Papa Francesco, pisolino nel carcere di San Vittore dopo l’incontro con i detenuti

Papa Francesco
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 22 Marzo 2017, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 21:13

CITTÀ DEL VATICANO - Papa Francesco sarà il primo pontefice dei tempi moderni a riposare in un carcere. Già, perché a Milano, durante la sua visita programmata per sabato prossimo, è emerso un particolare piuttosto curioso, oltre che davvero simbolico. Nel carcere di San Vittore Bergoglio ha fatto sapere di volere vivere quei momenti nel modo più semplice e intimo. Saluterà uno per uno i 600 detenuti, pregherà e pranzerà con loro (per sua espressa richiesta lo stesso menù del giorno cucinato alla mensa) e poi, dopo pranzo, si ritirerà per una mezz’ora per riposarsi un po’ prima di riprendere l’agenda ufficiale della visita. La pennichella dietro le sbarre.

FUORI PROGRAMMA
Un fuori programma carico di significato capace di rivelare quanta attenzione Francesco rivolge al mondo carcerario. La notizia catturata dal blog cattolico Il Sismografo e stata confermata al Messaggero da don Davide Milani, organizzatore della diocesi milanese della tanto attesa visita papale. Al Papa metteranno a disposizione il piccolo ufficio del cappellano della casa circondariale, don Marco, provvisto di un bagnetto, una minuscola cappellina, una scrivania e una seggiola. «Il Papa non ha voluto nemmeno una brandina».

Con ogni probabilità l’ultimo pontefice ad avere riposato in una cella è stato Celestino V nel 1295. Le ragioni che hanno portato Francesco ad organizzare la visita in questo modo sono da individuare nella sua costante battaglia per l’umanizzazione del carcere e renderlo uno strumento di conversione. Di tutto il programma della giornata di sabato – tra incontri con le autorità, con i sacerdoti nel duomo, i fedeli nel parco, le famiglie disagiate nel quartiere Case Bianche – quello del carcere sarà il più lungo in assoluto e anche il più intimo.

IL PRANZO
A San Vittore con il Papa entrerà solo il cardinale Scola. In un raggio del penitenziario sarà allestita una grande tavolata di circa 100 persone. L’anno scorso, durante il Giubileo Bergoglio aveva implorato i fedeli a non considerare il carcere come un mondo a parte. «A volte, una certa ipocrisia spinge a vedere in voi carcerati solo delle persone che hanno sbagliato, per le quali l’unica via è quella del carcere. Io vi dico: ogni volta che entro in un carcere mi domando: Perché loro e non io? Tutti abbiamo la possibilità di sbagliare: tutti. In una maniera o nell’altra abbiamo sbagliato».

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