Papa Francesco, sfida su narcos e migranti: Messico prossima tappa

Papa Francesco, sfida su narcos e migranti: Messico prossima tappa
di Franca Giansoldati
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Lunedì 30 Novembre 2015, 08:15


dal nostro inviato

BANGUI (Centrafrica) Fuori dalla cattedrale, sul sagrato e nel piazzale antistante, dal quale la polvere rossa si solleva per infilarsi in ogni possibile spiraglio, ci sono migliaia di ragazzi vispi. Bergoglio afferra il microfono e si fa tradurre in lingua sango: «Volete farmi un dono?» Sììì. «Allora pregate perché io sia un buon Papa». Forse non sopporta il clima equatoriale ma sorride soddisfatto. Gli piace colloquiare direttamente con la gente, e si vede che nonostante la fatica ha ancora una buona riserva di energie. Gli serviranno.

L’AGENDA

L'agenda futura è fitta. C'è l'8 dicembre alle porte, l'omelia che pronuncerà a San Pietro, e poi di pomeriggio non mancherà l'incontro tradizionale con le autorità di Roma e i romani. Un preludio del Natale. A piazza di Spagna pregherà, deporrà un mazzo di fiori ai piedi della colonna della Vergine, a ricordo del dogma dell'Immacolata concezione e poi via a continuare con il periodo dell'Avvento con cerimonie e appuntamenti di rilievo. Il 12 dicembre a san Pietro per il Papa è un giorno importante. In programma c'è una solenne messa per la Vergine di Guadalupe. In quell'occasione farà l'annuncio del suo prossimo viaggio.

Sarà a febbraio, in Messico. Anche in questo caso sarà tutto molto simbolico. Alla corrispondente della televisione messicana Televisa, Valentina Alazraki, durante il volo verso il Kenia, ha anticipato che una delle tappe previste, oltre alla capitale e al santuario di Guadalupe, è stata inclusa una tappa al confine con gli Usa, la Città Juarez: uno dei luoghi più pericolosi del mondo a causa dei narcotrafficanti, della tratta dei migranti che migrano negli States, e perché in quella zona continuano a morire tantissime donne. Troppe. E' la città simbolo del femminicidio.

La traettoria del pontificato è sempre più evidente man mano che passa il tempo. Le decisioni, i suoi discorsi, i gesti fanno riferimento esplicito alle periferie. Che poi, da un punto di vista pastorale, si traduce nel richiamo ai cattolici all'essenziale, perché possano imparare ad aprire il cuore, a riscoprire il «valore delle lacrime». E così, esattamente come è accaduto per il viaggio africano terminato a Bangui, con l'anticipazione del Giubileo della Misericordia, anche i prossimi viaggi sono in via di preparazione con la medesima formula. A fare da sottofondo ad ogni iniziativa sarà anche il tema del perdono. Infine, una altra grande sfida per Bergoglio, è rappresentata dalla lotta ambientale. Nella enciclica Laudato Sii è racchiuso il suo pensiero che collega l'ecologia ambientale a quella umana. Non è possibile disgiungerle. Così come non è possibile non eludere il fatto che il debito ecologico che il Nord deve al Sud rappresenta un tassello fondamentale per la Chiesa, perchè il pianeta terra resta una eredità comune, i cui frutti devono andare a beneficio di tutti. Una questione di fedeltà al Vangelo da non mettere in secondo piano. E' per questo che Bergoglio ha seguito da vicino la preparazione della Conferenza sul Clima di Parigi, convinto che arrivare ad un accordo globale per contenere i danni alla biosfera, sia soprattutto una questione di fedeltà al Creatore.
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