Qualità della vita e redditi più alti: i borghi rinascono

Qualità della vita e redditi più alti: i borghi rinascono
di Alessandra Camilletti
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Domenica 10 Dicembre 2017, 00:08 - Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 15:16
A Carrega Ligure è arrivato un fiocco rosa a sorpresa il 12 novembre scorso. “In quella frazione non nascevano bambini da una sessantina di anni. L’ultimo nato nel comune era arrivato alcuni anni fa” racconta il sindaco Marco Guerrini, che la vede come un buon auspicio. Una giovane coppia si è trasferita nel piccolo comune di Alessandria ridando vita a una vecchia casa di famiglia e portando, con la nascita di Artemisia, la popolazione a 85 residenti. Cinquantasei chilometri quadrati di territorio, venti aggregati di case, una quindicina abitati. E una risalita che suona possibile. Fanno sperare la costituzione del parco dell’alta Val Borbera e le molte richieste dall’estero. Piccoli comuni crescono. O almeno ci provano, a partire dal ripopolamento. Un patrimonio diffuso, i 5.574 Piccoli comuni d’Italia - che contano fino a cinquemila abitanti e che sono scesi dai 5.591 dello scorso anno per effetto delle fusioni - che la legge specifica del 6 ottobre scorso ora mette a sistema: valorizzazione e recupero dei centri storici, a tutto campo, dagli immobili alla filiera corta. Contro l’abbandono delle piccole realtà.

IL CONTROESODO
I dati dell’Anci dimostrano che il controesodo è possibile e che “lo spopolamento non è il destino inesorabile”. L’Associazione ha seguito un gruppo di 581 Piccoli comuni nel loro processo di trasformazione nell’arco di sette anni (2008-2015), registrando un incremento medio di popolazione del 9 per cento, molto più alto della media dei comuni sopra i 5mila abitanti (1,53). E proprio negli anni peggiori della crisi. Un report inserito nell’Agenda del controesodo illustrata quest’anno. È cresciuto di più anche il reddito pro-capite: il 9,12 per cento in più (da 21.893 a 23.890 euro), contro l’8,18 degli altri piccoli comuni (19.157-20.725)e il 7,55 dei comuni grandi, che mantengono comunque un reddito più alto (23.387-25.152). Sono cresciuti gli stranieri (7,7 per cento), ma meno rispetto alle realtà con oltre 5mila abitanti (7,55).

Per l’86 per cento i Piccoli comuni del gruppo monitorato si trovano fuori dalle città metropolitane. E la vicinanza rappresenta un punto di forza.
Dunque, ripopolare. Simbolica ma non solo l’iniziativa delle “Case a un euro”: in Toscana, a Fabbriche di Vergemoli e a Montieri, a Gangi in provincia di Palermo, a Ollolai in Sardegna. Nel Lazio a Patrica (in provincia di Frosinone) 3.180 abitanti, l’amministrazione guidata dal sindaco Lucio Fiordalisio ha scelto di aderire al progetto con 38 immobili per valorizzare il centro storico: i primi sono già disponibili.
A novembre, un incontro per fare il punto sulla nuova legge con il premier Paolo Gentiloni, a Volpedo. Il 75 per cento dei Piccoli comuni figura tra i Borghi più belli d’Italia e nel 95 per cento dei casi è presente un prodotto con marchio dop. I “piccoli” rappresentano il 69,9 per cento dei comuni italiani e “coprono” il 54 per cento del territorio. E qui sta lo snodo.

Con la legge, “si apre un grande spiraglio per consentire ai territori di crescere”, perché “afferma, innanzitutto, il riconoscimento della specificità dei comuni di minore dimensione demografica, spesso con territori molto vasti nel contesto nazionale” spiega Massimo Castelli, coordinatore Piccoli Comuni Anci, sindaco di Cerignale, a Padova, 127 abitanti. Pezzi d’Italia. Oltre 10 milioni di residenti, un sesto della popolazione del Paese. I residenti stranieri sono il 6,3 per cento, rispetto all’8,7 dei comuni più grandi. E si fa sistema: le Unioni di comuni sono oltre cinquecento e associano oltre 3mila municipalità. 
La legge prevede uno stanziamento di cento milioni di euro complessivi fino al 2023, con una dotazione iniziale di 10 milioni da quest’anno. L’Anci ha chiesto di prevedere uno stanziamento di 50 milioni (10mila euro a Comune) già nella legge di bilancio di quest’anno, per le spese sugli investimenti. Soprattutto, c’è l’istanza di rendere stabile il fondo, oltre il 2023.

La legge è entrata in vigore. La tabella di marcia prevede in 120 giorni il decreto ministeriale per definire i parametri per l’accesso al fondo e in 180 giorni la predisposizione del piano triennale per la riqualificazione dei borghi. I territori chiedono di poter realizzare opere e di ripristinare o mantenere servizi pubblici come trasporti e scuole, perché non di solo turismo si vive. Punti considerati fondamentali, occupazione e banda ultralarga, per collegare i borghi con il mondo. “Fermare lo spopolamento costa? Sicuramente sì - ha detto a Volpedo il presidente dell’Anci Antonio Decaro -, ma costano al nostro Paese molto di più il dissesto idrogeologico e i disagi sociali che lo spopolamento può provocare”. Di quei giorni, l’annuncio di Poste Italiane: il nuovo piano esclude chiusure e rimodulazioni orarie degli uffici postali nei piccoli comuni, se non in condivisione con gli enti.

MEDICINALI A DOMICILIO
Dal canto loro, sul campo, i Municipi si adoperano in ogni modo. Ad Acquaformosa, 1.123 abitanti, in Calabria, la presenza di immigrati ha permesso di mantenere aperti i servizi scolastici. Nel Lazio, Castel Sant’Angelo di Rieti, 1.296 abitanti, già alcuni anni fa si era posto l’obiettivo di attivare la consegna dei medicinali a domicilio per anziani e disabili. A Vallerano, 2.667 abitanti in provincia di Viterbo, la Notte delle candele ha consentito di attrarre un turismo “non di massa” che cresce nel tempo. Ad Atella, nella Lucania, il riciclo dei rifiuti si trasforma in bonus ambiente: soldi reali con cui acquistare medicinali, fare la spesa o pagare i servizi pubblici.
 
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