Perché Lutero a distanza di secoli, viene ancora valutato dal punto di vista teologico come colui che ha negato al Papa e ai sacerdoti un ruolo di intermediazione tra i fedeli e Dio, poiché nelle famose tesi negò loro di concedere ciò che, secondo Lutero, solo Dio poteva concedere (per esempio il perdono dei peccati commessi). Una faccenda che si dibatte sotto traccia. La memoria non sempre è un patrimonio condiviso.
LA STORIA
Il monaco agostiniano che nel Cinquecento spaccò in due la cristianità voleva creare una frattura di tal fatta o, invece, voleva solo riformare la storia millenaria della Chiesa e togliere la corruzione che a vari livelli albergava? In un summit di diversi anni fa tra i suoi ex allievi, il Papa emerito Joseph Ratzinger ne discusse a porte chiuse a Castel Gandolfo, arrivando alla conclusione che in fondo Lutero avesse idee più cattoliche di quanto abbia poi stabilito la storiografia nel corso dei secoli. Insomma, un recupero che trova radici lontane e che Papa Francesco si appresta a portare avanti avendo solidi alleati. Anche il cardinale Kasper, altro teologo ferrato in materia, ha difeso il Riformatore tedesco definendolo un «testimone della fede e un maestro del Vangelo».
L’APERTURA
Il dialogo ecumenico, d’altronde, ha avuto accelerazioni e rallentamenti. Ieri Bergoglio ha voluto mettere in luce i meriti del Riformatore tedesco che ancora oggi viene visto da molte frange del mondo cattolico come una figura sostanzialmente negativa e pericolosa.
Alla domanda: cosa può imparare la Chiesa cattolica dalla tradizione luterana, il Papa ha risposto così: «All’inizio quello di Lutero era un gesto di riforma in un momento difficile per la Chiesa. Lutero voleva porre un rimedio a una situazione complessa. Poi questo gesto — anche a causa di situazioni politiche, pensiamo anche al cuius regio eius religio è diventato uno «stato» di separazione, e non un «processo» di riforma di tutta la Chiesa, che invece è fondamentale, perché la Chiesa è semper reformanda . Inoltre Lutero ha fatto un grande passo per mettere la Parola di Dio nelle mani del popolo. Riforma e Scrittura sono le due cose fondamentali che possiamo approfondire guardando alla tradizione luterana». La spinta verso Lutero ha però qualcosa di terribilmente attuale. «Mi vengono in mente le Congregazioni Generali prima del Conclave e quanto la richiesta di una riforma sia stata viva e presente nelle nostre discussioni».
Come dire che la riforma che sta portando avanti Francesco per conto dei cardinali che lo hanno eletto nel 2013, in qualche modo può essere commisurata al progetto di cambiamento di cinque secoli fa, proiettato a scrostare la fede dal potere. In ogni caso i cambiamenti all’orizzonte con i protestanti, più che di ordine teologico, si concentrano sul lavoro umanitario da fare assieme. «Bisogna spostare l’entusiasmo verso la preghiera comune e le opere di misericordia, nell’aiuto agli ammalati, ai poveri, ai carcerati. Fare qualcosa assieme è una forma di dialogo. È importante lavorare assieme non settariamente». Chissà se Lutero avrebbe fatto la stessa cosa.
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