L’inchiesta è scattata in dicembre, dopo la segnalazione dei genitori della ragazza. Il padre, dopo avere scoperto di quelle avances proibite sfociate in incontri concreti e in una sorta di relazione, si è rivolto alla procura denunciando il collega. Una situazione che, oltre ad avere sconvolto la famiglia, crea molto imbarazzo nell’Arma per il coinvolgimento di due militari.
IL TRASFERIMENTO
Le indagini sono iniziate prima di Natale e nei giorni scorsi il carabiniere sotto accusa è stato trasferito in un altro reparto per incompatibilità ambientale, ma non è ancora stato sospeso dal servizio. È infatti necessario attendere la conclusione degli accertamenti preliminari, anche perché i procedimenti disciplinari, a meno che ci siano misure cautelari in atto o prove evidenti, vengono congelati fino alla conclusione dell’inchiesta. Le contestazioni, infatti, sono ancora da verificare, ma una svolta nelle indagini potrebbe arrivare presto. Perché gli inquirenti hanno già perquisito l’ufficio dell’indagato e hanno anche sequestrato il suo cellulare e il suo computer.
Ora, la procura attende il deposito della consulenza tecnica. I risultati della perizia saranno fondamentali, visto che la ragazzina ha confessato che l’uomo le inviava fotografie spinte, che lo ritraevano anche nudo, e che si sentivano in continuazione con messaggi e telefonate. Dettagli che gli investigatori stanno cercando nella memoria dello smartphone del militare.
GLI INCONTRI
Allieva e insegnante avevano iniziato a frequentarsi anche fuori dalla caserma di Tor di Quinto. Gli atti sessuali contestati dalla procura, infatti, non sarebbero stati commessi solo durante le lezioni di equitazione, ma anche in altre occasioni. Quando gli inquirenti gli hanno notificato il decreto di perquisizione, il militare è stato informato delle indagini a suo carico ed è stato invitato a nominare un avvocato di fiducia. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Maria Monteleone, capo del pool di magistrati che si occupa di reati sessuali e in danno di minori, è stata assegnata agli stessi carabinieri. Anche questa è una scelta significativa.
I PRECEDENTI
La vicenda sembra un copione già noto: ricorda lo scandalo che nei mesi scorsi ha travolto il professore Massimo De Angelis, docente di Lettere nell’Istituto Massimo di Roma, arrestato in gennaio per atti sessuali con una studentessa quindicenne con la quale aveva avuto una relazione durata tre mesi nata tra i banchi di scuola. Anche in quel caso sono stati i genitori della ragazzina ad accorgersi di quanto stava accadendo e a sporgere denuncia in procura. Controllando il cellulare della figlia, il 19 dicembre, hanno trovato un messaggio del professore. Lo stesso telefono conteneva foto erotiche, note audio spinte e video.
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