiardo.

IL COMPLOTTO CHE NON C’È
Così chi pensava a un complotto, per escludere Fillon dalla corsa all’Eliseo evitando di disperdere il voto moderato tra due concorrenti al centro, ora potrà ricredersi. Più che una macchinazione, forse si tratta solo di una sequela di goffaggini. Sicché, l’unica alternativa credibile contro Marine Le Pen appare Emmanuel Macron, l’ex banchiere ex ministro di Hollande che ha fondato un suo movimento in proprio. Anche lui non esente da attacchi, sembra più sereno e molto più ironico di Fillon. Per smentire le voci di un suo legame col presidente di Radio France Mathieu Gallet, il bel Macron ha giocato d’anticipo, senza aspettare di vedere la sua foto su Closer, (rivista gossip che nel frattempo ha ritirato il servizio) e dando anche una stoccata a Fillon: «Sento dire che avrei una doppia vita… è spiacevole per Brigitte (la moglie ex sua prof) e siccome io divido con lei i miei giorni e le mie notti, lei si domanda come faccio, e io per questo non l’ho mai remunerata …». 

 
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