Guide turistiche in guerra: «Siamo in via di estinzione»

Guide turistiche in guerra: «Siamo in via di estinzione»
di Laura Larcan
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Domenica 20 Novembre 2016, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 10:35
Il fenomeno delle guide abusive che negli ultimi dodici mesi ha raggiunto livelli da record. Il 33 per cento dei “ciceroni” in circolazione nella Capitale che non risulta abilitato, con un picco di quasi 1500 persone (praticamente uno su tre è illegale). Un giro d’affari milionario rigorosamente esentasse visto il business di operatori culturali che non pagano le tasse in Italia. La mappa dei luoghi clou dove i professionisti autorizzati sembrano una «razza in via di estinzione», dal Palatino al Foro romano, dalla Galleria Borghese alla basilica di San Clemente, dal Pantheon ai Fori imperiali. A questi vanno aggiunte le falle nel sistema normativo di repressione, e l’assenza di squadre speciali di controllo sul territorio. Insomma, per il turismo capitolino fioccano dati pesanti come macigni. A scriverli nero su bianco è stata l’Associazione Guide Turistiche Abilitate di Roma che ha lo scorso 14 novembre ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica, inviato per conoscenza a 21 destinatari, compresi Regione Lazio e Comune. Proprio dal Campidoglio non «si hanno ancora riscontri su questo problema», raccontano dall’AGTAR. «Già prima delle elezioni, abbiamo chiesto l’istituzione di un’apposita squadra specializzata nel turismo, così come di partecipare a un tavolo tecnico del turismo, ma nulla - tuona la presidente Isabella Ruggiero - E ormai l’abusivismo turistico a Roma ha raggiunto livelli mai visti». Tradotto: mancanza di lavoro e introiti per le famiglie delle 3500 guide abilitate (che lavorando con Partita Iva pagano una media del 50% di tasse sul loro introito annuale), ma anche perdita milionaria per le casse dello Stato. Dati alla mano, parliamo di ben 10milioni di euro l’anno persi dal lavoro in nero di 1000 guide abusive. 

IL SISTEMA 
La denuncia punta i riflettori su un autentico sistema di turismo abusivo, che sembra si sia diffuso capillarmente sul territorio, approfittando, come evidenzia il documento, del clima di illegalità impunita. Tre sono i principali forme di abusivismo: «Gente di varia nazionalità, in gran parte degli Stati Uniti e dei paesi asiatici, senza nessun permesso. Quelli che fanno finta di rientrare nella norma della “prestazione temporanea”, che sono guide nel loro paese e dovrebbero venire in Italia solo saltuariamente, senza avere qui domicilio né residenza. Infine quelli che hanno una abilitazione in altre Regioni italiane ma vengono a lavorare a Roma anche nei siti dove potrebbero lavorare solo le guide del Lazio». Ad alimentare questo sistema sono agenzie turistiche e Tour Operator ben noti nel mercato internazionale con sede in uno dei paesi dove si pagano meno tasse: «Preferiscono usare una persona abusiva pur di pagare 50-70 euro in meno». I conti rispecchiano le strategie: dai 50 ai 240 euro le tariffe esentasse delle guide abusive, a fronte dei 135/240 lordi delle guide con tesserino, il loro «bollino di qualità». 

LE RESPONSABILITÀ
La responsabilità grava sulla politica. «Le professioni sono materia statale, eppure manca una legge sul turismo e il Mibact in due anni ha partorito solo un decreto che norma solo visite in alcuni siti», dice la Ruggiero. Non solo. Con lo smantellamento dell’ente Provincia, è l’Agenzia regionale del Turismo che ha ereditato la gestione in materia turistica, dalle professioni turistiche alle agenzie. «Eppure - commenta Ruggiero - nel sito ufficiale della Regione Lazio, a proposito di guide turistiche, compaiono dati sbagliatisi: si legge “l’abilitazione alla professione di guida turistica è valida su tutto il territorio nazionale” e manca la specifica che nei “siti protetti” possono spiegare solo le guide del Lazio». Al Comune la situazione è paradossale: «È l’unico ente con una polizia locale contro gli abusivi, ma i loro sforzi sono vanificati dal frazionamento delle competenze - incalza Ruggiero - Per esempio non possono entrare e multare gli abusivi dentro il Palatino». Insomma, con l’esposto arriva l’appello: serve un chiarimento delle deleghe e delle competenze fra Regione e Comune. 
 
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